Intervista a Davide Tafuni

Promiseland -

Attore, regista e scrittore, Davide Tafuni, in arte Dado Martino, è da sempre impegnato nella difesa dei diritti degli animali. Lo abbiamo intervistato in anteprima, nell’attesa di incontrarlo alla prossima edizione del VeganFest, in programma dall’8 all’11 Settembre a Bologna. Ciao Davide, ti va di raccontarci da quanto tempo sei vegano e come lo sei […]

Attore, regista e scrittore, Davide Tafuni, in arte Dado Martino, è da sempre impegnato nella difesa dei diritti degli animali. Lo abbiamo intervistato in anteprima, nell’attesa di incontrarlo alla prossima edizione del VeganFest, in programma dall’8 all’11 Settembre a Bologna.

Ciao Davide, ti va di raccontarci da quanto tempo sei vegano e come lo sei diventato?
Quando ero piccolo mi sono trasferito con la mia famiglia da Napoli a Foiano della Chiana, un piccolo paese della provincia di Arezzo. Andammo a vivere in campagna, mia madre comprò 12 pulcini ed io avevo adottato due cagnolini. Ero piccolo ma ricordo che feci cambiare idea ai miei genitori su quei polli. Non ero consapevole di essere vegano, ma sapevo che uccidere quei miei compagni di gioco per mangiarli era crudele. Nonostante che i miei genitori insistevano sulla genuinità di quelle carni, mi sono sempre rifiutato, insieme a mia sorella di permettergli di uccidere quelle vite. Erano i miei amici e per fortuna sono rimasti con noi per tutta la loro vita.
In che modo questa scelta ha condizionato la tua vita?
Fin da bambino mi chiedevo il motivo per il quale un assassino finisce in carcere mentre un macellaio no. Si trattava di vite e questo non lo accettavo. Ho sempre mangiato molti formaggi, erano l’unico alimento animale che assumevo. Lo vedevo come un dono che rafforzava le mie ossa. Quando ho capito che siamo gli unici mammiferi che si nutrono del latte di un altro mammifero ho cominciato a rivedere le mie abitudini. Scoprendo poi lo sfruttamento di questi poveri esseri. Ero convinto che le mucche facessero il latte, senza pensare al fatto che dovevano essere gravide, e togliere il nutrimento al proprio figlio.
La mia scelta ha cambiato il mio modo di vedere le cose. Mi definisco una persona che ha scelto un’alimentazione non proveniente dallo sfruttamento degli animali. Non mi vergogno a dirlo perche lo faccio per la mia salute e spero, nel mio piccolo di non incrementare questo sfruttamento bestiale, dove le bestie non sono quelle sfruttate ma gli sfruttatori stessi.
Abbiamo letto che alcuni anni fa lavoravi al circo. E’ stato il cambio del tuo stile di vita a farti lasciare quell’ambiente?
Ho sempre amato il palco scenico fin da piccolo, sono cresciuto con i film di Troisi e Totò. Volevo fare il clown per portare allegria e cosi un giorno, finito le scuole medie sono partito con un circo.
Ho subito notato che usavano gli animali per arricchire lo spettacolo. Anche li non capivo ancora la gravità del problema. Mi dicevano che gli animali amavano essere al servizio dello spettacolo, ricevendo in cambio lo zuccherino. Anche io come loro mi divertivo in pista, e li consideravo amici e colleghi. Spesso la notte entravo nelle stalle a parlare con loro, ma io ero libero, loro legati ad una catena. Ne valeva la pena, per uno zuccherino restare in catene?
Mi sentivo impotente, avrei voluto liberarli, ma li avrei condannati a morte. E ogni volta che sentivo una frustata, provavo a sentire il dolore che provavano. Una notte, senza dire niente a nessuno, finito lo spettacolo decisi di lasciare per sempre quel tendone, quelle luci e quel luogo di divertimento, dove chi si diverte è complice di chi uccide e sevizia.
Attore, regista, scrittore, disegnatore, quali sono i panni nei quali ti trovi più a tuo agio?
Amo l’arte, in particolare mi piace raccontare delle storie. Una storia si può raccontare con la musica, con le parole oppure unendole e creando un film. Mi piace raccontare quelle cose che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi e spesso non vediamo. Questo è di quello che parlano i miei libri, i miei disegni e i miei film.
Hai mai portato il mondo degli animali all’interno dei tuoi spettacoli?
No e non lo farò mai. Quando giro un film mi accordo delle pretese assurde che hanno gli attori, come potrei inserire un animale nel film senza sapere se davvero vorrebbe farlo? Amo la libertà che la vita ha donato ad ognuno di noi, e ognuno di noi comprende anche il mondo animale.
Sappiamo che a maggio cominceranno le riprese del tuo prossimo film, di cosa parlerà?
In questo film racconto una storia surreale, ma al tempo stesso un monito per far capire allo spettatore che se non apriamo gli occhi e facciamo realmente qualcosa per cambiare la nostra vita, non riusciremo mai a cambiare il mondo.
Spesso l’egoismo intrinseco nella nostra natura ci fa fare delle cose bestiali ma siamo cosi abituati a farle che ci sembrano normali.
Questo film sarà ambientato in un hotel, uno dei protagonisti sarà Pippo Franco. Otto persone, con otto ideologie diverse di fronte allo stesso bivio.
Numerose sono le collaborazioni artistiche che vanti. Come reagiscono i tuoi colleghi di fronte alla tua scelta? Hai notato una maggiore presa di coscienza riguardo ai diritti animali nel mondo dello spettacolo?
Quello che mi fa paura è la moda. Sempre più spesso vedo e conosco persone che asseriscono di essere vegani, animalisti perché fa tendenza o peggio controtendenza. Essere consapevoli delle nostre azioni non è una moda e chi fa il mio mestiere, al contatto con il pubblico non dovrebbe sbandierare cosa dice di mettere nel piatto, ma utilizzare la sua forza mediatica per far arrivare un messaggio chiaro di consapevolezza.
www.promiseland.it

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!


Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.

Scarica gratuitamente il nostro magazine