È vicino il momento in cui le proteine alternative a quelle animali non saranno più alternative: ad affermarlo è il Good Food Institute (GFI) nei suoi report pubblicati di recente, che forniscono un quadro del settore dei prodotti plant-based. I documenti riguardano il 2020 che, come sappiamo, ha coinciso con l’aumento dei consumi degli alimenti vegetali, anche in relazione alla pandemia e alla ricerca di stili di vita più sani e sostenibili da parte dei consumatori.
Parlando delle vendite, il report spiega come il 2020 sia stato l’anno del boom: le vendite della fake meat hanno superato il valore di un miliardo di dollari, passando da 962 milioni di dollari nel 2019 a 1,4 miliardi nel 2020, con un tasso di crescita del 45%. La categoria delle uova a base vegetale è invece cresciuta di un enorme +168%, mentre il mercato dei prodotti alternativi a quelli lattiero-caseari ha visto una crescita del 24% fino a 4,4 miliardi di dollari. Il latte vegetale rappresenta oggi uno tra i prodotti plant-based più noti e consumati della categoria, e il suo mercato è cresciuto del 20% lo scorso anno: con un valore di 2,5 miliardi di dollari, al momento rappresenta il 35% di tutte le vendite di alimenti a base vegetale.
Come sappiamo, quello della fake meat è un settore in rapida crescita, e dal report emerge un dato interessante: nel 2020 molti produttori si sono avvicinati come mai prima d’ora alla competitività di prezzo con carne e derivati. Per esempio, Impossible Foods ha diminuito di circa il 15% il prezzo dei suoi prodotti, mentre Beyond Meat ha avvicinato il prezzo dei suoi hamburger classici a quello degli hamburger di manzo (6,40 dollari per libbra contro i 5,26 dollari per libbra). Naturalmente, raggiungere la parità di prezzo con la carne animale è un passo importante verso una maggiore diffusione dei prodotti plant-based: è emerso spesso come, per i consumatori, uno dei maggiori ostacoli verso il consumo di queste alternative sia proprio il prezzo elevato.
Tra i prodotti alternativi a quelli di origine animale va annoverata anche la carne stampata in 3D, di cui si stanno occupando numerose start up nel mondo. Per esempio c’è il bioingegnere italiano Giuseppe Scionti, che con la sua startup spagnola NovaMeat, ha inventato la prima bistecca plant-based al mondo stampata in 3D. Scionti ha lanciato NovaMeat a Novembre 2017 per creare un’alternativa ai prodotti animali: voleva ottenere cibo sostenibile e nutriente. Ha scoperto che le attuali alternative alla carne sul mercato sono limitate agli hamburger, alle crocchette o alle polpette: prodotti che non hanno la consistenza fibrosa tipica della bistecca o del pollo. Utilizzando l’ingegneria dei tessuti e la bio-stampa, ha creato un prodotto vegetale con la stessa consistenza, aspetto e proprietà nutrizionali dei prodotti a base di carne animale. Per saperne di più: Cibo stampato in 3D: è la volta della “bistecca” vegetale
E la carne coltivata?
La carne in vitro, nota anche come “clean meat”, è carne coltivata in laboratorio partendo da cellule staminali prelevate da animali. Non siamo di fronte a un prodotto vegetale, ma a vera e propria carne ottenuta artificialmente in vitro, anche se senza macellazione. Il suo mercato è ancora in evoluzione, ma il 2020 ha visto diversi cambiamenti anche in questo settore: sono emerse almeno 20 nuovi produttori, mentre il numero di startup focalizzate esclusivamente sullo sviluppo tecnologie o prodotti finiti è salito a più di 70.
Gli esperti sottolineano nel report dedicato che lo scoppio della pandemia ha avuto ripercussioni negative sul mercato della carne coltivata, più che su altri settori che si occupano di proteine “alternative”. La conversione della produzione da parte di alcune aziende per far fronte alla pandemia e l’impossibilità degli scienziati di lavorare in laboratorio, hanno fermato temporaneamente l’evoluzione del settore; nonostante questo, non sono mancati i finanziamenti, grazie ai quali il mercato della clean meat sarà comunque in grado di svilupparsi in tempi brevi.
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In generale, quello che emerge è che il 2020 ha consolidato il ruolo dell’industria alimentare a base vegetale come componente fondamentale del sistema alimentare globale. In un anno difficile, che ha portato a chiusure di attività in tutto il mondo e interruzioni delle catene produttive, l’industria alimentare plant-based ha prosperato. Il lancio di nuovi prodotti è continuato in tutte le categorie e in tutto il mondo, e la crescita delle vendite al dettaglio è salita alle stelle, superando di gran lunga la crescita dei prodotti di origine animale.
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