Taiji, una cittadina nel Sud Est del Giappone, dagli anni ’70 pratica un crudele quanto ingiustificato sfruttamento economico di animali protetti a livello internazionale: i delfini.
Questo massacro illegale è continuato in silenzio per anni, protetto dai poteri governativi e dalla crescente influenza economica del Giappone nel mondo.
Ma queste scelte criminali sono state smascherate ben presto da persone coraggiose e determinate che, con grande rischio personale, hanno squarciato il velo che impediva agli occhi del mondo di vedere, di capire e di conoscere.
Il regista Hardy Jones, Ric O’Barry e Sea Shepherd Conservation Society sono i massimi esempi di chi ha lavorato sin dal principio per documentare, denunciare e coinvolgere il mondo intero nella protesta contro questa barbara pratica, invocata falsamente dai locali come “tradizione”.
Sea Shepherd Conservation Society dal 2003 ha intensificato i suoi sforzi, con il fine preciso di disturbare il business milionario che domina la mattanza e la realizzazione del docu-film The Cove, in collaborazione con Ric O’Barry, ha svelato pubblicamente il “terribile segreto” di Taiji.
I Guardiani della Baia di Sea Shepherd sono presenti ogni stagione sul territorio giapponese e dal 2010 hanno dato inizio all’Operazione Infinite Patience, giunta alla sua terza stagione.
I risultati raggiunti sono importanti e fondamentali: informazione continua, adesso anche in diretta streaming, pressione su tutti gli attori coinvolti nel business, dagli assassini ai compratori finali, agli addestratori dei delfini destinati alla cattività, spese a carico del governo giapponese per l’apparato di polizia e per la sorveglianza del territorio e crescita dello sdegno a livello globale, che avanza inesorabile anche all’interno del territorio giapponese.
Il 24 Novembre è stata una giornata storica per Tokyo: per la prima volta una protesta pubblica contro la mattanza dei delfini e la caccia illegale alla balena è stata organizzata nel pieno centro della città. Più di 70 persone, 40 delle quali giapponesi, hanno sfilato a testa alta con grande coraggio e determinazione per chiedere la fine di questi vergognosi massacri. Nello stesso giorno, in tutto il mondo, hanno avuto luogo manifestazioni di supporto all’eroica iniziativa in territorio giapponese.
Niente può essere più illuminante delle testimonianze dirette di chi ha personalmente partecipato al duro lavoro sul campo.
Natalie Maspoli, volontaria di Sea Shepherd, ha partecipato alla Campagna Infinite Patience, come Guardiana della Baia, nella stagione 2011-12.
Francesco Cortonesi l’ha intervistata per noi. L’informazione fa la differenza.
Domanda: Chi è Natalie Maspoli Taylor?
Natalie: Sono Svizzera e nata il 10.10.1969. Nel 1992 ho interrotto i miei studi per fare del mio hobby, la subacquea, un lavoro. Ho lavorato come guida / istruttrice per oltre 10 anni poi sono passata al settore turistico. Nel 2011 sono tornata in Svizzera dopo aver trascorso quasi 20 anni all’estero.
Domanda: Come mai hai deciso di diventare una Cove Guardian?
Natalie: Guardando The Cove, dopo aver visto la scena del delfino che sanguinante e terrorizzato nuota verso la riva (come se stesse cercando aiuto da noi umani). In quel momento ho saputo che anche io nel mio piccolo volevo aiutare queste bellissime e intelligentissime creature.
Domanda: Puoi parlarci nel dettaglio della tua esperienza a Taiji?
Natalie: Innanzitutto ci tengo a dire che è una esperienza che consiglio a tutti. Per me è stata un`esperienza bellissima, ho conosciuto persone fantastiche con le quali si è da subito istaurato un rapporto molto speciale. Abbiamo passato momenti tristi, e momenti di rabbia, ma non sono mancati neppure i momenti divertenti. A Taiji sono andata sola ed è stata la mia prima esperienza come volontaria di Sea Shepherd. Se riuscirò a farcela economicamente, finché la mattanza continuerà, ho intenzione di tornare a Taiji ogni anno. Tengo a dire che Taiji è una bellissima località. Potrebbe diventare una bellissima meta turistica. Oltre ad offrire uno scenario bellissimo, non lontano da lì è possibile fare delle escursioni meravigliose e immergersi nella vera cultura del luogo.
Domanda: Quale è stato il tuo compito come Cove Guardian nello specifico? Di cosa ti occupavi durante il giorno?
Natalie: Il compito del Cove Guardian è quello di monitorare e documentare quanto avviene a Taiji riguardo alla mattanza e alla cattura dei cetacei. La giornata tipo è strutturata così: ci si sveglia alle 04:00 e alle 04:45 ci trasferiamo dall`albergo a Taiji. Arrivati in zona aspettiamo fino a quando gli assassini partono con le loro barche e una volta che le barche lasciano il porto un gruppo di noi si trasferisce al promontorio, dove normalmente aspetta, fino alle 10:00, il rientro degli assassini (uso la parola assassini perché proprio non riesco a chiamarli pescatori). Il compito del gruppo sul promontorio è quello di constatare se sono riusciti oppure no a catturare dei cetacei. Nel frattempo una parte dei guardiani resta in porto per controllare se gli assassini hanno comunque cacciato. Spesso, infatti, uccidono i delfini isolati con gli arponi e li nascondono nella barca al rientro. Il resto della giornata lo passiamo in gruppi a pattugliare Taiji, e anche a monitorare la Dolphin Base ed il porto. Sia alla Dolphin Base che al porto vengono tenuti i delfini in cattività. Uno dei nostri compiti è quello di contare quanti e quali specie di cetacei sono tenuti prigionieri e cercare di vedere come si comportano, in modo da comprendere se sono stressati o depressi. Alla Dolphin Base siamo sempre presenti in quanto è proprio lì che ogni giorno vengono addestrati i delfini. Pensa che in una delle gabbie galleggianti più grandi i turisti, pagando, possono nuotare con i delfini.
Domanda: Hai mai avuto paura?
Natalie: Quando uno dei guardiani e’ stato arrestato per aver rotto l`arpione di una statua, dopo essercisi arrampicato sopra, ci hanno sequestrato i telefonini, i computer e le memorie delle macchine fotografiche e oltre a questo ci hanno sottoposto ad un interrogatorio. Io, essendo una delle testimoni, ho passato oltre 7 ore a rispondere alle loro domande. Non ho avuto paura, però mi sono resa conto di quanto fosse importante essere cauti e non fare nulla che secondo le autorità locali fosse illegale, tipo addirittura mettere piede in un parcheggio che per noi era zona vietata.
Domanda: Hai detto prima che consigli a tutti di fare questa esperienza e andare a Taiji ad offrire il proprio contributo per far terminare questa assurda mattanza. Ma chi può fare il Cove Guardian? Che doti e competenze deve avere chi decide di offrirsi come volontario? Occorrono caratteristiche particolari?
Natalie: Ognuno di noi può fare il Cove Guardian. L`importante è che, prima di inviare l’applicazione, ci si metta in contatto con un guardiano per sapere esattamente cosa ti aspetta a Taiji. Naturalmente il Guardiano dovrebbe già essere un volontario o supporter di Sea Shepherd. Per fare il Cove Guardian comunque non bisogna aver caratteristiche particolari, e’ molto importante, però, tener conto che ci sono delle regole da seguire (che verranno spiegate dal Leader) e che si e`controllati in continuazione, quindi e’ fondamentale comportarsi sempre correttamente. Per chi utilizza i social network poi è importante non postare foto o commenti compromettenti.
Domanda: Come reagiscono i cittadini di Taiji alla presenza dei Cove Guardian?
Natalie: La reazione mi è sembrata neutrale, anche se alcuni turisti, quando ci vedevano, dicevano ” Sea Shepherd” e ci facevano fotografie come fossimo anche noi un`attrazione turistica.
Domanda: E la polizia? Siete praticamente seguiti ogni istante da quello che si vede nelle immagini…
Natalie: Ci sono vari tipi di polizia e praticamente si è sempre pedinati non solo a Taiji ma anche nella località dove pernottiamo. La polizia ha anche la tendenza ad intimidire i nuovi guardiani. Ad esempio mentre facevamo fotografie ci ripetevano che non era legale. In effetti bisogna sempre chiedere al leader quello che possiamo o che non possiamo fotografare.
Domanda: E’ quindi fondamentale sapere bene l’inglese?
Natalie: Se parti da solo decisamente si! Però se si parte in due o più e gli altri parlano l´inglese allora va bene. L´unico problema ovviamente è che se proprio non parli una parola di inglese diventa difficile interagire con il resto del gruppo.
Domanda: So che tra i Cove Guardian si instaura un rapporto unico assolutamente indescrivibile e che praticamente tutti quelli che sono stati a Taiji vogliono tornare lì il prima possibile. Puoi parlarmi del rapporto con gli altri Cove Guardian? Tu sei partita sola, quindi, quando sei arrivata immagino che tu non conoscessi nessuno…
Natalie: E´un rapporto di sostegno e rispetto reciproco. Ognuno si prende cura dell´altra/o senza magari averlo mai incontrato prima. Sono andata da sola e non conoscevo nessuno, ma questo non è stato importante, perché da solo o in compagnia appena arrivi a Taiji fai subito parte del gruppo. Un’esperienza mai vissuta prima.
Domanda: Come ti sei preparata i giorni precedenti al viaggio? Quanto tempo prima hai deciso che saresti andata a Taiji?
Natalie: Prima di partire ho contattato sia Luca Frattini che Emilie (cove guardian svizzera) per chiedere ulteriori informazioni oltre a quelle ricevute da Scott e Melissa e anche per sapere cosa potevo portare ai Cove Guardian che trascorrono 3 mesi a Taiji. Se non ricordo male ho deciso di andare a Taiji in primavera…
Domanda: E cosa hai portato ai Cove Guardian?
Natalie: Cioccolata svizzera vegana.
Domanda: Qual’è l’attrezzatura ideale da portare a Taiji?
Natalie: Prima di partire ricevi una lista da Scott molto dettagliata. Fondamentali sono i pantaloni e la mantella lunga anti-pioggia. Ci sono comunque diversi centri commerciali, quindi se qualcuno dimentica qualcosa lo può trovare sul posto. Tenendo comunque presente che il Giappone non è per niente economico.
Domanda: A Taiji i delfini, oltre che uccisi, vengono anche costretti ad esibirsi per i turisti. Eppure Taiji sembra avere ben altro potenziale per sfruttare il turismo. Che luogo è Taiji?
Natalie: Taiji si affaccia sull’oceano pacifico e ha un grandissimo potenziale come destinazione turistica. Attività come la canoa, la vela e il dolphin watching potrebbero essere organizzate. Non lontano da Taiji, poi, ci sono dei bellissimi templi che si possono visitare come il Nach-san Seiganto-ji-Temple per esempio, oppure le cascate di Nachi Waterfall e la foresta Nachi Primeval Forest, dove si possono fare numerose escursioni.
Domanda: Credi che un giorno riusciremo a porre fine a questa mattanza? Che impressione ti sei fatta?
Natalie: Ne sono certa. La nostra presenza con il passare degli anni ha messo sotto pressione tutte le persone e gli enti coinvolti nel massacro. Ad esempio adesso, quando ammazzano delfini o i globicefali, mettono un telone azzurro per nascondere la mattanza. Quando i delfini o i globicefali poi vengono portati al macello, pure li viene tutto coperto da teloni in modo che noi non possiamo vedere o fotografare. Inoltre diversi luoghi a Taiji sono vietati per noi Cove Guardians, come ad esempio il Whale Museum. Insomma, sanno che la nostra presenza per loro vuol dire essere esposti al mondo intero e sanno che il mondo intero li sta condannando per quello che stanno facendo ai delfini. La nostra presenza costa economicamente molto alle autorità, quindi, più siamo e maggior sorveglianza dovranno investire a Taiji. Questo a lungo termine verrà a costargli decisamente troppo…
Domanda: Alcuni giapponesi stanno prendendo finalmente consapevolezza del problema, in fondo dovrebbero essere loro a preoccuparsi per primi della cosa. Credi che qualcosa stia cambiando?
Natalie: La maggioranza dei giapponesi non sanno della mattanza e rimangono scioccati quando vengono a sapere la verità. Così come rimangono scioccati quando vengono a sapere che i delfini che vedono in cattività hanno visto massacrare le loro famiglie. A Taiji ci sono sempre più attivisti giapponesi che informano i turisti su quanto sta avvenendo. Io ho avuto il piacere di conoscere una di queste attiviste, che mi ha raccontato di come lei non avesse mai sentito parlare del documentario The Cove e della mattanza a Taiji, fino a quando un giorno alle Hawaii, dove vive, un turista l’ ha insultata dicendo che i giapponesi sono degli assassini in quanto uccidono i delfini. Dopo essersi documentata e´ diventata un’attivista e in quei giorni era a Taiji per rappresentare il gruppo Save Japan Dolphins.
Domanda: Hai intenzione di tornare a Taiji? Nel frattempo cosa farai?
Natalie: Si, l’anno prossimo voglio tornare a Taiji. Al momento mi sto impegnando a documentarmi maggiormente e ad evolvere come attivista. Con Sea Shepherd Svizzera stiamo creando un gruppo attivo nel Canton Ticino, in modo che anche la Svizzera Italiana sia sempre informata sulle attività di Sea Shepherd. E’ una fortuna comunque essere così vicini all’Italia dove Sea Shepherd Italia organizza tantissimi interessanti eventi.
Foto: Natalie Maspoli Taylor
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Marilyn
dice:Very good article. Congratulations Natalie. Thank You for all the energy You putting for this cause.
daisy valeria
dice:Ho visto per la prima volta Natalie alla proiezione del documentario “The Cove” a Milano -Palazzo Isimbardi- e conosciuta personalmente al presidio tenuto in Piazza dei Mercanti. E’ una persona stupenda!