Indagine Doxa: come e quanto il lockdown ha cambiato la spesa degli italiani?

Un'indagine pubblicata in esclusiva su Food rivela come il modo di fare la spesa degli italiani sia cambiato dopo il blocco totale delle attività: se per molti la quantità di alimenti acquistati è rimasta invariata, sono cambiati invece almeno in parte i canali di acquisto; la scelta di dove fare la spesa, per molti, risulta anche influenzata dall'afflusso di clienti nel negozio.

Dopo il lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, gli italiani vivono una “nuova normalità” che coinvolge molti aspetti della vita quotidiana, tra i quali anche quello della spesa. Cambiano le abitudini, specialmente per quanto riguarda il canale utilizzato e i prezzi, come rivela un’indagine condotta da Doxa – la più importante azienda italiana di ricerche di mercato – e pubblicata in esclusiva sul magazine online Food, che analizza nello specifico il settore agroalimentare. Il sondaggio è stato condotto dal 3 al 9 luglio e vi hanno aderito su base volontaria 500 persone iscritte alla community digitale Doxa Roamler.

Dopo il lockdown, il primo canale di acquisto si conferma il supermercato ma guadagnano terreno i negozi di prossimità, ovvero le piccole realtà commerciali come panettieri (55%), fruttivendoli (42%) e macellai (36%); anche i piccoli negozi che vendono diverse tipologie di generi alimentari sono frequentati dal 17% degli intervistati. Scende invece il numero di persone che ricorrono alla consegna a domicilio della spesa, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto durante il periodo di blocco delle attività, quando la spesa degli italiani è diventata virtuale: a oggi il 76% degli intervistati dichiara di non aver fatto più ricorso a questa formula dalla fine del lockdown. Tra le persone che lo fanno, il 18% ordina al supermercato, ma ben il 10% ricorre invece ai negozi di prossimità.

Prezzi: come li percepiscono gli italiani dopo il lockdown?

L’emergenza Coronavirus ha portato con sé anche una crisi economica che ha coinvolto quasi tutti i settori, e la percezione dell’aumento dei prezzi da parte dei consumatori è un argomento interessante: se per il 61% degli intervistati la quantità della spesa media non è cambiata rispetto a prima del lockdown, ben il 58% ritiene di aver riscontrato un aumento dei prezzi dei generi alimentari: aumentati “di molto” per il 14% delle persone coinvolte e “di poco” per il 44%; solo il 6% degli intervistati ha percepito in questo periodo una diminuzione dei prezzi.

L’aumento dei prezzi più consistente è percepito per la frutta (74%) e la verdura (70%), ma anche per la carne (55%) e il pesce (44%). Nonostante questo, i generi alimentari più acquistati rimangono gli alimenti vegetali: durante il lockdown sono cambiate molte abitudini di consumo e un italiano su 3 ha mangiato più frutta e verdura generando un aumento del valore delle vendite pari al 15,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Leggi anche: Consumo di frutta e verdura aumentato per 1 italiano su 3 durante il lockdown

Un altro dato interessante riguarda la scelta di dove fare la spesa: mentre per il 67% degli intervistati rimane decisivo un buon rapporto qualità/prezzo, da non trascurare è che il 37% dei rispondenti, visto il periodo, è guidato in questa scelta dall’assenza di affollamento o code all’ingresso.


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