L’agghiacciante vita del coniglio da allevamento.

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Video investigazione di Lav Lega-Antivivisezione e Animal Equality svela un sistema di produzione “ultraintesivo” trai più disumani, privo di una puntuale regolamentazione. Conigli allevati senza regole e senza controllo, senza spazio e in condizioni igieniche precarie, tra pelo, sporcizia e mosche, con fattrici inseminate artificialmente durante tutta la durata della loro vita, con i piccoli […]

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Video investigazione di Lav Lega-Antivivisezione e Animal Equality svela un sistema di produzione “ultraintesivo” trai più disumani, privo di una puntuale regolamentazione.
Conigli allevati senza regole e senza controllo, senza spazio e in condizioni igieniche precarie, tra pelo, sporcizia e mosche, con fattrici inseminate artificialmente durante tutta la durata della loro vita, con i piccoli precocemente separati dalla madre, dove la diffusione delle malattie è consuetudine (i conigli si ammalano comunemente di micosi, di encefaliti, d’infezioni oculari, enteriti, parassitosi alle orecchie e non ricevono cure adeguate, spesso somministrate dall’allevatore e non dal veterinario), dove il viaggio verso il macello, di conigli sani e malati, aggiunge sofferenze alla breve vita di questi animali “da carne”: è questa la realtà documentata dalla clamorosa video-investigazione svolta in Italia da LAV e Animal Equality in alcuni grandi allevamenti Italiani, inclusa la fase del trasporto e della macellazione dei conigli. Per mettere fine a queste sofferenze, le due Associazioni lanciano il sito informativo dedicato www.coraggioconiglio.it sul quale è possibile trovare informazioni e firmare la petizione per chiedere a Governo e Parlamento una legge che riconosca questi roditori come animali familiari.
La video-investigazione è stata realizzata grazie a una squadra investigativa che si è infiltrata sotto copertura (in alcuni casi con l’ausilio di telecamera nascoste) all’interno di diversi allevamenti e macelli di conigli situati nelle zone di maggior produzione sul territorio italiano. Un lavoro complesso e senza precedenti, che ha permesso di svelare una realtà tragica: cuccioli morti e gettati a terra senza alcuna considerazione, altri lasciati a morire di fame o morti per ore nelle gabbie dove hanno vissuto per tutta la loro vita; animali malati, con tumori, non curati, ignorati, sgozzati senza pietà.conigli
“Il nostro recente lavoro investigativo mostra un sistema d’allevamento “ultraintensivo” dei conigli che priva questi animali dei più semplici bisogni etologici, – spiega Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality – un processo “produttivo” tra i più agghiaccianti e per lo più sconosciuto, taciuto e incredibilmente tollerato, subìto da animali che non possono difendersi da chi li alleva, li trasporta e li macella. Si tratta di un sistema senza regole e fuori controllo: basti pensare che solitamente a ogni addetto di allevamento sono affidate 600 fattrici, dunque il tempo da dedicare a ciascun animale è pari ad appena 48 secondi. Ciò significa che, se un animale muore o si ammala, questo è rilevato anche molte ore dopo o addirittura il giorno seguente. Le fattrici e i riproduttori vivono in gabbie singole di rete metallica, con le zampe che non possono mai toccare terra e che spesso si incastrano nella rete ferendoli. I piccoli, all’ingrasso, possono essere stipati fino a 7 nella stessa gabbia, quindi lo spazio utile per coniglio è di appena circa 450 cm quadrati, meno di un foglio A4! Le gabbie sono sovrapposte una sull’altra e gli escrementi cadono sugli animali che si trovano nelle gabbie inferiori. Ovunque ci sono escrementi, con forti esalazioni di sostanze come l’ammoniaca, dannose per la salute degli animali, dappertutto peli di conigli e mosche attirate dalla sporcizia.”
I dati sui conigli allevati sono diversi a seconda della fonte: 11 milioni secondo il censimento Istat 2007, 70 milioni secondo Avitalia, 175 milioni secondo Faostat (2012).
Anche la tipologia di allevamento e il numero totale di allevamenti in Italia cambia in base alla fonte considerata: secondo il Ministero dell’Agricoltura, infatti, il 35% della produzione di carne di coniglio proviene da 20.000 piccoli e piccolissimi allevamenti rurali con meno di 50 fattrici; il 65% è prodotto in 8000 allevamenti intensivi con più di 100 fattrici. Mentre i dati riportati da Avitalia e nel Censimento dell’Agricoltura Istat sono ben altri: perché? In più, ci sono migliaia di micro-allevamenti familiari mai censiti né controllati.
Nemmeno i numeri dei conigli macellati coincidono: secondo Istat 2007 sono circa 30 milioni, secondo Avitalia sono circa 60 milioni, secondo il Censimento dell’Agricoltura Istat (2011) sono circa 23 milioni i conigli macellati in Italia; secondo la FAO (2012) sono circa 175 milioni.
Per firmare la petizione: www.coraggioconiglio.it
www.lav.it
www.animaleqaulity.it

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