L’avv. Zanforlini commenta la liberazione di Cecilia

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La sentenza che ha decretato la libertà di Cecilia, femmina di scimpanzé di 19 anni, detenuta nello zoo di Mendoza, in Argentina, è il segnale di una società che sta cambiando a piccoli passi. Per la prima volta, un primate, diverso dall’uomo, è stato infatti riconosciuto come “soggetto di diritto” e non più “oggetto”. Abbiamo chiesto all’avvocato David Zanforlini […]

La sentenza che ha decretato la libertà di Cecilia, femmina di scimpanzé di 19 anni, detenuta nello zoo di Mendoza, in Argentina, è il segnale di una società che sta cambiando a piccoli passi. Per la prima volta, un primate, diverso dall’uomo, è stato infatti riconosciuto come “soggetto di diritto” e non più “oggetto”.

Abbiamo chiesto all’avvocato David Zanforlini come questa sentenza possa influenzare il mondo legislativo italiano.
Per il mondo giuridico italiano nello specifico, purtroppo questa sentenza non ha significato, se non per la crescente consapevolezza comune che ritiene gli animali degli esseri senzienti.  Per la legge italiana, infatti, gli esseri umani sono definiti “soggetti di diritto”, tutto il resto, invece, è considerato “oggetto”, compresi gli animali che sono regolati nel codice civile dal diritto alla proprietà.
Già il codice penale del 1930, sotto il Regno Sabaudo, si era posto il problema del maltrattamento animale.
Oggi, nel caso dell’articolo 189, comma 9, del codice della strada, il diritto al soccorso di un animale ferito in un incidente stradale viene equiparato a quello dell’essere umano. La legge obbliga, infatti, il conducente di un veicolo a soccorrere un animale investito come fosse una persona e non per evitare pericoli alla circolazione.
Con la sentenza di Cecilia, si va a creare un terzo genere diverso da “esseri umani” e “cose” per il quale esiste la tutela del diritto proprio di quella che prima era considerata una cosa.
La sentenza dello scimpanzé diventerà quindi un precedente al quale appellarsi o potrà, comunque, influenzare le nostre leggi?
La sentenza diventa un precedente, ma non potrà influire sulle sentenze nel nostro paese. Potrà essere il presupposto di un sentire diverso.
Quando si parla di maltrattamento, purtroppo, gli animali vengono considerati ancora poco più che cose. Se uno dovesse ritenere che si deve tutelare il benessere degli animali, come negli allevamenti, l’allevamento ci sarebbe sempre ma non potrebbe essere intensivo. Per rispettare l’etologia i polli non dovrebbero rimanere rinchiusi nelle gabbie, ma poter esser liberi di razzolare in cerca di cibo, questo vale per tutti gli animali rinchiusi.
Esistono sentenze italiane altrettanto importanti in difesa degli animali?
La sentenza più importante è sicuramente quella della Corte d’Appello di Brescia sulla questione Green Hill, soprattutto l’ordinanza della Cassazione che si espresse sul sequestro preventivo dei cani, tutelandoli da eventuali maltrattamenti senza aspettare la condanna e poi la confisca.
Se lei fosse un legislatore quale modifica di legge riterrebbe più urgente per la tutela degli animali?
In Italia un recepimento concreto dell’art 13 del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, in quanto ambiguo perché afferma che bisogna tutelare il benessere degli animali, ma è possibile fare eccezioni per allevamenti, corride, palii ecc… L’aspetto culturale viene tutelato maggiormente rispetto al diritto alla tutela dal maltrattamento.
Nelle sentenze per i reati nei confronti degli animali in che percentuale la discrezionalità determina le sentenze?
In teoria non dovrebbe influire sulle sentenze, purtroppo c’è ancora tanta difficoltà a inquadrare il tipo di norma. Nella teoria l’uccisione e il maltrattamento dell’animale come delitto è un reato di danno che si realizza istantaneamente come il reato di lesioni per gli esseri umani, esistono però dei magistrati che continuano a dare poca importanza ai casi di maltrattamenti nei confronti di creature diverse dall’essere umano.
In che modo si può arrivare a veder riconosciuto il diritto alla libertà di tutti gli animali sfruttati dall’essere umano?
Già Tolstoj a cavallo tra ‘800 e ‘900 affermava che “Il cibarsi di carne è un residuo della massima primitività; il passaggio al vegetarismo è la prima e più naturale conseguenza della cultura.”
Con l’orrore delle due guerre mondiali, la questione dei diritti animali è stata messa in secondo piano fino a ritornare reclamata a gran voce da sempre più persone, dopo quasi 80 anni di pace. La repulsione dell’essere umano nei confronti della sofferenza  è innata, essa, al contrario della naturale morte, è atroce.


Il tema del maltrattamento è più che mai attuale. Scaricabile gratuitamente dal web, è disponibile il primo dossier sul maltrattamento animale in Italia: oltre 600 pagine che comprendono articoli e notizie di crimini nei confronti degli animali solo nel 2016. La raccolta dei delitti riportati nel dossier sono la punta dell’iceberg di quanto succede nella realtà, perché molti reati nei confronti degli animali non hanno avuto denunce o testimoni, o possono essersi persi nelle pieghe delle cronache locali.
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