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Johnson & Johnson, multinazionale americana nota in tutto il mondo per i suoi prodotti cosmetici per la cura personale e specifici per bambini, dovrà pagare un maxi risarcimento di 4,7 miliardi di dollari alle 22 donne che le hanno fatto causa.
L’impianto dell’accusa delle donne, unite in una class action contro il gigante farmaceutico, ha identificato nell’asbesto (comunemente noto come amianto) presente nel talco “Baby Powder”, la causa del loro tumore ovarico.
La giuria di St.Louis nello stato del Missouri si è espressa a favore delle donne dopo un processo durato 5 settimane e ha condannato la J&J al maxi risarcimento. I 4,7 miliardi di dollari sono così distribuiti: 25 milioni di dollari per ognuna delle donne come risarcimento morale. I danni punitivi invece sono stati quantificati in 4,14 miliardi.
Carol Goodrich, portavoce di Johnson & Johnson annuncia che farà appello e dichiara: “È il prodotto di un processo fondamentalmente ingiusto. I prodotti non contengono asbesto e non sono responsabili del cancro alle ovaie“.
Durante il processo, la linea difensiva dell’avvocato della multinazionale Peter Bicks si è basata sul fatto che i test effettuati da laboratori indipendenti, università, agenzie governative, fornitori di talco e dalla stessa J & J hanno dimostrato che non vi è traccia di amianto nel talco prodotto dall’azienda.
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L’avvocato delle querelanti invece Mark Lanier, ha affermato che l’amianto e il talco, minerali strettamente collegati, sono mescolati nel processo di estrazione, rendendo impossibile rimuovere la sostanza cancerogena. Su questa base, il legale delle 22 donne ha potuto affermare che il cancro alle ovaie delle donne è stato causato dal talco sostenendo che l’azienda sapeva che i suoi prodotti al talco contenevano asbesto sin dagli anni ’70 e ha nascosto l’informazione al pubblico, difendendo l’immagine del borotalco per bambini come la “sua mucca sacra“. Ha inoltre dichiarato: “Johnson & Johnson ha truccato i test per evitare di mostrare la presenza di asbesto.”
La società ha subito in passato diversi processi sempre a causa del talco, con numerosi risarcimenti, anche milionari.
I casi più eclatanti:
- Caso Joanne Anderson, 66 anni: la donna aveva sostenuto di aver sviluppato un mesotelioma dopo aver usato per anni il talco. Ha ottenuto un risarcimento di 25,7 milioni di dollari.
- Caso Jacqueline Fox, 62 anni: nel 2016 aveva avviato la battaglia legale sostenendo di aver usato quei prodotti per la sua igiene intima per 35 anni prima che le fosse diagnosticato un cancro ovarico nel 2012. Ha ottenuto un risarcimento di 72 milioni di dollari.
- India 2013: la Food and Drug Administration di Maharashtra ha ritirato la licenza alla multinazionale per la produzione all’interno dello stabilimento di Mulund di talco per bambini trattato con ossido di etilene potenzialmente cancerogeno. Di questo specifico caso, leggi l’approfondimento. Forum Biodizionario: Jhonson & Johnson: ritirata licenza in India per talco cancerogeno
Commenta così Erica Congiu, responsabile del Biodizionario, il più autorevole strumento di informazione in Italia sulle etichette dei cosmetici e sulla divulgazione in materia di salute-cosmesi:
“Oltre il danno anche la beffa, non solo la Johnson & Johnson se ne è infischiata del bene dei propri consumatori immettendo in commercio prodotti contaminati con una sostanza così dannosa per la salute, ma addirittura non accetta di prendersi le proprie responsabilità, occultando i dati e negando le evidenze. Ma d’altronde da un’azienda che per decenni ci ha convinto che spalmare i nostri bambini di un derivato petrolifero fosse un atto d’amore, cosa potremmo aspettarci?”
Il talco può essere quindi causa di cancro ovarico? Facciamo chiarezza.
Le cause del tumore dell’ovaio sono attualmente oggetto di studio: ciò che gli studi medici confermano è che ci sono numerosi fattori in gioco in parte genetici e in parte ambientali.
Sul sito web ufficiale dell’ AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) si afferma che alla luce dei dati disponibili, l’International Agency for Research on Cancer (IARC), che fa capo all’Organizzazione mondiale della sanità:
- classifica il talco contaminato da asbesto (un minerale già noto per essere all’origine del mesotelioma pleurico) come “carcinogeno per gli esseri umani”, ma la causa della cancerogenicità è l’asbesto e non il talco e che tale prodotto non è più in commercio da molti anni;
- sulla base della mancanza di dati provenienti da studi condotti con esseri umani e della limitata quantità di dati provenienti in studi condotti con gli animali, lo IARC considera il talco non contaminato da asbesto come “non classificabile tra i carcinogeni umani”;
- sulla base della scarsa qualità di prove ottenute in studi con esseri umani che hanno collegato il cancro ovarico all’uso di talco, lo IARC considera solo l’uso del talco a livello perineale (cioè genitale o intravaginale) come “possibile carcinogeno per l’uomo” ( gruppo 2B).
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