Giornata Mondiale Ambiente

Oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’ambiente: a che punto siamo?

Rivoluzionare le proprie abitudini alimentari in chiave plant-based è una delle soluzioni più immediate, efficaci e sostenibili che si possano mettere in atto per salvare il Pianeta.

Come ogni anno dal 1972, oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente: un’occasione che da più di 50 anni chiede, a partire dalle azioni del singolo – per abitudini e stili di vita più sostenibili – ma anche e soprattutto negli interventi trasformativi, consapevoli e lungimiranti da parte di istituzioni e aziende, una maggiore tutela dell’ambiente. 

Riciclo, consumi consapevoli, rivoluzione green dell’approvvigionamento energetico: quelle messe in campo finora sono tutte armi lodevoli per difendere l’ambiente, ma senza parlare anche del ruolo del nostro sistema alimentare, rischiamo di non avere più nulla da festeggiare da qui a pochi anni. Ma quali sono questi interventi? E quali sono le soluzioni più efficaci e veloci che tutti noi abbiamo a disposizione per invertire la rotta del cambiamento climatico e garantire un futuro a noi stessi, al Pianeta e agli animali?

La Giornata Mondiale dell’ambiente: lo spettro – sempre più concreto – del cambiamento climatico

La Giornata Mondiale dell’Ambiente è un appuntamento importante, l’occasione per ribadire ancora una volta la necessità – o meglio, l’urgenza – di vivere in modo più sostenibile e rispettoso, nonché in armonia con la natura, ma anche per puntare i riflettori sulle nostre possibilità di passare ad uno stile di vita più verde attraverso politiche e scelte individuali. 

Come si legge sul sito ufficiale del World Environment Day, attualmente utilizziamo le risorse di oltre una Terra e mezza per mantenerlo: va da sé che non potremo andare avanti così ancora a lungo. Il divario tra ciò che dobbiamo spendere per cambiare le cose e quello che stiamo effettivamente spendendo per farlo è sempre più ampio: entro il 2050, per adattare la nostra società e invertire la rotta del cambiamento climatico, serviranno tra i 280 e i 500 miliardi di dollari ogni anno solo per i Paesi in via di sviluppo. 

Gli scenari futuri

Gli scenari futuri sono proiezioni figlie di dati che si conoscono già ma che per colpa dell’incapacità sistemica a rivoluzionare il nostro modo di vivere e il modo in cui sfruttiamo e inquiniamo il Pianeta, di anno in anno si fanno sempre più minacciosi e irreversibili

Giornata Mondiale Ambiente
Ogni tre secondi, il mondo perde ettari di foreste equivalenti ad un campo da calcio.

Infatti, per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro la fine del secolo, sarebbe necessario dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, anche se, quasi sicuramente, entro i prossimi 5 anni gli accordi di Parigi verranno disattesi. È il metano, in particolare, ad essere responsabile di oltre il 25% del riscaldamento che stiamo vivendo oggi. L’inquinamento atmosferico, poi, provoca già oggi 7 milioni di decessi prematuri ogni anno, un nono di quelli complessivi. Nove persone su 10 respirano aria sporca, il che la rende il rischio per la salute ambientale più significativo del nostro tempo. 

Non serve ripetere come il riscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico siano un rischio per tutti, per gli ecosistemi stessi e gli esseri che li vivono, umani compresi. Secondo le stime dell’UN Environment Programme, il benessere del 40% della popolazione mondiale (ossia 3,2 miliardi di persone) sarà pesantemente messo in discussione dal climate change.

Da segnalare c’è anche il fatto che ogni tre secondi, il mondo perde ettari di foreste equivalenti ad un campo da calcio e nell’ultimo secolo abbiamo distrutto metà delle nostre zone umide. Fino al 50% delle nostre barriere coralline è già andato perso e fino al 90% delle barriere coralline potrebbe essere perso entro il  2050, anche se riusciremo a contenere il riscaldamento globale a 1,5°C. E per finire, un terzo dei terreni agricoli del mondo è degradato, circa l’87% delle zone umide interne del mondo è scomparso dal 1700 e un terzo delle specie ittiche commerciali è sovrasfruttato.

La consapevolezza che è dalla tavola che possiamo cambiare le cose

A 50 anni dalla prima conferenza sull’ambiente le cose sono cambiate, sì, ma evidentemente in peggio. Il World Enviroment Day riconosce che gran parte della perdita della biodiversità, del depauperamento dei terreni agricoli e della deforestazione, dello spreco di risorse idriche – per non parlare di emissioni e inquinamento – sono da imputare ai sistemi alimentari attuali

Giornata Mondiale Ambiente

L’80% dei terreni agricoli è infatti destinato al bestiame o a terreni coltivati per il loro mangime: un sistema altamente insostenibile che ha minima resa e massimo sforzo, fornendo solo il 20% delle calorie a livello globale. 

E se, come capita spesso in questi casi, l’attenzione delle istituzioni è volta principalmente a incentivare investimenti in energie rinnovabili per la decarbonizzazione a livello economico, è importante sottolineare che tra le azioni che dal basso la società civile può mettere in atto per favorire il cambiamento, rivoluzionare le proprie abitudini alimentari in chiave plant-based è una delle soluzioni più immediate, efficaci e sostenibili che si possano fare, specie se si ha a cuore il futuro del nostro Pianeta.

Leggi anche: In Italia, viviamo e consumiamo come se avessimo a disposizione quasi 3 Pianeti

 


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