Gen Z e consapevolezza su ambiente ed etica: il cambiamento parte dai giovani

Sono i più giovani ad avere in mano il futuro del Pianeta e da loro parte la consapevolezza su ambiente ed etica che ci serve per sperare di fermare la crisi climatica.

Impossibile non conoscere il “fenomeno Greta Thunberg”: una ragazzina che, partendo con degli scioperi davanti al Parlamento svedese contro l’inazione per il clima, è diventata in pochissimo tempo un’icona globale. Lei, che a partire dall’agosto 2018, ha protestato reggendo un cartello dipinto con lettere nere su uno sfondo bianco che recitava: “Skolstrejk för klimatet” (sciopero per il clima), ha portato l’attenzione globale, specialmente dei giovani, sull’ambiente e sulla necessità di un’azione concreta e immediata per mitigare la crisi climatica.

La giovanissima Greta Thunberg, che quando ha iniziato il suo percorso di attivista per l’ambiente aveva solo 16 anni, è diventata in poco tempo il simbolo di una generazione consapevole e attenta alla questione climatica: con le sue manifestazioni note in tutto il mondo come Fridays for Future, a cui hanno aderito milioni di persone, ha dato inizio a una rivoluzione del pensiero che riguarda in primis proprio le nuove generazioni, pronte a ribellarsi e a scendere in piazza per difendere il Pianeta. 

Sì, perché l’inazione è forse il più grande male del nostro tempo quando si parla della crisi climatica: sappiamo ormai da decenni che le emissioni antropiche – comprese quelle legate al sistema alimentare – minacciano la sopravvivenza dell’intero pianeta; eppure, nonostante gli appelli accorati, la presa di coscienza collettiva e perfino i summit che in questi anni hanno ruotato attorno alla questione, le azioni concrete sono ancora poche e del tutto insufficienti.

Ovviamente, c’è più di una ragione che fa sì che siano principalmente giovani e giovanissimi a sentire l’urgenza del cambiamento: prima di tutto, banalmente, saranno coloro che certamente vivranno le conseguenze dei disastri climatici nei prossimi anni; il futuro è nelle loro mani ed è legittimo che combattano per averne uno. Poi, c’è l’eco-ansia, ovvero la preoccupazione – estremamente diffusa e generalizzata – che la salute del Pianeta sia ormai irrimediabilmente compromessa a causa dell’essere umano, il che genera ansia, preoccupazione e stress, specialmente nei giovani. 

giovani ambiente
Greta Thunberg, simbolo della lotta alla crisi climatica partita dai giovani

Un altro aspetto che interessa specialmente le nuove generazioni, sono la globalizzazione e l’iperconnessione: gli smartphone ci accompagnano in ogni momento della giornata e i giovani, già sensibili a queste tematiche, sono esposti da un lato alle notizie catastrofiche sui cambiamenti climatici e, dall’altro, conoscono più facilmente le possibili soluzioni (ed è il motivo per cui sempre più giovani scelgono un’alimentazione plant-based). Per finire, non dimentichiamo che, da sempre, sono i giovani coloro che mettono in dubbio i valori delle generazioni precedenti per crearne di nuovi: mai come in questo caso, le nuove generazioni hanno ereditato un bagaglio di incertezze, errori, disinformazione e disinteresse che necessita di una presa di posizione netta per poter essere sradicato.

Crisi climatica: i giovani e i giovanissimi contro i “bla bla” 

Se “gli adulti” non sembrano percepire l’urgenza legata alla necessità di agire per salvare il Pianeta, i giovani hanno invece le idee chiare: non stupisce, dunque, che ormai da qualche anno stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione dei consumi, che riguarda in particolare la popolazione più giovane. Sono i Millennials – i giovani nati tra il 1981 e il 1996 – a guidare il cambiamento, ma la consapevolezza si sta diffondendo anche tra i giovanissimi, coloro che fanno parte della Generazione Z. 

Sempre più bambini e ragazzi sono  già consapevoli della necessità di cambiare alimentazione, non solo per l’ambiente ma anche per gli animali: una ricerca condotta congiuntamente dalle Università di Oxford e di Exeter, per esempio, dimostra che i bambini tendono ad avere una visione antispecista del mondo, e la categorizzazione degli animali come cibo si dimostra fondamentalmente indotta culturalmente.

L’accessibilità alle opzioni vegetali è un tassello che si aggiunge a questo fenomeno, ormai in continua espansione: le opzioni vegane sono la “normalità” – almeno nella maggior parte del mondo – o comunque lo stanno diventando a una velocità impressionante. La possibilità di scegliere genera consapevolezza e il risultato lo vediamo negli occhi dei giovani che chiedono ai governi di agire contro i cambiamenti climatici, prima che sia troppo tardi.

Leggi anche: Anche le piante soffrono? Forse, ma non è una scusa per non essere vegan


Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!


SCOPRI
VEGANOK CHANGE

Leggi altri articoli