28 Settembre, Brigitte Bardot compie 75 anni
"Io, 75enne ribelle Una vita senza rimpianti"
B.B. si confessa: "Da decenni non metto più piede in un cinema. La mia vita a difendere gli animali. Dei miei amori restano bei ricordi. Mio nonno l’uomo che ho più amato"
"JE ME FOUS", me ne fotto. Eccola Brigitte Bardot, diventata prima Bri-Bri, la bambina, poi B. B., la donna creata da Dio, poi, molto prima che volessimo, quasi più nulla, un fantasma che non passa davanti agli specchi e che urla contro tutti dal suo nascondiglio, senza essere mai cambiata davvero, se non per le ferite che si è procurata da sé.
Settantacinque anni da ribelle che dovrebbe ma non festeggerà lunedì, mentre la Francia rivede i suoi film, accarezza nostalgica la sua bellezza, si fa risalire in gola il gusto del desiderio. Lei se ne frega, continua a fare ciò che le piace, molto poco, e a dare fastidio.
Quasi vecchia, quasi brutta, quasi cattiva. Eppure quasi dolce nella sua casa rifugio di Saint-Tropez, dentro le sue frasi secche e ruvide che sono epitaffi. "Una casa semplice, rustica, con travi e mattonelle provenzali, un grande camino, le pareti per le quali ho scelto i colori del sole, una casa piena di fiori e di animali".
Lei è sola, signora. Si dice che solo chi ha conosciuto bene i suoi simili non teme la solitudine assoluta. È davvero così?
"Non lo so. Io ho scelto la solitudine per difendermi. Mi preservo dall’umanità che mi circonda, da questa umanità rumorosa e invadente. Vivo circondata da animali, alberi, fiori. Ho cavalli, asini, montoni, capre, maiali, galline, anatre, oche, piccioni. Poi, naturalmente, cani e gatti. Non so neppure quanti sono".
Una decisione che condanna l’uomo. Qualche anno fa, dopo avere seguito una sua intervista televisiva, la scrittrice Natalia Ginzburg disse che lei dava l’impressione di appartenere non al genere umano, ma al mondo animale o vegetale.
"È vero, mi sento molto più vicina alla natura e agli animali piuttosto che all’uomo. Le confesso che detesto la gran parte della specie umana. Ho sposato la causa degli animali per dare finalmente un senso alla mia esistenza quaggiù. Sto tentando di spiegare all’uomo che le crudeltà inferte agli animali sono indegne, inaccettabili, disumane appunto".
Quando è stato il momento della sua vita in cui ha capito di essere diventata B. B.?
"Mi creda, non l’ho mai veramente capito. È inutile che mi sforzi, non trovo una risposta. Forse sarà stato a causa delle mie iniziali. Immagino che ci siano per qualcosa".
Nel film "E Dio creò la donna", di Roger Vadim, suo primo marito, lei fa dire a Juliette: "Sgranocchio i miei amanti a dozzine". Che cosa le è rimasto di tutti i suoi uomini, di tutti i suoi amori?
"Non ricordo di aver detto una frase del genere e credo non lo dica neppure Juliette nel film. Forse lei si sbaglia. Dei miei amori rimane la memoria, rimangono i bei ricordi".
C’è qualcuno che ha amato più degli altri?
"Sì. Mio nonno. Io lo chiamavo "Le Boum". Il più grande, qualcosa di enorme, di ineguagliabile".
Lei ha lasciato il cinema a quarant’anni, stanca di stare seduta sul mito Bardot, per emulare Greta Garbo o perché delusa da quel mondo?
"Era il 1973, avevo trentotto anni. Non è stato il cinema a scavare una piaga profonda nel mio cuore, ma la vita. Mi lasci fermare qui. Ho deciso subito di dedicarmi esclusivamente alla protezione degli animali. È diventata la mia missione".
Va ancora al cinema?
"No. Credo che l’ultima volta che sono entrata in una sala cinematografica sia stato più di trent’anni fa".
C’è qualche regista che stima?
"Quelli che hanno talento. Ma sulla scena ne vedo pochissimi. Non ho nomi da fare. Sono completamente disinteressata alla questione".
La anticipo su un altro suo disinteresse: lei ha detto che non esiste una sua erede, che non si è mai posta questo problema. Non le faccio quindi una domanda inutile, ma mi può dire quali sono le attrici che un po’ apprezza?
"Isabelle Adjani, Emmanuelle Béart, Arielle Dombasle e Monica Bellucci".
Sul piano politico lei si colloca a destra. Che giudizio dà del presidente francese Sarkozy al quale ha chiesto di recente di togliere gli animali dai circhi e di istituire una giornata nazionale intitolata ai vegetariani?
"Guardi, non ho nessuna opinione su Sarkozy. La politica mi disgusta profondamente".
Ama ancora l’Italia?
"La adoro. E trovo il vostro Berlusconi "rigolo", un personaggio divertente".
Ci si accorge di invecchiare lentamente o c’è un giorno preciso in cui ci si rende conto di avere smarrito la gioventù?
"Credo entrambe le cose. Io sono invecchiata con lentezza eppure ogni giorno che passa mi rendo conto di esserlo un po’ di più del giorno prima. È una dura legge della vita, un limite che bisogna sapere accettare".
Come si sta dopo 75 anni da ribelle? Brigitte Bardot invecchia serena o angosciata?
"La mia età fa parte di me, della mia vita, della mia carne, del mio cervello. E la stessa cosa succede per B. B. Anche lei fa parte della mia vita. Siamo come una vecchia coppia che si sopporta".
Ha molti rimpianti?
"Mi lasci pensare… No, non ho rimpianti. Non servirebbero più a nulla. E se ho un rimorso è proprio quello di non avere rimpianti".
Il filosofo Derrida scrisse verso la fine della sua vita che imparare a vivere significa in realtà imparare a morire, a considerare la finitezza assoluta della vita, senza redenzione, resurrezione e salvezza. Lei pensa mai alla morte, alla sua morte?
"Sì, ci penso. Credo che la sola certezza della nostra vita sia la morte. Ne sono consapevole, ma cerco di non averne soltanto una coscienza negativa. Altrimenti non avrei mai fatto nulla e non farei più nulla della mia vita. Starei qui, immobile, aspettando tranquillamente la morte. Mi vedo e mi sento ridicola. E io non voglio essere ridicola, soprattutto al cospetto dei miei occhi".
C’è qualcosa in particolare per cui vorrebbe essere ricordata?
"Guardi, vorrei lasciare di me una traccia importante nella battaglia per i diritti degli animali. Mi piacerebbe, per esempio, che voi italiani non mangiaste più carne di cavallo. È un disonore offendere in questo modo la più nobile conquista dell’uomo, dopo il cane l’amico più vicino a noi, l’animale che ci ha permesso di sopravvivere e spostarci fino all’arrivo dell’automobile, colui che ha diviso con gli uomini le guerre e le emergenze, che ha arato i campi, trainato le diligenze e le carrozze, trasportato feriti e moribondi, che è morto a milioni sui campi insanguinati della prima e della seconda guerra mondiale… Farlo finire nei nostri piatti è un sacrilegio. Ecco un motivo per il quale vorrei non essere dimenticata. Non ho altri desideri".
Eppure B. B. sarà ricordata forse di qui alla fine del mondo. Non le fa piacere pensarlo?
"Me ne fotto che il mondo si ricordi della divina B. B., che divina non è stata per niente".
DARIO CRESTO-DINA
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News Inserita da Daria Mazzali Redazione Promiseland.it
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