Bacon vegan

Dal micelio il bacon vegan, dopo packaging e imballaggi: è il prodotto del futuro?

C'è chi, partendo dal micelio dei funghi produce cuoio, materiali da imballaggio riciclabili e compostabili e perfino bacon vegan: l'azienda Ecovative sembra aver trovato il prodotto che rivoluzionerà il mercato nel prossimo futuro.

Si chiama micelio, è l’apparato vegetativo dei funghi e promette di rivoluzionare il mercato globale nel prossimo futuro. Ne sa qualcosa la start up americana Ecovative, che non solo si occupa di realizzare biomateriali alternativi a schiume di plastica e polistirolo partendo dai funghi, ma che dallo stesso micelio ora ricava anche il bacon vegan.

L’azienda, fondata da Eben Bayer – ex allevatore di maiali del Vermont e oggi imprenditore (anche) nel settore delle proteine alternative – nel tempo ha investito ingenti somme nella ricerca sul micelio e sui suoi possibili impieghi. Una ricerca che non ha tardato a dare i suoi frutti, dal momento che l’azienda è in grado di realizzare, partendo dal micelio, una gamma di prodotti incredibilmente diversi tra loro, accomunati dal fatto di essere 100% vegetali e naturali.

Crediamo che esista un modo migliore per nutrire il pianeta e ridurre la quantità di plastica utilizzata nei prodotti di consumo. La nostra missione è quella di realizzare materiali migliori, che siano ecocompatibili. Tramite il progetto stiamo collaborando con le aziende per creare prodotti alternativi alla carne, materiali da imballaggio biodegradabili, pellami cruelty-free e altro ancora.

Il bacon vegan

Il marchio si chiama MyBacon e fa parte del ramo produttivo dell’azienda in ambito alimentare, MyForest Foods. “Con la nostra tecnologia – spiega l’azienda – siamo in grado di creare una “tela bianca” di tessuto commestibile, ricco di proteine ​​e di sostanze nutritive e la cui consistenza ricorda quella della carne”. Come si legge sul sito della start up, con solo sei ingredienti l’azienda crea un prodotto plant-based quanto più simile al bacon, semplicemente aggiungendo grassi, aromi e coloranti vegetali alla base di micelio.

Un operaio nella fabbrica dove nasce il “bacon vegan” a base di funghi; nei contenitori, il tessuto fibroso commestibile ottenuto dal micelio

Ho smesso completamente di mangiare carne, ma avevo le idee confuse sull’agricoltura animale – ha dichiarato Bayer – Ho avuto bisogno che mi aprissero gli occhi, da una parte su come gli allevamenti impattino orribilmente sul Pianeta, e poi sugli orrori dell’allevamento intensivo. Non c’entra niente con l’allevamento che avevamo nel Vermont“.

Ma perché proprio il bacon? Dopo aver ricreato petti di pollo e bistecche vegan a base di micelio, MyForest Foods ha scelto di concentrarsi su quello che considera il “punto di massima leva” per il mercato delle proteine alternative. Oggi l’azienda ha a disposizione 3 stabilimenti che forniscono l’infrastruttura per produrre bacon vegan per un valore di 60 milioni di dollari. L’obiettivo è portare entro il prossimo anno il prodotto, che è in fase di test oltreoceano, anche sui mercati europei, per poi espandere ulteriormente la produzione.

Schiuma di micelio per l’industria tessile e cosmetica

Dal micelio puro al 100%, però, Ecovative ricava anche una schiuma ad alte prestazioni che può essere adattata ad applicazioni che vanno dall’industria tessile a quella della cura della persona. La start-up, grazie a una partnership con l’azienda tessile Bolt Threads, è infatti in grado di produrre un tessuto simile per aspetto e prestazioni al cuoio di origine animale, ma vegetale al 100% e quindi più sostenibile non solo dal punto di vista etico ma anche ambientale.

Il risultato è una “pelle vegana” che prende il nome di Mylo, che ha suscitato già l’interesse di grandi aziende della moda: “Nell’aprile 2018 – spiega l’azienda – abbiamo collaborato con la designer Stella McCartney per creare un prototipo della sua iconica borsa Falabella, realizzata con Mylo TM . La borsa è stata presentata in anteprima alla mostra Fashioned from Nature al Victoria & Albert Museum di Londra”. Ma non solo: in commercio è già disponibile la prima borsa realizzata con questo materiale (nella foto in basso), in collaborazione con Chester Wallace. La borsa è stata interamente finanziata attraverso una campagna Kickstarter nell’ottobre 2018.

Ma non basta: lo scorso anno l’azienda ha iniziato a collaborare con PVH Corp., la società madre dei marchi di moda Calvin Klein e Tommy Hilfiger, con l’obiettivo di sostituire sia la pelle vegana sintetica che la pelle di origine animale con la sua pelle di micelio.

Nel campo cosmetico, invece, l’applicazione della “schiuma” ottenuta dal micelio interessa diversi prodotti: dalle spugne per la stesura del make-up ai separatori per le dita utili quando si applica lo smalto sulle unghie dei piedi; dalle pantofole usa e getta per la spa ai patch imbevuti di cosmetici per effettuare maschere sul viso. In tutti i casi siamo di fronte ad alternative biodegradabili e compostabili che sostituiscono quelle tradizionali, spesso realizzate in plastica o in altri materiali non riciclabili.

Packaging e imballaggi biodegradabili

Per finire, l’azienda americana ha brevettato un metodo per creare imballaggi e confezioni eco-compatibili, nei quali il micelio fa da “collante” per sottoprodotti agricoli biologici – come per esempio i trucioli di legno o gli scarti di lavorazione della canapa – per produrre materiali durevoli, a base biologica e compostabili al 100%, oltre che competitivi dal punto di vista economico rispetto ai materiali tradizionali.

Questa tipologia di imballaggio richiede solo 30 giorni per il compostaggio, mentre il polistirolo riempie circa il 30% delle nostre discariche e impiega almeno 500 anni a biodegradarsi; come spiega l’azienda, si tratta di una soluzione di imballaggio ad alte prestazioni. Eben Bayer ha dichiarato a Business Insider: “Credo fermamente che la migliore tecnologia sul pianeta Terra sia la natura e che se sfruttiamo la tecnologia naturale, possiamo vivere una vita migliore, con cibo migliore e materiali migliori senza alcun costo per il pianeta. Anche se in questo momento stiamo iniziando a farlo, stiamo solo grattando la superficie”.

Perfino un colosso come Ikea ha avviato una collaborazione con Ecovative, per sostituire gli imballaggi in polistirolo proprio con gli imballaggi realizzati partendo dai funghi. Una scelta certamente in linea con la politica dell’azienda, da tempo impegnata sul fronte della tutela ambientale: è di pochi anni fa il primo “Natale senza carne” di Ikea UK, per “fornire ai clienti alternative più sane e sostenibili”.

Tecnologie e materiali alternativi: i funghi come prodotto del futuro

Oltre a Ecovative Design, esistono altre aziende nel mondo che sfruttano tecnologie avanzate per produrre materiali e alimenti alternativi partendo dai funghi, che oggi più che mai sembrano rappresentare il prodotto del futuro. Tra queste, per esempio, c’è Emergy Foods, produttore di alimenti a base vegetale in Colorado, che ha lanciato il marchio Meati Foods, che utilizza i funghi per creare “bistecche” e “petti di pollo” realistici per sapore e consistenza, ma assolutamente senza carne. L’azienda afferma che il loro prodotto è così sostenibile da poter produrre l’equivalente della carne ricavata da 4.500 mucche in un solo giorno. Partendo da una tipologia di fungo chiamata Koji, invece, l’azienda Prime Roots, che produce alimenti vegetali alternativi alla carne ad alto contenuto proteico, ha lanciato un “bacon” 100% vegetale andando sold out in poche ore sul proprio sito.

Non solo cibo, però: anche l’industria dell’abbigliamento trova nei funghi un punto di partenza interessante per ampliare e rinnovare il proprio mercato. Per esempio l’azienda MycoWorks utilizza i fughi reishi per creare un tessuto alternativo al cuoio di origine animale. “Proprio come le alternative alla carne hanno recentemente preso d’assalto l’industria alimentare, i consumatori sono anche alla ricerca di materiali naturali e cruelty-free da indossare. Con la sua incredibile estetica, il nostro tessuto è il risultato di un processo di produzione completamente nuovo e scalabile che soddisfa una chiara esigenza nel mercato“, ha dichiarato Matt Scullin, CEO di MycoWorks. La rivoluzione plant-based tocca però anche il mondo delle calzature: l’azienda tedesca Nat-2,  che realizza calzature e accessori “eco”, ha sostituito la pelle animale con un materiale ricavato dai funghi per produrre cappelli, guanti e borselli ma anche un’intera collezione di scarpe, sneakers 100% vegetali fatte appunto di “pelle” fungina.

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Crediti foto in apertura: MyForest Foods


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