Consumare latte vaccino regolarmente, aumenta il rischio di cancro alla prostata: a rivelarlo è una nuova ricerca a cura dell’American Society for Nutrition e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Oxford University Press. Secondo lo studio, che è stato condotto dal 2001 coinvolgendo 28.737 uomini e analizzandone le abitudini alimentari per un periodo di cinque anni, il rischio di sviluppare questa tipologia di tumore aumenta del 60% nei soggetti che consumano regolarmente latte vaccino.
Nello specifico, dallo studio è emerso che 1.254 partecipanti avevano sviluppato il cancro alla prostata nel periodo di analisi: tra coloro che ne consumavano quasi 2 tazze al giorno (il gruppo con il consumo più elevato), il rischio di incorrere nel cancro alla prostata aumentava del 27%, rispetto agli uomini che consumavano circa ½ tazza di latte a settimana. Ma il dato realmente interessante riguarda il confronto tra il gruppo di uomini con il consumo di latte più elevato e coloro che non ne consumavano affatto: in questo caso, il rischio di sviluppare il tumore alla prostata aumentava del 60%.
Latte vaccino e tumore alla prostata: colpa degli ormoni?
Anche se la ricerca non è stata condotta con lo scopo di fornire spiegazioni rispetto a come il latte influisca sulla possibilità di insorgenza del tumore alla prostata, gli esperti hanno avanzato delle ipotesi: la più accreditata riguarda gli ormoni contenuti nel latte vaccino, che sarebbero responsabili della crescita delle cellule tumorali.
“Il fattore di crescita simile all’insulina-1 è noto per essere un fattore di rischio per il cancro alla prostata e al seno – dichiara il Dottor Gary Fraser, tra gli autori dello studio – E si scopre che il consumo di latticini aumenta il livello di questo ormone. Sicuramente c’è ancora bisogno di fare chiarezza sulla questione, ma personalmente se avessi una brutta storia familiare di cancro alla prostata, ora sarei propenso a seguire una dieta a base vegetale” conclude.
Quando abbiamo spiegato perché i vegani non bevono il latte, avevamo già spiegato che esistono preoccupazioni circa la sua responsabilità nell’insorgenza di tumori: in particolare, per quello alla prostata, sono emerse inizialmente in Giappone, osservando come dopo la seconda guerra mondiale l’aumentato consumo di latte, latticini e altri prodotti di origine animale sia coinciso con un aumento di 25 volte del tasso di tumori alla prostata. I primi studi in vitro hanno confermato la correlazione tra consumo di latte e tumore alla prostata, ma solo nel 2015 è arrivata una meta- analisi che ha sancito definitivamente una correlazione tra consumo di latte e latticini e rischio di tumore alla prostata, mentre fonti vegetali di calcio non hanno alcuna influenza. Per saperne di più: Perché i vegani non bevono il latte?
E quindi?
Mentre il consumo di latte vaccino è da evitare – non solo per una questione di salute, come si è visto, ma anche per le sue implicazioni dal punto di vista etico – il mercato offre una sempre più grande varietà di bevande plant-based derivate da cereali, legumi, noci e semi tra cui scegliere. Dalle bevande più classiche come quelle di soia, riso, avena a quelle a base di canapa, riso nero, anacardi, sorgo, cocco, mandorle, nocciole, noci, arachidi, pistacchi: l’inventiva è il vero motore propulsore di questo settore.
Tutte queste alternative possono sostituire il latte vaccino in qualsiasi preparazione, e permettono una varietà nutrizionale che il latte vaccino da solo non può certamente soddisfare.
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Laura Di Cintio

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