James Cromwell Starbucks

James Cromwell e un’altra campagna contro i sovrapprezzi Starbucks sul latte vegetale

James Cromwell partecipa all'ennesima campagna di PETA per chiedere a Starbucks di eliminare il sovrapprezzo sul latte vegetale, che negli USA è di circa 70-90 centesimi.

James Cromwell, la star di “Succession”, torna a far parlare di sé schierandosi contro Starbucks e le sue politiche che riguardano le opzioni vegetali: unendosi a una campagna lanciata da PETA, l’attore chiede alla catena di caffetterie di eliminare il sovrapprezzo sul latte vegetale. Per farlo, Cromwell – candidato all’Oscar per il film del ’95 “Babe”, grazie al quale ha intrapreso il suo percorso verso la scelta vegan – è apparso su oltre 100 cartelloni distribuiti lungo tutta Atlantic City Boardwalk, l’iconico (e trafficatissimo) lungomare della città del New Jersey.

Il suo volto compare accanto a una scritta, che recita: “Aiutare gli animali e la Terra non è un compito arduo. Starbucks, metti fine al sovrapprezzo sul vegan”. Questa mossa, in realtà, è solo l’ultima fase di una campagna che ha coinvolto James Cromwell e PETA per fare pressione su Starbucks affinché metta fine al sovrapprezzo legato alle opzioni vegetali, e in modo specifico alle alternative al latte. Lo scorso anno, in segno di protesta per la stessa questione, l’attore si è persino incollato al bancone di uno Starbucks a New York.

James Cromwell Starbucks

C’è da dire che Starbucks offre diverse opzioni plant-based ormai da molto tempo, e negli anni queste sono andate aumentando fino a diventare una parte consistente dell’offerta delle caffetterie; negli Stati Uniti, Starbucks offre latte di mandorle, cocco, avena e soia come alternative al latte vaccino, ma con un sovrapprezzo che oscilla tra i 70 e i 90 centesimi. Eliminare questo sovrapprezzo renderebbe più facile per i clienti scegliere opzioni vegane rispettose degli animali e del pianeta“, ha commentato Cromwell, sottolineando anche che molte catene di caffetterie hanno già compiuto questo passo, comprese alcune sedi di Starbucks in Germania e Regno Unito.

Abbiamo tutti un interesse nella questione, che è strettamente legata alla crisi climatica che stiamo vivendo, e Starbucks dovrebbe fare la sua parte ponendo fine al suo sovrapprezzo sulle opzioni vegan“, ha aggiunto, sottolineando che si tratta di un ostacolo per la clientela attenta alla questione ambientale. Mentre si attende la risposta da parte di Starbucks, la campagna PETA continua su più fronti, coinvolgendo altri volti noti: tempo fa anche l’ex Beatle Paul McCartney ha prestato il suo volto per una campagna e una relativa petizione, che ha raccolto più di 150 mila firme in pochissimo tempo.

Crediti foto: PETA

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