Giornata Mondiale degli Oceani

Giornata Mondiale degli Oceani: salviamo il salmone, emblema dello sfruttamento dei mari

In questa giornata, cogliamo l'occasione per parlare di uno degli animali acquatici più sfruttati in assoluto, il salmone. La pesca - e l’allevamento intensivo animale in generale - sta distruggendo il nostro Pianeta, spopolando l’Oceano dei suoi abitanti.

Oggi si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani, istituita nel 1992 per sensibilizzare le persone sull’importanza degli oceani e incentivarne la tutela. Per l’occasione, vogliamo celebrare una delle specie ittiche più incredibili e – purtroppo – più sfruttate al mondo. Parliamo del salmone, un animale straordinario la cui salvaguardia è oggi essenziale, ma di cui si parla troppo poco. 

Salmone: identikit di un animale “fantastico”

I salmoni nascono in acqua dolce, dove trascorrono – a seconda della specie – da qualche mese fino a qualche anno, prima di trasferirsi nelle acque salate dell’oceano.  Sono infatti anadromi, termine che indica specie ittiche in grado di vivere in entrambi i tipi di acqua.

Noto per la sua abilità di risalire le correnti dei fiumi, il salmone è un pesce che ama viaggiare. È in grado di percorrere migliaia di chilometri per raggiungere le aree in cui trovare più cibo. Nonostante l’istinto migratorio, i salmoni sono soliti tornare al loro fiume di origine per la deposizione delle uova.

Ci sono diverse teorie sul senso di orientamento dei salmoni, ancora non chiaro alla scienza. Alcuni pensano dipenda da segnali chimici e olfattivi che possono percepire, altri invece che si orientino grazie all’influenza dei campi magnetici terrestri. Viaggi che, però, ormai pochissimi salmoni riescono a compiere, perché questa specie è lontana dall’essere selvaggia. 

Salmone non più selvaggio

Quasi la totalità del salmone atlantico, infatti, è allevato, confinato in vasche di 30 metri di diametro, dove sono rinchiusi fino a 100 mila esemplari, ammassati gli uni sugli altri. Condizioni di estremo sovraffollamento dovute alla altissima richiesta di salmone da parte della popolazione mondiale, che determina non solo un problema a livello etico, ma anche per la sicurezza pubblica. 

il pesce fa male

Un po’ come accade negli allevamenti intensivi “di terra”, il sovraffollamento favorisce la diffusione di malattie e parassiti; tra questi i pidocchi di mare, che mangiano letteralmente vivi i salmoni. Gli allevamenti di salmone non hanno niente a che vedere con l’idea del pesce “selvaggio” che risale la corrente dei fiumi. Quasi tutto il salmone consumato vive, cresce e muore in acque sovraffollate, sudice, sulle quali galleggia una patina opaca fatta di residui chimici ed escrementi. 

Le immagini che molte inchieste hanno portato alla luce dovrebbero bastare a risvegliare le nostre coscienze e dire: ne vale davvero la pena? Il caso del salmone è solo uno dei tanti: la pesca – e l’allevamento intensivo animale in generale – sta distruggendo il nostro Pianeta, spopolando l’Oceano dei suoi abitanti e impedendo agli animali di vivere secondo i propri istinti naturali. 

Tu puoi dire basta, a partire dalle tue scelte alimentari. Per te stesso, per gli Oceani e per gli animali. 

Leggi anche: Sai cosa mangi davvero quando porti in tavola salmone?


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