Lo stilista Jean Paul Gaultier conferma una svolta fur free delle sue creazioni ritenendo l’industria della pelliccia animale “assolutamente deplorevole”. E ha aggiunto: “Si possono trovare altri modi per scaldarsi. Quindi si andrà in una direzione creativa che non farà del male agli animali”. Annunciando la notizia alla televisione francese, ha promesso di abbandonare la pelliccia da tutte le collezioni da quel momento in poi.
La decisione segue anni di campagne da parte del gruppo animalista PETA (People for the Ethical Treatment of Animals). Nel 2006, la stessa fondatrice di PETA Ingrid Newkirk ha fatto “irruzione” in una delle boutique di Gaultier a Parigi per protestare contro il suo uso della pelliccia; il designer è stato inondato da continue campagne online. Ingrid Newkirk ha dichiarato: “La notizia arriva dopo anni di pressioni. Questa decisione è un segno dei tempi cambiati poiché la maggior parte delle persone non desidera più indossare abiti da animali che sono stati crudelmente ingabbiati, fulminati, colpiti a morte o catturati in trappole d’acciaio, lasciati morire lentamente e dolorosamente. La pelliccia oggi è morta come i poveri animali da cui è stata rubata”.
Gaultier ora si unisce ad una lista crescente di grandi designer che dicono no alla pelliccia e abbraccia il movimento verso una moda senza crudeltà. I tempi sono cambiati da quando la finta pelle e la finta pelliccia venivano considerate un’alternativa scadente ed “economica” alla pelle animale e molte griffe e gli appassionati stanno ora abbracciando il faux.
A settembre di quest’anno, la settimana della moda di Londra ha dato grande spazio alle collezioni fur free diventando la prima grande fashion week a farlo. Da allora, il marchio di lusso Coach ha accettato di eliminare gradualmente visone, coyote, volpe e pelliccia di coniglio, unendosi ad altri importanti marchi senza pelliccia tra cui Versace, Tom Ford, Burberry, John Galliano, DKNY, Diane von Furstenberg, Gucci, Versace, Armani, Ralph Lauren, Bershka, Adidas, Zara, Mango, Cos, Michael Kors, Vivienne Westwood e Stella McCartney.
È diventato un vero e proprio trend anche tra le star di Hollywood e nello Showbiz internazionale: tra i più famosi sostenitori, l’attrice e modella vegana Pamela Anderson, Kim Kardashian e persino la First Lady degli Stati Uniti Melania Trump.
E non sono solo i marchi di lusso a far diventare mainstream la pelliccia finta; anche i marchi che producono su fasce di prezzo più basse stanno proponendo collezioni e accessori in finta pelle e fur free.
Intanto, arrivano sempre più input dalla ricerca sulle nuove fibre tessili ecologiche e sostenibili oltre alle alternative sintetiche di derivazione petrolchimica. A maggio, Hugo Boss ha lanciato una collezione di scarpe da uomo in pelle d’ananas. E il gigante della scarpa italiana, Salvatore Ferragamo, ha recentemente annunciato l’intenzione di utilizzare tessuti derivati da sottoprodotti dell’industria agrumicola. Altre interessanti novità? Ecco che compaiono sul mercato, una seta a base di lievito, lana e pelle a base di funghi. Ne abbiamo parlato diffusamente in questo articolo: Funghi e lievito: gli ingredienti della moda sostenibile. Grandi opportunità di innovazione
ECOPELLE e FINTA PELLE NON SONO LA STESSA COSA
Attenzione a non confondere i concetti perché si rischia di incorrere in un grave errore di valutazione. L’ecopelle non è affatto un sinonimo di similpelle o finta pelle. Precisando che i termini “cuoio”, “pelle” e sinonimi, sono disciplinati dalla legge 1112/66 e riservati esclusivamente a prodotti ottenuti dal processo di concia di spoglie animali, ecco la differenza tra i due termini:
FINTAPELLE, PELLE SINTETICA o SIMILPELLE: è una fibra sintetica di dervazione petrolchimica che viene trattata come un tessuto.
ECOPELLE: l’ecopelle e le sue varie accezioni (ecocuoio, ecoleather e similari) è una pelle vera e propria, quindi di origine animale. Si differenzia dalla pelle non eco perchè viene prodotta seguendo un protocollo a basso impatto ambientale stabilito dalla norma Uni 11427-2015 “Cuoio – Criteri per la definizione delle caratteristiche di prestazione di cuoi a ridotto impatto ambientale”.
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