L’Italia in etichetta: quanto vale?

L’Italia in etichetta vale oltre 6 miliardi. L'origine italiana rassicura e rappresenta per i consumatori, una garanzia sugli acquisti alimentari. Oltre il 25% dei prodotti alimentari venduti nei supermercati esibisce la sua italianità in etichetta attraverso claim, loghi e i pittogrammi che ne richiamano il concetto. Dietro questo trend non ci sono solo le norme che hanno introdotto l'indicazione obbligatoria dell'origine della materia prima per diversi alimenti come pomodoro, latte e pasta ma la necessità dei produttori di lavorare sul binomio qualità-made in Italy.

 

“Made in Italy”, “100% italiano” o bandiere tricolore on pack sono sempre più diffuse sulle confezioni dei prodotti alimentari venduti nella GDO: un prodotto su quattro vanta in etichetta l’origine italiana e uno su venti è Dop, Doc, Igp o Docg.

Il giro d’affari totale è stimato 6,3 miliardi di euro (circa 274 milioni di euro più del 2016), con un trend di crescita superiore alla media del largo consumo.

Oltre il 25% dei prodotti alimentari venduti nei supermercati esibisce la sua italianità in etichetta: a rivelarlo è un’indagine dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, che ha monitorato i claim, i loghi e i pittogrammi che richiamano il concetto di “italianità”.

Dietro questo trend non ci sono solo le norme che hanno introdotto l’indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima per diversi alimenti – tra gli ultimi le conserve di pomodoro, per cui l’obbligo è entrato in vigore 27 agosto 2018 (leggi l’approfondimento qui: Conserve e salse: da dove viene il pomodoro? Scatta l’obbligo d’origine in etichetta) ma anche i valori di rassicurazione, di qualità e di gusto che gli italiani riconoscono ai prodotti alimentari “made in Italy” e le scelte delle aziende di produzione di enfatizzare questi aspetti sulle etichette per comunicarli in modo più esplicito ai consumatori.

Fote: Osservatorio Immagino Nielsen

Sui 60.600 prodotti alimentari di largo consumo analizzati emerge che oltre 15.300 richiamano la loro origine italiana in etichetta e che, nel corso del 2017, le loro vendite sono cresciute del 4,5%, ossia a un tasso maggiore rispetto al +2,3% registrato nel 2016. L’elemento più utilizzato in etichetta per richiamare l’origine italiana è la bandiera tricolore, usata dal 14,3% dei prodotti alimentari italiani, che hanno generato il 13,8% del giro d’affari totale dell’alimentare confezionato venduto in Italia nel 2017. Rispetto all’anno precedente, il valore delle vendite è aumentato del 4,9%.

Nella classifica dei trend di crescita – ed escludendo le indicazioni geografiche europee –  il claim “100% italiano” si è decisamente consolidato con un balzo in avanti del 7,8% rispetto all’anno precedente. A presentarsi in etichetta come “100% italiano” sono 5,2 prodotti alimentari su 100 e le loro vendite raggiungono una quota del 7,4% sul totale alimentare.

Il 5% circa dei 60.600 prodotti alimentari analizzati riporta una delle quattro indicazioni geografiche riconosciute e tutelate dalla UE. Un mondo di prodotti tipici che continua ad essere di successo: Dop e Doc vanno decisamente più veloci rispetto al 2016 (rispettivamente +6,9% e +8,1%)

Osservatorio Immagino Nielsen

Se l’Italianità rappresenta un concetto che valorizza il prodotto, anche il richiamo alla regione di appartenenza risulta essere molto rilevante. Sono circa 2 mila i prodotti che specificano la regione di provenienza, pari a circa il 3,3% del totale dell’offerta a scaffale. La regione più evidenziata in etichetta è il Trentino-Alto Adige, seguita da Piemonte, Toscana, Sicilia, Lombardia, Puglia e Campania.


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