La maggior parte della “carne” che le persone mangeranno nel 2040 non proverrà da animali macellati. Il 60% sarà coltivato o sostituito da prodotti a base vegetale che hanno un aspetto e un sapore simile alla carne.
Il report è stato pubblicato della società di consulenza globale AT Kearney e mette in evidenza i pesanti impatti ambientali della produzione di carne convenzionale e le preoccupazioni che le persone hanno sul benessere degli animali nell’ambito dell’agricoltura industriale.
“Il settore dell’allevamento su larga scala è visto da molti come un male inutile“, afferma il report. “Con i vantaggi dei sostituti vegan e di carne in coltura rispetto alla carne prodotta in modo convenzionale, è solo una questione di tempo prima che acquisiscano una quota di mercato sostanziale”.
L’industria della carne convenzionale alleva miliardi di animali e incassa oltre 1 milione di sterline all’anno. Tuttavia l’enorme impatto è stato reso evidente in recenti studi scientifici, dalle emissioni che guidano la crisi climatica agli habitat distrutti per i terreni agricoli fino all’inquinamento dei fiumi e degli oceani. La popolazione globale, che nel 2018 è stata stimata di circa 7,6 miliardi, dovrebbe aumentare a circa 10 miliardi entro il 2050 . Per sostenere tutte queste persone, è necessaria una quantità enorme di cibo.
Secondo l’ Organizzazione per l’ alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), quasi la metà del raccolto mondiale è richiesto per nutrire la popolazione di bestiame, che consiste di circa 1,4 miliardi di bovini, 1 miliardo di suini, 20 miliardi di volatili e 1,9 miliardi di pecore, agnelli e capre.
La produzione agricola diretta per il consumo umano rappresenta solo il 37%. Pertanto, la maggior parte del raccolto viene somministrato agli animali per produrre carne, che viene infine consumata dagli esseri umani.
“Il passaggio a stili di vita flexitarian, vegetariani e vegani è innegabile con un numero crescente di consumatori che riducono il consumo di carne per diventare più attenti verso l’ambiente e il benessere degli animali”, ha affermato Carsten Gerhardt, partner di AT Kearney. “Per i mangiatori di carne appassionati, l’aumento previsto dei prodotti a base di carne in coltura significa che possono ancora mantenere la stessa dieta ma senza lo stesso costo ambientale e animale.”
Il report stima che il 35% di tutta la carne sarà coltivata nel 2040 e il 25% sarà rimpiazzato da prodotti vegetali. Questa stima evidenzia la maggiore efficienza delle alternative alla carne convenzionale.
Lo studio è disponibile a questo link: How Will Cultured Meat and Meat Alternatives Disrupt the Agricultural and Food Industry?
AT Kearney prevede che nel lungo periodo, la carne in vitro diventerà più popolare delle alternative plant-based per la capacità di imitare più fedelmente le carni convenzionali, anche se ammette che ci saranno probabilmente problemi di regolamentazione a breve termine. Attenzione a non fare confusione però: la carne coltivata in laboratorio non è vegana poiché attualmente utilizza cellule provenienti da animali. Ridurrebbe drasticamente il numero di animali macellati e apporterebbe un cambiamento sostanziale nello smantellamento totale del sistema allevamento ma continuerebbe a perpetrare in concetto di sfruttamento animale, seppur in scala e misura ridotte.
Parlando invece del successo delle alternative vegetali, il rapporto dice: “Non sono richiesti ingredienti animali perché questi prodotti sono completamente vegetali” ma sul profilo sensoriale, si avvicinano molto alla sensazione della carne, come texture e sapore. La ragione principale del miglioramento del profilo sensoriale è un processo di produzione sofisticato con l’uso di emoglobina e leganti, estratti tramite fermentazione dalle piante, che imitano la sensazione della carne”
Le start-up in questo campo, come Impossible Foods, Just e Beyond Meat, si sono sviluppate intorno al 2010 e hanno ricevuto sostanziosi finanziamenti (per un totale di circa $ 900 milioni fino al 2018). I loro prodotti sono già disponibili in ristoranti e supermercati in diversi paesi.
E in Italia?
Parlando di alternative vegan alla carne è impossibile non fare riferimento al marchio italiano VeganDelicious, che, oltre alla famosa gamma di formaggi vegetali VEGAND’OR, sta per lanciare sul mercato prodotti vegetali rivoluzionari alternativi agli insaccati con la linea NoGluty. Parliamo di prodotti Bio-Vegan-gluten free e certificati VEGANOK, che promettono di rivoluzionare il mercato e che sono pensati non solo per vegetariani e vegani, ma anche per la vasta clientela onnivora che cerca alternative più salutari ai prodotti di origine animale.
Attualmente con l’impasto del NoGluty stiamo realizzando l’equivalente di prosciutti, salami, finocchiona, lardo, guanciale, arrosti e molto altro. Presto faremo vedere nuove realizzazioni e anche una versione di formaggio NoGluty da grattugiare sui piatti. Se e quando ci sarà un vero successo sul mercato, penso dipenderà principalmente dal sapore davvero buono e dalla qualità degli ingredienti utilizzati, che rendono il NoGluty un prodotto da consumare con tranquillità. In più, non bisogna dimenticare che sono anche gli unici prodotti di questo genere a essere realizzati senza glutine, quindi sono adatti a celiaci e anche a chi scelga di non consumare (o di ridurre) il glutine nella propria alimentazione.
Sauro Martella, fondatore di VeganDelicious e formulatore dei formaggi vegetali VEGAND’OR
Leggi l’intervista completa a Sauro Martella: NoGluty: ecco gli insaccati vegani, bio e gluten-free che promettono di rivoluzionare il mercato
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