La prova che la macellazione non è più necessaria per ottenere perfino un taglio di carne pregiato (e molto costoso) arriva dall’Università di Osaka, dove un team di studiosi ha realizzato il primo filetto di manzo Kobe sintetico. La tecnologia utilizzata è quella della stampa 3D, che consente di replicare la complessa struttura dei tessuti animali, con tanto di muscoli, grasso e vasi sanguigni.
Gli studiosi sono partiti da cellule staminali prelevate dalla carne di manzo Wagyu, una razza allevata solo in Giappone e da cui si ottiene anche il filetto Kobe. Il risultato è una bistecca in tutto e per tutto identica a quella “vera”, realizzata però in laboratorio senza macellazione animale. Un lavoro lungo e complesso, che risulta particolarmente importante perché è considerato un passo avanti rispetto alla già nota clean meat, la carne coltivata in laboratorio.
Quest’ultima continua a suscitare grande interesse, tanto che il 2020 ha visto un vero e proprio boom di finanziamenti per il settore, ma gli esperti credono che la stampa in 3D renda la carne sintetica ancora più simile a quella tradizionale. La possibilità di stratificare i tessuti per ottenere un risultato pressoché identico al tessuto animale è ciò che manca alla creazione della carne in vitro, e che gli studiosi giapponesi credono di aver trovato con la stampa 3D.
“Migliorando questa tecnologia, sarà possibile non solo riprodurre complesse strutture della carne, ma anche apportare sottili modifiche ai singoli componenti – ha dichiarato il professor Michiya Matsusaki, uno dei responsabili del progetto – Con questi aggiustamenti, i clienti potrebbero un giorno essere in grado di ordinare un taglio di carne coltivato con la quantità di grasso che desiderano, su misura per i loro gusti e problemi di salute”.
Carne “stampata”: non solo in Giappone
La tecnologia di stampa 3D applicata alla produzione di sostituti della carne non è una novità o un’esclusiva giapponese. La start-up Nova Meat, fondata dal bioingegnere italiano Giuseppe Scionti, ha inventato la prima bistecca plant-based al mondo stampata in 3D. Tutto è iniziato nel 2017, per ottenere un’alternativa ai prodotti animali che fosse sostenibile e nutriente.
Un po’ com’è accaduto in Giappone, anche la versione vegetale della carne 3D risulta più simile alla carne tradizionale. Utilizzando l’ingegneria dei tessuti e la bio-stampa, l’azienda ha infatti creato un prodotto vegetale con la stessa consistenza, aspetto e proprietà nutrizionali dei prodotti a base di carne animale. La bistecca vegan stampata in 3D non è ancora sul mercato, ma Nova Meat conta di raggiungere a breve questo traguardo.
Non per vegetariani e vegani, ma non per questo inutile
Parlando della versione creata in Giappone, le considerazioni portano chiaramente a sottolineare che si tratta di vera e propria carne ottenuta artificialmente, anche se senza macellazione animale. In quanto tale, non è un prodotto pensato per i vegetariani e i vegani, ma un’alternativa valida per coloro che vogliono continuare a mangiare carne. Viviamo con la prospettiva di un aumento della richiesta di carne nel mondo, ma sappiamo che è necessario trovare in fretta una risposta sostenibile ed etica a questa domanda. La clean meat può essere la soluzione.
Pensiamo che sia necessaria? No, perché sempre più evidenze scientifiche dimostrano che la scelta migliore per l’ambiente sia un’alimentazione 100% vegetale. Crediamo che sia utile? Sì, perché ha innegabili vantaggi dal punto di vista ambientale, e viviamo in un momento storico in cui la crisi climatica non può più essere ignorata.
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