A pochi mesi dalla chiusura definitiva del circo Barnum, è arrivato nelle sale “The Greatest Showman” e racconta la storia ripulita di Phineas Taylor Barnum, fondatore dell’omonimo circo.
Il 21 Maggio 2017 è calato il sipario sul circo Barnum dopo 146 anni di attività.
“The Greatest Show on Earth – il più grande spettacolo del mondo” era lo slogan degli spettacoli itineranti ma lentamente, nel tempo, si è mostrato per ciò che era in realtà: un business, in ambito di intrattenimento, che ha utilizzato a scopo di lucro, la vita di molti esseri viventi resi schiavi e che ha lasciato una triste eredità di crudeltà e oggettivizzazione della vita che stiamo tutt’ora combattendo.
Sebbene Ringling Bros. e Barnum & Bailey Circus abbiano chiuso dopo tanti anni di abusi sugli animali, resi possibili da P.T. Barnum, il binomio spettacolo circense-animali è rimasto indissolubile.
Uno spettacolo anacronistico che ha subìto nel tempo il cambiamento dei gusti del pubblico e che ha dovuto fare i conti con molte associazioni che si sono battute per i diritti degli animali. Kenneth Feld — proprietario del Ringling Bros e del Barnum & Bailey Circus ha dichiarato: “È stata una decisione difficile. Ma questo non è più il nostro tempo.”
Sì è vero. I tempi stanno cambiando e così anche le norme e le tutele che regolamentano gli spettacoli itineranti di tutto il mondo: in più di 50 paesi del mondo, lo sfruttamento animale nello spettacolo circense è già vietato.
Nel 2016, dopo una lunga e costosa battaglia legale, la società aveva liberato gli elefanti che utilizzava negli spettacoli, portandoli in un centro in Florida. E questo nonostante la vittoria nel 2014, di una causa tra la stessa Feld Entertainment e la Human Society che accusava i dipendenti del circo di maltrattamenti agli elefanti.
Un declino che ha inesorabilmente portato alla fine. Ingrid Newkirk, presidente di PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), ha commentato così la chiusura del circo: “Dopo 36 anni di proteste della Peta il mondo si è finalmente liberato, e risvegliato. Questa è la fine dello spettacolo più triste della terra”.
Cala il sipario sul circo ma si accendono i riflettori sul film “The Greatest Showman” uscito nelle sale da pochissimo e che racconta la vita dell’impresario Barnum in una narrazione romantica e nostalgica molto osteggiata da molte associazioni animaliste e in particolare dalla PETA, che per prima ha deciso di boicottare il film commentando: “È la storia di un uomo diventato ricco sulle spalle delle disabilità delle persone, degli animali tenuti in gabbia e addestrati grazie a dolore e paura”
Nonostante la buona notizia che nel film sono state utilizzate immagini generate al computer invece di animali vivi, questo film idealizza qualcuno che ha sfruttato esseri viventi: animali, donne, bambini e persone con ogni tipo di disabilità.
“The greatest showman”: lo sfruttamento rende un uomo “grande”?
Auspichiamo che questo film rappresenti uno spunto di riflessione su questi tipi di show; che sia un terreno fertile in cui far attecchire nuove consapevolezze legate all’intrattenimento e alla relazione tra spettacolo e utilizzo degli animali.
Fonti: www.promiseland.it
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