Ci sono dei giorni in cui, guardandoti attorno, ti rendi conto di dove sei davvero.
Spariscono le luci, i suoni, i frastuoni e rimane solo l\’aria, l\’energia.
Quando mi succede so che non è un giorno buono, ho imparato a capire che in quei momenti sto osservando le cose \”dal di dentro\”, con l\’anima. Mi succede tutte le volte che mi ferisco o vengo ferito. Ferito di quelle ferite che non lasciano cicatrici, sono ferite che può vedere molto bene solo chi conosce perfettamente il profondo dei miei occhi e tutto quello che c\’è dentro.
Credo fosse uno di quei cattivi giorni quello in cui cominciò a prendere forma ciò che state vedendo ora.
Sì! ero ferito, sicuramente ero ferito, dovevo esserlo per forza, e doveva essere un giorno in cui le ferite fanno più male. Ricordo che mi guardavo attorno e mi sentivo alieno, alieno ed alienato, inteso nel senso letterale del termine. Tutto mi era estraneo, i suoni le luci i rumori, le facce della gente, anche il rumore dei miei passi mi era estraneo. Milano non c\’era, o meglio c\’era, era lì tutta attorno a me, minacciosa ed ostile come sempre, ma era come se fosse dipinta, era sbiadita e mi stava addosso, fastidiosa ed opprimente.
Percepivo lucidamente solo i miei cani che passeggiavano con me, loro non mi erano estranei ed io non lo ero a loro, del resto non lo siamo mai stati, nemmeno nei momenti più difficili… Le loro code agitate e felici muovevano quella specie di panna cittadina come se fossero immerse in gelatina…
Colla e Lulù (cosi\’ si chiamano), con quell\’agitare di code e quell\’ansimare mi stavano dicendo una cosa precisa, importante, vitale. Certo lo facevano come possono farlo i cani, scodinzolando ansimando e zampettando: sei vivo, non stai morendo e non ti sei nemmeno drogato!
Dai su ma non capisci?
Non ci vedi?
Noi siamo felici tu perche\’ sei triste?
Non senti i passeri che casino che stanno facendo sull\’albero?
E\’ sicuramente una riunione di condominio, solo che a differenza di quelle che fate voi umani loro si mettono sempre d\’accordo e si divertono come matti, davvero non li senti?
Ecco cosa volevano dirmi i miei pelosi, loro li sentivo si… eccome se li sentivo! E sentivo i passeri ed il rumore delle foglie dell\’albero. Nulla di tutto questo mi era alieno, era tutto quello che ci stava attorno che stonava, che mi faceva male e mi feriva!
Ero io che ero alieno, che mi stavo alienando da tutto e da tutti. Mi sono fermato, come faccio spesso, ad osservare le facce delle persone, i loro movimenti, il loro camminare veloce scomposto… \”io sarò alieno ma tutta quella gente sta di certo peggio di me\”!
In questi momenti di strane visioni, (che altro non sono che una strana alchimia) tutto quello che sta in fondo all\’anima, che si accumula in giorni, mesi ed anni di sofferenza latente, viene alla luce con prepotenza.
Oddio non mi lamento, conosco gente a cui succede di molto peggio!
E affiorano i pensieri generati da questa società malata, fatta di sopraffazione, di distruzione sangue dolore denaro.
Milioni di esseri viventi uccisi per nulla, allevamenti intensivi, massacri, malattie che si trasformano passano da specie a specie.
Muri che vengono eretti tra popoli, guerre preventive e tutte le schifezze perpetrate in nome di piccoli pezzi di carta che non hanno nessun valore fuori da questo gioco di regole e convenzioni, insomma tutte cose che anche voi ben conoscete se siete arrivati fino qui e se mi state ancora leggendo.
Ma come posso io fare qualcosa che davvero serva a cambiare le cose, ad invertire in qualche modo la rotta?
Come posso io piccolo stupido essere umano vagamente pensante riuscire a modificare davvero questo stato di cose?
Queste domande me le sono poste da sempre, ma ad un certo punto, in un momento di gelatina, ho visto qualcosa, ed ho visto la risposta *possibile* ad una parte di queste domande.
Non che fosse la prima volta che percepivo delle risposte, ma erano sempre parziali, insufficienti.
Ho provato a fare il volontario di qui e vedevo la magagna di la, ho passato in rassegna associazioni, gruppi movimenti, non tutti per carità, solo qualcuno, ma ognuno di essi, pur pregevole che fosse, dava risposte solo ad *una* delle tante domande che continuavo a pormi.
Servono tutti, gli animalisti, gli ambientalisti, gli antivivisezionisti, chi difende i diritti umani e chi difende qualche altro sacrosanto diritto…
Ma, non ostante la meravigliosa e variegata *umanità solidale* c\’era ancora qualcosa che non andava, qualche nota stonata che percepivo nell\’intenso concerto eseguito da tanta gente così bella.
Ma cosa?
Era la nostra stessa vita che non funzionava!
Le modalità, le regole, anche quelle impercettibili, le convenzioni, le abitudini, i gesti quotidiani, le piccole grandi attenzioni anche nelle cose più banali, tutto l\’insieme di queste cose erano le note stonate che percepivo, e che in quel famoso giorno di gelatina ho percepito con estrema lucidità.
Cambiare le regole del gioco dal basso, dal vivere di tutti i giorni, mangiare, vestirsi, informarsi, divertirsi, interfacciarsi con gli altri… non dalle grandi proposte politiche, non dai grandi progetti, ma dal piccolo, tanta gente che ovunque nel mondo cominci a vivere *da subito* secondo regole e modalità diverse, questa è la vera innovativa proposta, e così mi sono messo a lavorare, a parlarne con le persone a me più care.
Il risultato di tutto questo ha cominciato ad avere una forma sempre più definita, è passato da malessere a progetto, da disagio profondo dell\’anima a quel che state ora vedendo.
Il solco è tracciato, ora arriverà la parte più difficile, riusciremo in tutto questo?
Riusciremo a cambiare le regole del gioco partendo dalle nostre stesse vite fin nei più insignificanti gesti?
Riusciremo a costruire l\’eco-villaggio?
Noi crediamo proprio di si…
Testo di Gianluca Miano
Tratto da: www.piccolopopolo.org
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