L’ansia

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Sette milioni di italiani assumono abitualmente ansiolitici. Non solo. Pur non riuscendo ben chiaramente a quantificarne il numero, si ritiene che altri cinque milioni di individui soffrano d’ansia e utilizzino farmaci composti da un ansiolitico associato ad altre molecole ad azione specifica per un organo piuttosto che per un altro (somatizzazione a livello di cuore, […]

Sette milioni di italiani assumono abitualmente ansiolitici. Non solo. Pur non riuscendo ben chiaramente a quantificarne il numero, si ritiene che altri cinque milioni di individui soffrano d’ansia e utilizzino farmaci composti da un ansiolitico associato ad altre molecole ad azione specifica per un organo piuttosto che per un altro (somatizzazione a livello di cuore, stomaco, colon, muscoli del collo e della schiena, ecc.). La sindrome ansiosa è un profondo disagio psicologico caratterizzato dall’angoscia e spesso accompagnato da sintomi corporei variegati con diversi livelli di intensità.
In medicina si distinguono tre sindromi principali: l’ansia acuta, o \”disturbo di attacchi di panico\”; l’ansia di tipo cronico e \”ansia generalizzata\”; l’ansia cauasta da un evento traumatico o particolarmente stressante.
Prima di analizzare queste condizioni decisamente patologiche, descriveremo la cosiddetta ansia fisiologica. L’ansia è un semplice evento emotivo comune e rappresenta spesso uno stato psicologico e corporeo dell’essere umano nei confronti delle normali vicissitudini della vita. Facciamo un esempio: quando una persona deve affrontare una prova entra in genere in lieve stato ansioso. Il suo corpo e la sua psiche si \”orientano\” verso l’imminente evento quasi per prepararsi a risolverlo nel miglior modo possibile. In questo caso l’ansia \”moderata\” e di breve durata sembra essere un segno di adattamento dell’individuo a situazioni ambientali che gli richiedono risposte soddisfacenti. L’aumento dell’attenzione, della concentrazione, della memoria, della tensione muscolare e di altre funzioni psicofisiche (come per esempio l’innalzamento della pressione del sangue, del battito cardiaco) è considerato come una sorta di \”carica energetica\” finalizzata al superamento della prova. Tuttavia quando in altre situazioni questo stato è continuo oppure diviene troppo intenso provoca al contrario, la \”caduta\” delle funzioni sopra descritte. In altre parole la persona può perdere memoria, concentrazione, essere disattenta, sentirsi troppo stanca e improvvisamente \”vuota\” dal punto di vista mentale tanto da essere incapace di adeguarsi normalmente alla vita di tutti i giorni. Solo quando l’ansia incide sulla qualità della vita si può definire, di fatto, patologica. Vediamo ora i diversi tipi patologici di ansia.

Attacchi di panico
Si definiscono attacchi di panico la comparsa improvvisa ed inaspettata di una sensazione di terrore e angoscia accompagnati da sintomi corporei come senso di soffocamento, palpitazioni, sensazione di svenimento. Dunque l’attacco di panico inizia senza preavviso e, sua caratteristica, insorge mentre la persona svolge attività relativamente tranquille, come per esempio essere seduti al tavolo di un ristorante, guidare l’automobile, entrare in un negozio. L’individuo può avvertire anche vampate, sudorazione profusa, dolore toracico acuto tanto da essere convinto di avere un infarto e di essere sul punto di morire. Di solito gli attacchi giungono alla massima intensità in dieci minuti, regrediscono nel giro di venti o trenta minuti e spesso la crisi lascia la persona in un profondo stato di spossatezza. Una delle possibili complicazioni degli attacchi di panico, soprattutto quando sono ripetuti, è che la maggior parte delle persone via via sviluppa un’ansia \”anticipatoria\” (cioè la paura di nuovi episodi di panico) e conseguentemente cerca di evitare le situazioni che sono state associate agli attacchi. Ecco allora che non si entra più nei ristoranti, nei negozi affollati o nei posti pubblici, non si sale sui mezzi di trasporto cittadini e privati. Nei casi molto gravi il malato praticamente si \”confina\” nel proprio domicilio senza avere più una vita di relazione fuori casa. Occorre precisare che le cause degli attacchi di panico per la medicina attuale non sono ben chiare. Infatti si ipotizzano fattori genetici in cui si cerca di dimostrare una vulnerabilità di base della persona, oppure fattori biologici che pongono l’accento su determinate sostanze presenti nel cervello e improvvisamente agenti in modo anomalo. In ogni caso la terapia degli attacchi di panico tesa a bloccare le crisi è di tipo farmacologico: vengono utilizzate sostanze di tipo antidepressivo.

Ansia generalizzata
Questo tipo di ansia è uno \”stato di tensione\” diffuso e persistente, privo dei momenti di crisi come negli attacchi di panico ma caratterizzato da un malessere generale psicologico – corporeo perdurante anche per molto tempo (mesi o anni). I possibili sintomi dell’ansia generalizzata sono stati raggruppati in quattro categorie, vediamoli tenendo presente che è raro il loro comparire al completo tutti insieme.
Tensione motoria, evidenziata da tremori, dolori muscolari, incapacità a stare fermi e a rilassarsi, tremori delle palpebre, facile affaticabilità
Iperattività vegetativa (cioè interessante quella parte del sistema nervoso non controllabile dalla volontà): i sintomi sono tachicardia, vertigini, bocca secca, sudorazione aumentata, formicolii alle mani e ai piedi, difficoltà digestive, sensazione di caldo e di freddo improvvisa, nodo in gola, difficoltà a deglutire, aumento della respirazione, mani fredde e umide, diarrea, sensazione di \”testa vuota\” o \”leggera\”, nodo alla bocca dello stomaco
Stato psicologico di attesa, caratterizzato da paura, rimuginazioni, aspettativa di eventi spiacevoli o tragici per sé e per le persone care
Vigilanza mentale, connotata da iperattenzione che paradossalmente diventa distrazione, difficoltà di concentrazione e memoria, impazienza e irritabilità.
L’ansia generalizzata, come si intuisce, è un disturbo che spesso limita di molto le prestazioni di una persona e le complicazioni possono essere: una sindrome depressiva a causa dell’incapacità di vivere una vita serena; l’abuso di alcool perché questa sostanza \”seda\” lo stato ansioso; l’abuso di farmaci ansiolitici.

Ansia da stress
Per stress si intende in questo caso non tanto quel complesso di fattori caratteristici della vita moderna che causano continua tensione e preoccupazione, quanto piuttosto uno o più eventi traumatici di tipo personale, come violenze, lutti, rapine oppure di tipo collettivo come terremoti. Ebbene queste \”esperienze\” possono causare un turbamento psichico sia di natura acuta, cioè immediatamente dopo l’evento, sia di tipo cronico, cioè a mesi di distanza. I sintomi sono: ricordi e sogni ripetitivi della situazione traumatica; stato psicologico di \”allarme\”; sensi di colpa ingiustificabili; disturbi del sonno; difficoltà di memoria e di attenzione; evitare attività che risvegliano il ricordo dell’evento; azioni o sensazioni improvvise come se l’evento dovesse ripetersi per associazione con stimoli ambientali o con un ricordo. Ansia generalizzata, depressione, alcolismo, disadattamento sociale, abuso di farmaci, sono tutte possibili complicazioni dell’ansia da stress e la terapia è farmacologica, a base di ansiolitici e di antidepressivi, associati a cicli di psicoterapia di tipo comportamentale e di sostegno psicosociale.

Prima di parlare delle terapie complementari dell’ansia vale la pena spendere qualche parola sulle ipotesi psicologiche della stessa. L’interpretazione psicologica dell’ansia è un tema dibattuto ormai da quasi un secolo. Dibattendo questo argomento si sono via via formate scuole psicologiche che sono differenziate fra loro proprio secondo i diversi pareri su questo disturbo. Per la psicoanalisi l’ansia deriverebbe da un conflitto inconsapevole (\”inconscio\”) che non si risolve tra \”pulsioni istintive\” dette primarie (fame, sete, sessualità, amore – odio, aggressività, possessività) e \”pusioni\” denominate secondarie (o \”motivazioni di senso opposto\”) derivate dall’apprendimento di divieti morali e sociali (ciò che Sigmund Freud chiamava \”super – Io\”). Di fronte a questi conflitti l’Io (cioè la funzione psichica umana caratterizzata dalla capacità di un individuo di \”riconoscersi\” e distinguersi dagli \”altri\”) in genere possiede la capacità di risolverseli, modulandoli a seconda delle varie situazioni ambientali o vitali. Ebbene in chi soffre d’ansia vi sarebbe o un \”super – Io\” troppo grande (eccesso di divieti, di inibizioni morali) o una debolezza o incapacità da parte dell’Io di ristabilire un’armonia tra le pulsioni opposte sopradescritte. Per la socianalisi l’ansia non deve essere riferita solo al problema conflittuale considerato dalla psicanalisi, ma anche a fattori dipendenti da un disadattamento da parte dell’uomo alla società in cui vive. L’ansia dunque sarebbe riflesso ed espressione di una profonda crisi della nostra civiltà e sarebbe causata da alcuni fattori. Tra i principali sono annoverati in primo luogo la caduta dei miti, cioè di quei valori riferiti a concezioni religiose, filosofiche e anche politiche, che privano l’uomo moderno di \”progetti esistenziali\”, lasciandolo con una sensazione psicologica di insicurezza e di mancanza di protezione. In secondo luogo la rapida trasformazione dei modelli culturali, tanto che ciò che si è appreso in età evolutiva (fino a circa vent’anni) non è in armonia con i modelli presenti nell’età adulta. Tutto ciò creerebbe un disadattamento profondo (come a dire \”restare indietro\”) in alcuni individui, incapaci di adeguarsi ai ritmi delle trasformazioni culturali. Per la psicologia comportamentale, scuola di recente sviluppo negli USA, ogni comportamento problematico deriva da un \”disadattamento\” dell’individuo appreso nel tempo. L’ansia sarebbe quindi una reazione emotiva abnorme di tipo \”disadattivo\” di fronte a stimoli della vita considerati \”minacciosi\”. La terapia conseguente mira a modificare i sintomi che impediscono un adattamento equilibrato dell’individuo alla vita reale aiutandolo ad apprendere comportamenti nuovi e più adeguati. Per la visione psicosomatica la crisi d’ansia esprimerebbe un profondo disagio dell’individuo oscillante tra una \”tensione progettuale\” che lo spinge a realizzare le proprie potenzialità e un bisogno di passività, di quiete, analoghi a precedenti periodi della vita in cui erano più o meno marcate le esperienze di \”dipendenza\” dalla figura materna.

Per venire al tema delle terapie complementari va detto che in molte medicine alternative si può trovare un’efficace terapia dell’ansia e con alcune è anche possibile attuare una disintossicazione graduale dall’abuso e dalla cronica assunzione dei farmaci ansiolitici. Tra queste la medicina tradizionale cinese attraverso l’agopuntura, le erbe, l’omeopatia, l’uso dei fiori di Bach, sono sicuramente quelle che annoverano i maggiori successi.

L’agopuntura sia somatica che auricolare (auricoloterapia) si rivela utile nel corso delle diverse varietà di ansia. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) nel Cuore risiede l’Energia mentale vera e propria, nello Stomaco e nella Milza si conserva il pensiero, nel Polmone alberga l’intuizione e l’istinto di sopravvivenza, nel Rene si dà vita alla volontà, nel Fegato sta la forza di decisione. Trattando i diversi punti dei meridiani o gli interi meridiano con il massaggio, è possibile agire sul disagio psichico individuale. I punti più spesso impiegati sono H7, PC6, LR3, CV17, CV22, GB34, ma solo una sapiente e dettagliata analisi consente schemi terapeutici adeguati ed efficaci. L’agopuntura somatica ed auricolare si rivelano particolarmente utili nelle forme di ansia somatizzata. L’associazione fra agopuntura ed un tipo di massaggio tradizionale indonesiano (definito “sea malay”) si è rivelata molto incisiva, nel breve e medio termine, nelle forme di ansia con fibromialgia.

Per quanto riguarda l’omeopatia molti sono i rimedi, secondo le classiche “materie mediche”, capaci di agire contro l’ansia. Siamo soiliti utilizzare potenze basse (5-9CH) se vi è somatizzazione e più alte (30-200 CH) in caso di attacchi di panico o ansia generalizzata. Fra i rimedi che usiamo più di frequente ricordiamo:
Aconitum napellus è il rimedio per il \”terrore\” ansioso, per l’angoscia improvvisa caratterizzata dalla paura di morire, dell’agitazione che porta la persona a muoversi continuamente per tentare di \”scaricare\” la tensione, dell’ansia che compare anche a notte fonda.
Arnica per ansia o paura dopo uno spavento o un trauma.
Arsenicum album è efficace in chi è pieno di sensi di colpa e continua ad avere idee ossessive. Il rimedio è elettivo soprattutto per le persone ansiose con una personalità di fondo caratterizzata dall’essere scrupolosi, ordinati, \”controllati\” ma estremamente contrariabili, attenti ai particolari, a quelle persone alle quali \”non sfugge nulla\” che sia fuori posto.
Argentum nitricum, adatto alla cosiddetta ansia da fretta cioè a quella tensione incontenibile che pervade alcuni individui sempre timorosi di essere in ritardo. Queste sono persone che fanno tutto in fretta e che desiderano di avere già finito quello che stanno facendo.
Calcarea carbonica rimedio per chi ha paura di tutto e del fatto che gli altri si rendano conto del suo stato. Queste persone in genere nascondono la propria paura- ansia apparendo ciò che non sono cioè decisi, \”duri\” e tenaci.
Carcinosinum nel soggetto perfezionista, e che è sempre in ansia per paura che accada qualcosa ai suoi cari o alle persone che ha intorno.
Ignavia per ansia e preoccupazioni dovute a dispiaceri, che migliorano però distraendosi.
Lycopodium per insicurezza di fondo; la persona crede sempre che le cose andranno male, anche se poi in realtà si realizzano nel migliore dei modi. Frequente la somatizzazione gastrica.
Tarentula hyspanica per ansietà ed agitazione accompagnate dalla sensazione di elettricità sulla pelle. Utile nelle dermatosi su base ansiosa (prurigine, lichen, ecc.).
Thuya ossessione monotematica. Una sola idea fissa che agita incessantemente l’individuo.

La fitoterapia ha compiuto negli ultimi anni dei passi da gigante, applicando tecniche scientifiche alla conoscenza della tradizione fitoterapica classica. Si sono così potute comprendere le azioni di molti preparati usati per decine o centinaia di anni consentendone un migliore utilizzo in terapia. Oggi ad esempio si sa che la Camomilla è una pianta che facilita il sonno solo perché ha una importante azione digestiva: riducendo i disturbi digestivi così frequenti nella popolazione, migliora per questo motivo la qualità dei sonno. Ma la Camomilla non seda l\’ansia, qualunque ne sia la preparazione! Inoltre si è imparato ad usare preparazioni di pianta intera, che contengono cioè tutti i principi attivi dei vegetale. E infine oggi si sa con certezza che i composti da utilizzare devono presentare ben precise caratteristiche e nel loro insieme devono avere ben definite percentuali di sostanza, altrimenti il loro uso è privo di qualsiasi effetto terapeutico. Se si usa del Kava-Kava ad esempio (una pianta con una importante azione di controllo dell\’angoscia) o si utilizza una preparazione dotata almeno di un titolo al 30%, oppure il suo effetto potrebbe essere nullo.La Valeriana officinalis è più attiva della Kawa-Kawa e della melatonina nei disturbi d’ansia, ma risulta in gradi di creare dipendenza ed effetti collaterali significativi. Molto più maneggevoli, in Tintura Madre o Estratto Fluido, la Lavandola officinalis, il Crataegus oxyacantha e la Passiflora alata. Nel caso di nevrosi cardiaca si usa il Crataegus, per dispepsie, invece, la Lavandola, mentre se l’ansia e generalizzata o legata a turbe del sonno è utile la Passiflora. Fra le piante cinesi il Blupeurum e la Scutellaria baicalensis sembrano quelle con maggiore azione psicotropa ed ansiolitica.

I rimedi di Bach sono molto noti e usati in Inghilterra (in quel Paese sono mutuabili) e solo da pochi anni vengono studiati e prescritti anche in Italia. Questo metodo terapeutico si basa sul fatto che non importa quali siano i sintomi presentati da una persona ammalata perché vi è sempre uno squilibrio psichico preesistente alla malattia. Edward Bach (medico vissuto agli inizi del secolo) studiò migliaia di ammalati giungendo alla conclusione che non bisogna curare la malattia ma la persona; che in ogni individuo occorre individuare l’esatta natura dei sintomi psicologico – emotivi che accompagnano la malattia; che nell’organismo umano (inteso come psiche e corpo indissolubilmente uniti) vi è una \”forza vitale\” o \”forza guaritrice\” naturale che sempre occorre stimolare; che esistono 38 condizioni psicologiche particolari di base espressioni delle diverse personalità che, combinate tra loro, individuano un grande numero di vari \”atteggiamenti mentali\”. Il dottor Bach sperimentò molti rimedi tratti dai fiori delle piante (\”è nel fiore la forza vitale\”) scoprendone infine appunto 38 adatti a modificare gli atteggiamenti mentali negativi, stimolando via via quelli positivi e quella forza di guarigione sopraddetta. I rimedi di Bach frequentemente utilizzati per l’ansia sono tre:
Agrimony, o eupatoria, è la pianta che aiuta chi è apparentemente allegro, gioviale, ma che in realtà, dietro questa maschera di benessere, nasconde tormenti mentali, preoccupazioni, inquietudine, paura del futuro, delle malattie, della solitudine. Agrimony stimola la parte positiva che alberga in queste persone e cioè il buonumore, la calma, la cordialità, l’ottimismo, il senso di equilibrio e di pace
Aspen, o pioppo tremolo, adatto alle persone che hanno paura senza sapere perché e che vivono in uno stato d’animo d’apprensione continua con una tensione e un \”tremolio\” interiore come in perenne attesa di qualcosa di terribile che deve succedere. Aspen svela il potenziale positivo, incrementando il coraggio e la capacità di affrontare la vita senza paura
Rock rose, o eliantemo è il rimedio contro il panico, il terrore, l’emergenza, dove tutto sembra impedire ogni capacità di reazione. Le persone con crisi di panico spesso restano bloccate in una sorta di disorientamento in cui non si vedono vie di uscita e rock rose è il rimedio che \”sblocca\” stimolando nel contempo la forza di reazione.

Sotto il profilo dietetico occorre evitare caffè, tè, cioccolata, cacao, coca-cola e droghe eccitanti come zafferano, pepe, curry. Talvolta lo stato ansioso è legato a delle “intolleranze alimentari. Nel sospetto si può eseguire un test bioelettronico impedenziometrico (Vega, Mora, Sarmtest) attraverso il quale si possono individuare classi di alimenti (lieviti, latte e derivati, cereali) che spesso favoriscono le reattività ansiose e che perciò vengono eliminati dalla dieta. Due parole, infine, sulla cromoterapia e l’aromoterapia, che, in corso d’ansia, possono risultare di grande valore integrativo. Nelle persone ansiose che sono tese e soffrono anche d’insonnia, si consiglia di scegliere vestiti e oggetti di colore blu perché questo colore ha la proprietà di \”rasserenare\” la mente. Per chi diventa ansioso quando avverte la sensazione di \”non farcela\” ad affrontare le varie responsabilità della vita il colore indicato è l’arancio, perché esso stimola il coraggio, la creatività, i pensieri positivi. Fra i profumi i più utili sono la lavanda, riequilibrante nervoso e la camomilla. Inoltre l’arancio dolce che ha un effetto rasserenante, mentre l’anice stimola l’ottimismo. Basta annusare per qualche minuto più volte nella giornata un fazzoletto imbevuto con qualche goccia di questi per ridurre al minimo stati ansiosi anche acuti.

Testo di Carlo Di Stanislao, Francesco Marcelli

Nel testo sono presenti numerose note e links che qui sono stati omessi. Si rimanda al sito originale per una completa lettura.

Tratto da: www.agopuntura.org

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