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L’Europa perde l’ennesima occasione per agire: bocciata la proposta di portare il latte vegetale nelle scuole

Bocciata (almeno per ora) dall'Europa la proposta di portare il latte vegetale nelle scuole come alternativa sostenibile e inclusiva al latte vaccino: l'ennesima occasione tristemente persa per agire contro il climate change.

Il Parlamento europeo ha scelto di non compiere un passo avanti importante, bocciando la proposta di includere il latte vegetale nelle scuole dell’UE: è di queste ore la notizia di un forte contraccolpo per tutti coloro che speravano in una svolta in chiave sostenibile partendo dalle scuole pubbliche, nonché in una maggiore inclusività per tutti i bambini e ragazzi che non vogliono o non possono consumare latte vaccino.

A nulla è servita lettera congiunta inviata al Parlamento e firmata dalle più importanti associazioni e ONG vegan e animaliste d’Europa – tra cui anche VEGANOK, insieme a ProVeg, Humane Society International e Greenpeace, per citarne solo alcune  – per chiedere una modifica dei programmi scolastici attuali e la promozione del latte vegetale come un’alternativa sana e nutrizionalmente valida al latte di origine animale.

Nonostante questo passo compiuto nella direzione sbagliata, la speranza di un cambiamento sistemico resta: la Commissione Europea pubblicherà entro la fine dell’anno la revisione del programma scolastico dell’UE, e la speranza è che questa modifica possa ancora essere apportata. Questo perché si tratterebbe anche di un segnale fortissimo della presa di posizione dell’Europa nella lotta contro il climate change, visto che le evidenze scientifiche ci parlano già da tempo dell’impatto devastante del settore lattiero-caseario sul Pianeta.

Senza contare che, volenti o nolenti, l’impegno delle istituzioni dovrà andare necessariamente in questa direzione: a dirlo è anche il Green Deal – la strategia politica progettata per rendere l’UE neutrale entro il 2050 in termini di emissioni – che tra le altre cose include l’obiettivo di creare un sistema alimentare più sostenibile e sano. Ed è risaputo che non può esserci una vera sostenibilità senza uno shift dei consumi alimentari in chiave vegetale, che può e deve partire da un cambiamento da parte del settore pubblico.

L’ennesima occasione persa per l’Europa, che a parole dimostra una conoscenza profonda delle azioni da mettere in atto per invertire la rotta della catastrofe climatica, ma che nei fatti rimane sempre più tristemente e pericolosamente ferma.


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