“Andate da un’altra parte, perché qua di vegani non ne accettiamo”: questa, nel 2023, può essere ancora la risposta di un locale di fronte ad alcuni clienti fanno richiesta di opzioni vegetali per una cena. Siamo in Puglia e a raccontare l’accaduto è Giulia Pisco, creator vegan che propone sui suoi canali ricette vegetali e che in queste ore ha pubblicato un video diventato subito virale, nel quale mostra la conversazione telefonica con un ristoratore.
Dopo averlo informato che sarebbero stati 8 clienti, tutti vegan, l’uomo tentenna e alla fine dichiara di non avere a disposizione nessuna opzione 100% vegetale nel menu. Falso, perché la ragazza gli fa subito notare che il locale propone già piatti vegan-friendly – come fave e cicorie, per citarne uno – ma l’uomo rimane irremovibile, rifiuta di accettare la prenotazione e dichiara apertamente che di clienti vegan, loro, non ne vogliono.
Nel video scopriamo poi che Pisco e i suoi amici hanno trovato un altro locale che, nonostante non fosse vegan, è stato in grado di offrire loro diverse opzioni plant-based come fiori di zucca fritti, bruschette e, appunto, purea di fave e cicoria. Del resto, non va dimenticato che la tradizione culinaria pugliese è già ricca di piatti vegetali o comunque facilmente “veganizzabili” e accontentare la richiesta non avrebbe dovuto rappresentare un problema.
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Influencer vegana respinta in Puglia: “Solo pregiudizio”
È la stessa giovane, nel video, a parlare di pregiudizio di fronte a questa situazione: il locale che li ha respinti, aveva già opzioni vegan-friendly sul menu. Verrebbe da dire che sarebbe bastato non presentarsi come “8 clienti vegan” per non avere problemi, ma è proprio questo il problema.
Nel 2023, questo tipo di discriminazione non è accettabile, a maggior ragione se deriva da un’ignoranza di fondo dell’argomento. Non è ammissibile che proprio coloro che lavorano nel mondo della ristorazione abbiano certe lacune: la confusione tra vegetariano e vegano, ma ancora peggio tra vegan e gluten-free, non è solo pericolosa – in caso di allergie o intolleranze alimentari – ma anche sintomo di una chiusura al cambiamento davvero preoccupante. Sono sempre di più le persone che abbracciano uno stile di vita animal-free ed è decisamente controproducente ignorare questa tendenza, perché significa perdere volutamente una fetta sempre più consistente di clienti.
È abbastanza triste che al giorno d’oggi possano accadere ancora episodi del genere, specialmente quando si parla di un settore che vede la richiesta di alimenti e prodotti plant-based in costante crescita, e dovrebbe non solo lavorare per adeguare la propria offerta a questa domanda e rimanere al passo con il cambiamento, ma anche cercare di offrire un minimo di inclusività alla clientela.
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