Stefano Momentè Altrocibo Academy VEGANOK

Stefano Momentè: 40 anni da vegano tra sfide e traguardi

Dal 1985 a oggi, Stefano Momentè ci racconta i suoi 40 anni di veganismo in Italia tra attivismo, formazione e nuove sfide per il futuro

Essere vegani oggi è (quasi) facile. Supermercati con una buona dose di alternative vegetali, ristoranti che propongono piatti vegan senza doverli cercare con la lente d’ingrandimento, un dibattito sempre più aperto su alimentazione, etica e sostenibilità. Ma prova a immaginare com’era nel 1985, quando dire “sono vegano” significava ricevere sguardi perplessi e dover spiegare, ogni singola volta, cosa volesse dire eliminare carne, pesce, latte e uova dalla propria dieta.

Stefano Momentè questa rivoluzione l’ha vissuta e costruita giorno dopo giorno. Vegano da 40 anni, è uno dei pionieri del veganismo in Italia. Chef, giornalista e autore di oltre 26 libri, ha introdotto al grande pubblico le prime ricette vegan e crudiste, quando ancora l’argomento era un territorio inesplorato. Nel 2001 ha fondato Vegan Italia, un’associazione nata per diffondere una corretta informazione sul veganismo, e con la sua Altrocibo Academy forma aspiranti chef e appassionati di cucina vegetale, promuovendo una visione alimentare salutistica e sostenibile.

Stefano Momentè Altrocibo Academy

Ma la sua esperienza non si limita alla cucina. Da anni, infatti, si occupa anche di nutraceutica e psicoalimentazione, discipline che studiano il legame tra cibo e benessere, approfondendo l’impatto dell’alimentazione sulla salute fisica e mentale. Stefano è anche docente in istituti di formazione e consulente per il settore ristorativo, aiutando professionisti e aziende a integrare la cucina vegetale nei loro menù e nelle loro strategie.

Altrocibo Academy VEGANOK

E la sua rivoluzione continua con VEGANOK: Stefano è ora un professionista accreditato e ha ottenuto l’accreditamento VEGANOK per le sedi della sua Altrocibo Academy a Cittadella (PD) e Bologna, una garanzia di qualità e trasparenza per chiunque voglia intraprendere un percorso di formazione nella cucina vegetale.

Stefano Momentè cucina vegan Altrocibo Academy

Inoltre, dopo il grande successo delle edizioni precedenti, ripartono i corsi della Vegan Cheese Academy tenuti all’interno di Altrocibo Academy dedicati all’autoproduzione di formaggi vegetali, anche questi accreditati VEGANOK. Un’opportunità unica per imparare a realizzare alternative 100% vegetali ai formaggi tradizionali, senza lattosio, caseina e grassi animali. Il programma prevede tre giornate tematiche, ognuna dedicata alla preparazione di 10 diversi formaggi vegetali, freschi e stagionati, per un totale di circa 30 ricette.

Vegan Cheese Academy Stefano Momentè VEGANOK

Ora, dopo quattro decenni di attivismo e divulgazione, Stefano è pronto a festeggiare il suo traguardo e noi lo abbiamo intervistato per parlare di passato, presente e futuro del veganismo e fare un po’ il punto su quanto è cambiato, e su quanto ancora c’è da fare. Ecco cosa ci ha raccontato.

Stefano Momentè

VEGANOK: Ciao, Stefano! Ti definisci “illuminato sulla strada del vegetarismo” nel febbraio 1985. Qual è stato questo momento “illuminante” che ti ha portato alla svolta?

Stefano Momentè: Ormai sono passati 40 anni. Avvenne a causa di un malessere interiore che avevo da un po’ di tempo e non riuscivo a spiegarmi. E a un’illuminazione. Era il febbraio 1985. Rientrando a casa un giorno mi resi conto, guardandoli entrambi, che la mia amata cagnolina era esattamente uguale al coniglio spellato sul tavolo della cucina. Che senza peli e pelle sarebbero stati davvero identici. Così siamo tutti nell’essenza. Non ci sono categorie. L’etica è stata perciò la molla che mi ha obbligato a decidere e mi ha convinto sempre più, nel tempo, di aver fatto la scelta giusta.

VEGANOK: Stai lavorando a un nuovo libro in cui definisci il latte vaccino “bianco veleno”. Con parole semplici e dirette spieghi perché dovremmo tutti smettere di bere il latte. Si potrebbe banalmente riassumere affermando che il latte non è destinato all’essere umano, e dunque il nostro corpo non è in grado di digerirlo, e allora ecco che si manifesta la ormai dilagante “intolleranza al lattosio”. Ma non possiamo semplicemente fermarci a questo perché c’è molto di più dietro. Puoi raccontarci perché, tra i tanti libri che hai scritto e la tua lunga pausa dalla scrittura, hai deciso adesso di concentrarti su questo argomento?

Stefano Momentè: Posso risponderti con quella che dovrebbe essere l’intro del mio libro?
Sono nato nella casa di campagna dei miei nonni, sotto un tetto di tegole scure, tra l’odore della terra bagnata e il fiato caldo delle vacche nella stalla. Non sono cresciuto lì, ma la cultura del latte era dentro di me. C’erano una o due vacche, dipende dal momento. Masticavano lente, come vecchie signore al tavolo della domenica. Il latte arrivava ogni mattina, ancora tiepido, versato nei secchi di latta. Mia nonna lo faceva bollire, e poi diventava colazione. Sembrava vita liquida, quasi sacra. Ma non sapevo, non potevo sapere.
Non ho mai toccato un formaggio. Mai. Non per scelta, ma per disgusto, un rifiuto innato, quasi ancestrale. Eppure il latte… quello era ovunque. Una religione silenziosa. Da bambino lo bevevo come si beve un incantesimo, senza pensarci. Litri e litri. Era pane e latte ogni sera, solo quello, fino ai diciotto anni. Pane e latte. E mi dicevano che era sano, che mi avrebbe fatto crescere forte, che senza latte non c’è futuro. Lo ripetevano come un mantra.
E mentre crescevo, cresceva anche il prezzo da pagare. Carie. Denti che si spezzavano come rami secchi. Eppure non mangiavo dolci, quasi mai. Ma nessuno – nessuno! – ha mai detto che poteva essere il latte. Non un medico, non un maestro, non un amico. Il latte era puro, intoccabile, un dono. Era sempre colpa di qualcos’altro.
Poi l’acne. Ero un ragazzo con la schiena come un campo di battaglia. Creme, saponi, farmaci. Niente funzionava. La schiena, sempre piena di segni, era un tormento. E mai una volta qualcuno che mi dicesse: «Smetti col latte, prova». Mai. Il latte era innocente. Sempre.
Bronchite asmatica e raffreddori. Ogni inverno, puntuali come la nebbia sui campi. Respiravo a metà, con i polmoni che urlavano e la gola stretta come un pugno. E ancora, mai nessuno che facesse il collegamento. Il latte era vita, mi dicevano. Il latte era salute. E io ci credevo.
Fino ai diciannove anni. L’intolleranza arrivò con la colite. Improvvisa, brutale. Portando gonfiore e dissenteria. Ogni sorso era dolore. Lo stomaco si ribellava, il corpo gridava basta. E allora ho smesso. Di colpo. Non c’era scelta. Non era una decisione filosofica, non ancora. Era pura sopravvivenza. La consapevolezza etica nei confronti degli animali arrivò pochi anni dopo, gradualmente, come un’illuminazione che cresceva al calore della verità.
E sai cosa? La bronchite sparì. Per sempre. L’acne cominciò a svanire, lentamente, come un’ombra che si dissolve al tramonto. E io iniziai a farmi domande. Troppe domande. Perché nessuno mi aveva mai detto nulla? Perché il latte era stato messo su un piedistallo, intoccabile, insindacabile?
Ho vissuto anni immerso in quella menzogna bianca, liquida, dolceamara. E ora la vedo per quello che è: un veleno travestito da cura. Un inganno che inizia con il primo biberon e non finisce mai, se non sei tu a dire basta.
Questo è il volto nascosto del latte. Questo è quello che non ti dicono. Ma io l’ho scoperto. A caro prezzo. E non voglio che nessuno debba pagare lo stesso.

VEGANOK: Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza in questa bellissima introduzione al tuo nuovo libro. Oltre a scrivere, tieni diversi corsi di cucina organizzati anche in base a tematiche specifiche, tra cui quello sull’autoproduzione di latte, yogurt e formaggi vegani. Cosa ne pensi dell’accesso dibattito in corso in Italia sul milk sounding, anche a seguito del caso di Barbara Ferrante?

Stefano Momentè: È un’assurda presa di posizione. L’ultimo disperato tentativo di difesa di un sistema che sta crollando. E che crollerà definitivamente.

corso formaggi vegani

VEGANOK: Sei stato un pioniere del veganismo e del crudismo in Italia. Come pensi che sia cambiata la percezione di queste tipologie di alimentazione nel nostro Paese nel corso di questi decenni? Vedi un certo miglioramento negli ultimi anni, soprattutto in merito all’aspetto etico di questa scelta?

Stefano Momentè: La consapevolezza è certamente aumentata. Ma con questa anche la confusione. E i social, pur con tutto il buono che possono portare, danno anche un importante contributo al caos. Quarant’anni fa, quando è avvenuto in me il cambiamento – ma anche venticinque, quando ho iniziato a impegnarmi nella divulgazione – il problema più grande era che nessuno sapeva niente di veganismo. Oggi il problema è che tutti credono di sapere tutto. Non bisogna quindi mai stancarsi di tenere la rotta della corretta informazione.

VEGANOK: Grazie ai tuoi tanti anni di esperienza alle spalle, adesso ricopri anche il ruolo di consulente alimentare per la ristorazione. Su cosa vedi che il settore ha più bisogno di aiuto? Quali sono i maggiori ostacoli da sormontare per un ristoratore che voglia introdurre nella sua attività opzioni vegan, se non addirittura convertirla del tutto?

Stefano Momentè: Il primo ostacolo è il non rendersi conto delle mutate esigenze. Il mondo della ristorazione sta cambiando rapidamente, e ignorare questi cambiamenti può essere un rischio. Oggi il numero di persone che scelgono una dieta vegetale è in costante crescita, alimentato da una maggiore consapevolezza verso la salute, l’ambiente e i diritti degli animali. Secondo uno studio di Allied Market Research, il mercato globale dei prodotti vegani dovrebbe raggiungere i 36 miliardi di dollari entro il 2030.
Anche in Europa, il numero di vegani è quadruplicato negli ultimi anni, e l’Italia non fa eccezione: l’Eurispes ha rilevato che circa l’8,2% degli italiani si identifica come vegano o vegetariano, una cifra in costante aumento. Quindi aprirsi al mercato vegano non è più una scelta facoltativa, ma una necessità strategica per rimanere competitivi nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità. La chiave è fare le cose con consapevolezza e professionalità, affidandosi a chi conosce bene questo settore in continua evoluzione. Ignorare i rischi può costare caro, ma agire con competenza può garantire successo e soddisfazione per tutti.

VEGANOK: Cosa significa per te, all’alba dei tuoi 40 anni da vegano, diventare un professionista accreditato VEGANOK? Quali valori rappresenta per te questo accreditamento?

Stefano Momentè: Siamo cresciuti assieme in tutti questi anni, osservando i cambiamenti che avvenivano intorno a noi e partecipando attivamente alla divulgazione del veganismo. Ritengo che questo sia il momento più opportuno per unire le forze.

Altrocibo Academy

Quarant’anni di veganismo non sono solo un traguardo personale, ma anche il segno di un cambiamento che, lentamente, ha preso forma. Se oggi parlare di alimentazione vegetale è più semplice, lo dobbiamo anche a chi, come Stefano Momentè, ha iniziato quando tutto questo era ancora un’idea lontana. Il suo percorso dimostra che il veganismo è anche un modo di ripensare il nostro rapporto con il mondo, con gli altri esseri viventi e con noi stessi. E ora, dopo quattro decenni di attivismo, è davvero arrivato il momento giusto per unire le forze con VEGANOK, dando ancora più spinta alla sua missione di trasformare la cultura alimentare.

E anche se di strada ce n’è ancora tanta da fare, una cosa è certa: il cambiamento è già in corso.


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