E’ iniziata da qualche giorno una campagna per incentivare l’uso del latte fresco, promossa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), in cui si afferma che il latte ha eccezionali qualità nutrizionali.
In merito alla questione abbiamo chiesto alla dott.ssa. Marilù Mengoni, biologa nutrizionista, dott.ssa in Psicologia e membro del comitato scientifico di AssoVegan, un parere a riguardo.
-C’è molta disinformazione per quanto riguarda il consumo di latte. Esistono studi che confermano quanto esso sia un alimento dannoso per la nostra salute?
Sul latte ci sono ormai molti studi e molte ricerche che ne fanno un alimento insalubre… per tutti i non lattanti. Il latte contiene uno zucchero, il lattosio, un disaccaride formato da 2 molecole: glucosio e galattosio. Molte persone non hanno più la lattasi (enzima che serve a digerire il latte, ovvero a scindere il lattosio in glucosio e galattosio e a rendere quindi queste molecole disponibili), oppure la loro lattasi è indebolita.
-E’ per questo che dopo lo svezzamento, per molte persone, il latte risulta “non digeribile”?
Il lattosio non viene digerito e ciò provoca gas, diarrea e coliche addominali. Il galattosio poi non è una molecola molto salutare e alcuni studi hanno trovato una correlazione tra il suo consumo e il cancro all’ovaio (Bernard L. Harlow, Daniel W. Cramer, Judy Geller, Walter C. Willett, Debra A. Bell and William R. Welch “The Influence of Lactose Consumption on the Association of Oral Contraceptive Use and Ovarian Cancer Risk”).
-Ciò che dimentichiamo spesso è che il latte vaccino è un alimento le cui proprietà devono aiutare il vitello a svilupparsi ed a crescere secondo i tempi di un vitello. In cosa è diverso il latte umano da quello vaccino?
Per quanto riguarda le proteine, come la caseina, nel latte e derivati sono ben presenti. Consideriamo che il latte vaccino contiene dal 3,5% al 5% di proteine, contro l’1,2% del latte umano: queste dosi proteiche sono utili per il vitello, che in 120 giorni di età raggiunge il peso di 230-250 kg! Allo svezzamento poi, gli animali smettono di ingerire questo alimento, quindi possiamo affermare che l’uomo è l’unico animale in natura che continui ad alimentarsi di latte per tutta la vita, e per giunta di una specie diversa dalla sua!
-Nelle campagne pubblicitarie un alto consumo di latte e latticini viene sempre associato alla prevenzione dell’osteoporosi, mentre sappiamo ormai che minore è il consumo di questi alimenti, maggiore è la possibilità di evitare problemi alle ossa, giusto?
Un mito da sfatare è l’uso dei latticini per prevenire l’osteoporosi. Contrariamente a ciò che l’opinione comune ritiene, la principale causa alimentare di osteoporosi non è la mancanza di calcio, ma l’eccessivo consumo di proteine animali, le quali, acidificando il sangue, provocano un richiamo di calcio dalle ossa (sali basici) in modo da tamponare questa acidità.
Sfatiamo quindi il mito:
prevenzione dell’osteoporosi= assunzione di latte e formaggi
e riflettiamo sul fatto che per prevenirla dovremmo invece prevedere una dieta ricca di frutta e verdura (deacidificanti) e dovremmo consumare altri alimenti che sono una buona fonte di calcio, come i broccoli, le mandorle, il sesamo, i legumi.
-Decidere di assumere latte sembra quindi una scelta azzardata, soprattutto dopo le evidenze scientifiche che confermano ormai da molto tempo la correlazione tra il suo consumo e l’insorgere di alcuni tipi di malattie. Cosa fare?
Direi che ognuno può fare ciò che vuole, ma dovremmo stare attenti ai messaggi pubblicitari con cui siamo bombardati e che ci influenzano ogni giorno e fare scelte consapevoli, dopo aver valutato studi e conseguenze.
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