Impatto ambientale: qual è il latte vegetale migliore?

Il latte plant-based è stato oggetto di uno studio promosso dall’Università di Oxford: l’impatto dei prodotti animali, seppur prodotti con criteri di sostenibilità, è di gran lunga maggiore rispetto a quello dei prodotti 100% vegetali.

Ormai è un dato di fatto: in tutto il mondo cresce il consumo di latte vegetale, mentre diminuisce quello di latte vaccino. Un vantaggio non solo dal punto di vista etico, ma anche un passo avanti verso una maggiore sostenibilità, perché uno studio scientifico pubblicato sul Journal of Science ha dimostrato ufficialmente che la produzione di latte vegetale ha un impatto ambientale inferiore rispetto a quella del latte vaccino.

In termini di emissioni di gas serra, uso del suolo e di spreco di risorse idriche, infatti, il latte di origine animale non regge il confronto e a dimostrarlo è lo studio dell’Università di Oxford dal titolo: “Reducing food’s environmental impacts through producers and consumers”.

Ecco la differenza:

Il grafico mostra la differenza tra latte vaccino, latte di riso, latte di soia, latte di avena e latte di mandorla in termini di impatto ambientale sui tre parametri (colonne). Produrre un bicchiere di latte vaccino ogni giorno per un anno richiede 650 metri quadrati di terreno, l’equivalente di due campi da tennis: 10 volte di più di quanto non ne richieda la produzione di latte d’avena.

Il latte di mandorla richiede più acqua da produrre rispetto alla soia o al latte d’avena: 74 litri. Il latte di riso richiede 54 litri di acqua per bicchiere. Tuttavia, si nota facilmente che sia il latte di mandorla che quello di riso richiedono un quantitativo d’acqua irrisorio se paragonato a quello di latte vaccino.

La produzione alimentare è responsabile di un quarto di tutte le emissioni di gas serra prodotte dall’uomo, contribuendo al riscaldamento globale, secondo un ulteriore altro studio pubblicato dall’Università di Oxford. La ricerca ha rilevato che la carne e altri prodotti di origine animale erano responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra legate all’alimentazione, pur fornendo solo un quinto delle calorie consumate.

Joseph Poore, ricercatore a capo dello studio, aveva affermato:

Una dieta vegana è probabilmente l’unico modo per ridurre l’impatto sul pianeta Terra, non solo a livello di emissioni di gas serra ma anche per ciò che concerne l’acidificazione globale, l’eutrofizzazione, l’uso del suolo e l’uso dell’acqua. È molto più efficace che ridurre il numero di volte in cui si vola o acquistare un’auto elettrica.”

Focus on: latte vegetale, tra boom di consumi e milk sounding

Non c’è alcun dubbio dunque sul fatto che i prodotti vegetali siano assolutamente l’unica alternativa da scegliere per ridurre il nostro impatto ambientale. Sappiamo da tempo che l’industria del latte è in crisi: calano in consumi di latte vaccino e derivati e aumenta invece la richiesta di alternative vegetali. Le alternative vegetali ai prodotti caseari, insieme alla “fake meat”, sono il simbolo della rivoluzione vegetale in atto: gli scaffali dei supermercati si riempiono di una varietà di bevande plant-based che fino a pochi anni fa sembrava impossibile, e che finiscono sempre più spesso anche nei carrelli dei consumatori onnivori.

Secondo l’isituto di ricerca Rabobank, negli ultimi 10 anni il consumo di bevande alternative al latte è cresciuto ad un tasso annuale dell’8% e ormai rappresenta, a livello mondiale, un valore al consumo che supera i 18 miliardi di dollari. Dalle bevande più classiche come quelle di soia, riso, avena a quelle a base di canapa, riso nero, anacardi, sorgo, cocco, mandorle, nocciole, arachidi, pistacchi: l’inventiva è il vero motore propulsore di questo settore.

In Italia sono circa 12 milioni le persone che oggi consumano bevande vegetali, un dato in crescita del 5% rispetto alla fine del 2016. Si tratta di una categoria di bevande apprezzata da un pubblico di età compresa tra i 25 e i 54 anni, più femminile che maschile (58% donne) e con una fascia di reddito medio alto. (dati Nielsen).

Leggi anche:

Latte vegetale: Nestlé entra nel mercato con quello di piselli, il settore è sempre più competitivo

Latte di piselli: il suo valore supererà i 138 milioni di dollari entro la fine del 2030

Oatly, gigante del latte di avena, arriva in Borsa: è il momento degli investimenti vegan


Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!


SCOPRI
VEGANOK CHANGE

Leggi altri articoli