In occasione della Giornata Internazionale dei diritti della Donna, è tempo di mettere in luce il contributo inestimabile che alcune figure femminili hanno offerto e continuano a offrire alla causa animale, all’antispecismo, e al movimento vegan. Queste pioniere non solo hanno rotto le barriere in ambiti tradizionalmente dominati da una narrazione antropocentrica, ma hanno anche aperto nuove strade per un futuro più giusto e sostenibile per tutti gli esseri viventi.
Come redazione, vogliamo celebrare l’8 Marzo non solo come un momento di riflessione sulla parità di genere, ma anche come un’opportunità per riconoscere e diffondere le storie di donne che, con la loro forza, passione e dedizione, stanno ridisegnando i contorni del veganismo e dell’etica animale. Da Margherita Hack, l’astronoma che con il suo sguardo rivolto alle stelle non ha mai smesso di avere i piedi ben radicati nei principi dell’etica verso ogni forma di vita, a Miyoko Schinner, che con le sue innovazioni culinarie ha trasformato la percezione dei prodotti vegani; da Carol J. Adams, la cui penna ha saputo evidenziare il legame indissolubile tra femminismo e diritti degli animali, ad Angela Davis, icona di lotta e resistenza che ha esteso il suo attivismo anche alla causa vegan; fino a Melanie Joy, il cui concetto di “carnismo” ha aperto una nuova prospettiva nel dialogo sull’antispecismo.
Queste donne rappresentano solo una parte della vasta rete di attiviste che giorno dopo giorno combattono per un mondo più equo. Attraverso questo articolo, vogliamo onorare il loro lavoro e anche ispirare altre persone a seguire le loro orme, dimostrando che il cambiamento è possibile e che ognuno di noi ha il potere di contribuire a una causa più grande di sé.
Margherita Hack
Margherita Hack è stata un’astronoma, scienziata e divulgatrice scientifica italiana di fama mondiale, nota tanto per i suoi eccezionali contributi nel campo dell’astronomia quanto per il suo attivismo a favore dei diritti degli animali e del vegetarismo. Nata a Firenze nel 1922, Hack ha rotto molteplici barriere, diventando la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste e distinguendosi per il suo stile di vita vegetariano, adottato in virtù del profondo rispetto per ogni forma di vita.
La sua vita ha dimostrato come il rigore scientifico possa coesistere armoniosamente con un impegno etico, ponendo le basi per un futuro in cui scienza e compassione si fondono.
“Non ho mai mangiato carne nella mia vita. Non mi sembra giusto uccidere gli animali per mangiarli,”
disse Hack, evidenziando la sua coerenza etica. Ma la sua sfida ai pregiudizi non si fermava qui; in una dichiarazione del Febbraio 2001, Hack sottolineò l’infondatezza delle affermazioni secondo cui una dieta priva di carne sarebbe incompleta per bambini e adulti:
“A quei medici che dicono che un bambino non può crescere senza carne, dico che io non ho MAI mangiato carne, perché quando sono nata i miei genitori erano già vegetariani. Eppure sono stata campione di salto in alto e lungo, e ora a 79 anni faccio 100 km in bicicletta, gioco a pallavolo e non ho mai avuto malattie serie“.
Queste parole rappresentano anche un potente messaggio contro i luoghi comuni relativi al veganismo e al vegetarianismo.
Le fonti che raccontano la vita e le passioni di Margherita Hack illustrano una donna che ha vissuto con coerenza e determinazione, facendo della sua esistenza un esempio di come sia possibile conciliare successo professionale, passioni personali e un solido impegno etico. La sua eredità continua a ispirare chiunque creda nel cambiamento positivo attraverso l’educazione, la scienza e la pratica quotidiana dell’etica.
Angela Davis
Angela Davis è una figura iconica del movimento per i diritti civili, nota per il suo impegno in favore della giustizia sociale, dell’uguaglianza e per la sua lotta contro l’oppressione in tutte le sue forme. Meno noto, ma altrettanto importante, è il suo attivismo per i diritti degli animali e il suo sostegno al veganismo, che considera un’estensione logica del suo impegno per la giustizia.
Nata in Alabama nel 1944, Davis è emersa come una delle voci più potenti contro l’oppressione sistemica, dedicando la sua vita alla lotta contro l’ingiustizia. Professoressa, autrice e attivista, ha sottolineato come le questioni di razzismo, sessismo, classismo e specismo siano interconnesse, sostenendo una visione olistica della giustizia che include la liberazione animale. Il suo veganismo non è solo una scelta personale di salute o di dieta, ma un atto politico che sfida le strutture di potere e di oppressione.
Angela Davis parla apertamente del suo veganismo come parte integrante della sua lotta più ampia per la giustizia e la libertà. In diverse occasioni, ha evidenziato come il consumo di prodotti animali sia intrinsecamente legato alle industrie capitalistiche che sfruttano sia gli animali sia le persone, in particolare quelle appartenenti a comunità marginalizzate. Il suo approccio critico al veganismo sfida quindi non solo le pratiche di crudeltà animale, ma anche le dinamiche di potere e sfruttamento presenti nella società.
Una delle sue citazioni più significative in questo contesto è:
“Il cibo che mangiamo maschera tanta crudeltà. Il fatto che possiamo sederci e mangiare un pezzo di pollo senza pensare alle condizioni orrende in cui i polli sono allevati industrialmente in questo paese è un segno dei pericoli del capitalismo, di come il capitalismo abbia colonizzato le nostre menti. Il fatto che non guardiamo oltre la merce stessa, il fatto che rifiutiamo di comprendere le relazioni che stanno alla base delle merci che usiamo quotidianamente. E così è per il cibo.”
Attraverso il suo esempio e le sue parole, Angela Davis invita a riflettere sulla profonda interconnessione tra le varie forme di oppressione e sulla necessità di adottare uno stile di vita che sia coerente con i principi di giustizia e compassione per tutti gli esseri. Il suo attivismo vegano si colloca quindi all’interno di un quadro più ampio di lotta per una società più giusta, equa e sostenibile, ispirando innumerevoli persone a considerare le implicazioni etiche delle proprie scelte quotidiane.
Carol J Adams
Carol J. Adams è un’autrice, attivista e femminista americana la cui opera ha rivoluzionato il modo in cui consideriamo il rapporto tra femminismo, diritti degli animali e veganismo. Il suo libro più influente, “Carne da Macello. La politica sessuale della carne: Una teoria critica femminista vegetariana” pubblicato per la prima volta nel 1990, esplora le connessioni tra il patriarcato, il consumo di carne e la violenza contro gli animali e le donne, sostenendo che tutte queste forme di oppressione sono interconnesse e radicate nelle dinamiche di potere e dominio.
Attraverso il suo lavoro, Adams ha messo in luce come le narrazioni culturali intorno al consumo di carne siano cariche di metafore di dominio maschile e sfruttamento, e come la liberazione degli animali e il femminismo siano intrinsecamente legati. Il suo approccio unico al veganismo e ai diritti degli animali, filtrato attraverso la lente del femminismo critico, ha ispirato generazioni di attivisti e studiosi a considerare le complesse intersezioni tra varie forme di oppressione.
Carol J. Adams sostiene che rinunciare al consumo di carne e adottare uno stile di vita vegano sia un atto politico e di resistenza contro il patriarcato e l’oppressione. Il suo lavoro enfatizza l’importanza di una consapevolezza critica riguardo alle scelte alimentari e invita a una riflessione più ampia sui sistemi di potere che modellano le nostre società.
Il concetto del “referente assente” teorizzato da Carol J. Adams è centrale nella sua critica del patriarcato e della cultura del consumo di carne. Questa teoria evidenzia come il linguaggio e la cultura nascondano l’individuo animale che diventa cibo, rendendolo “assente” dalla mente del consumatore. Nel momento in cui si consuma carne, l’animale da cui proviene è trasformato in un oggetto, un “non-qualcuno”, e la sua sofferenza e morte vengono rimosse dalla consapevolezza del consumatore. Questo processo permette alle persone di mangiare carne senza dover affrontare il costo etico della loro scelta, disconoscendo così la violenza inflitta agli animali.
Adams sostiene che questo meccanismo di “rendere assente” l’animale è parallelo e connesso con altre forme di oppressione e dominazione, come il sessismo. Proprio come il patriarcato deumanizza le donne riducendole a corpi o oggetti, il sistema alimentare basato sulla carne de-animalizza gli animali, negando la loro individualità e sofferenza. Questo processo è sia un atto linguistico che culturale, che serve a mantenere e giustificare le pratiche di consumo animale all’interno di una società che altrimenti potrebbe riconoscere come immorali tali azioni.
Il contributo di Carol J. Adams alla critica sociale e al movimento per i diritti degli animali resta un punto di riferimento fondamentale, che continua a stimolare dibattiti e riflessioni sull’importanza di adottare pratiche più etiche e sostenibili nel nostro rapporto con gli altri esseri viventi e il mondo che condividiamo
Melanie Joy
Melanie Joy è una psicologa sociale, educatrice e autrice influente nel campo dei diritti degli animali e del veganismo, nota soprattutto per aver coniato il termine “carnismo”. Il suo libro più celebre, “Why We Love Dogs, Eat Pigs, and Wear Cows: An Introduction to Carnism” (2009), introduce il concetto di carnismo come il sistema di credenze invisibile che condiziona le persone a consumare alcuni animali. Il carnismo è descritto da Joy come un’ideologia dominante che normalizza e giustifica il consumo di carne, rendendolo un atto non questionato e considerato “naturale”, “normale” e “necessario” dalla maggior parte delle società.
Melanie Joy esplora le dinamiche psicologiche e sociali che permettono alle persone di dissociarsi dalla realtà dell’uccisione degli animali e dal consumo dei loro corpi, mettendo in luce come il carnismo operi attraverso il negazionismo e l’invisibilizzazione. La sua opera mira a sensibilizzare sull’impatto emotivo, etico e ambientale delle scelte alimentari e a promuovere un dialogo critico sulla necessità di cambiare paradigma verso un sistema di credenze basato sull’empatia, la giustizia e la sostenibilità.
Una citazione significativa di Melanie Joy che illustra il cuore della sua teoria è:
“Il carnismo è l’ideologia dominante che ci condiziona a mangiare certi animali. È invisibile, ma influenza profondamente il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo nei confronti degli animali da allevamento, permettendoci di amare alcuni animali mentre ne mangiamo altri senza mai mettere in discussione il perché di queste scelte.”
Il lavoro di Joy non si limita a una critica del consumo di carne; offre anche una prospettiva su come superare il carnismo attraverso la consapevolezza e la scelta etica di pratiche alimentari che rispettano la vita di tutti gli esseri senzienti. Attraverso le sue ricerche, conferenze e scritti, Melanie Joy invita a una riflessione personale e collettiva sull’importanza di adottare uno stile di vita vegano, non solo come scelta dietetica, ma come impegno morale e politico per la costruzione di un mondo più giusto per tutti gli abitanti della Terra.
Miyoko Schinner
Miyoko Schinner è un’autentica pioniera nel mondo del veganismo, una imprenditrice che ha trasformato la sua passione per la cucina vegetale in una rivoluzione culinaria. Fondatrice di Miyoko’s Creamery, Schinner ha ridefinito il concetto di formaggi e burri vegani, dimostrando che è possibile unire etica, sostenibilità e gusto squisito in prodotti che appagano sia vegani sia onnivori. La sua azienda è diventata sinonimo di innovazione nel settore alimentare, grazie alla capacità di creare alternative vegetali che mantengono la ricchezza e la complessità dei loro corrispettivi di origine animale.
Il successo di Miyoko non si ferma alla creazione di prodotti deliziosi; è anche un simbolo di come l’imprenditorialità possa essere un potente veicolo per il cambiamento sociale. Attraverso il suo lavoro, Schinner ha evidenziato il potenziale degli alimenti vegani non solo per migliorare la salute umana e ridurre la sofferenza animale, ma anche per offrire soluzioni sostenibili alle sfide ambientali globali.
La sua presenza nel documentario di Netflix “Sei ciò che mangi: gemelli a confronto” ha ampliato ulteriormente la sua influenza. In questo documentario, Schinner condivide la sua visione e il suo impegno nella creazione di prodotti che possono letteralmente cambiare il mondo, offrendo un’alternativa gustosa e etica che rispetta la vita di tutti gli esseri viventi.
Miyoko Schinner incarna la forza di una donna che non si è limitata a sognare un mondo migliore, ma ha lavorato sodo per renderlo realtà. La sua storia è un’ispirazione per chiunque creda nel potere della determinazione, dell’innovazione e dell’impegno per la causa animale e l’ambiente. Con il suo esempio, dimostra che è possibile fare la differenza attraverso le scelte quotidiane e che, anche nel campo alimentare, un singolo individuo può avere un impatto profondo sulla società e sul pianeta.
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