Ma quanto ti ami?

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Tempo fa mi imbattei in un libro che parlava di una pratica spirituale hawaiana che mescolava misticismo, shamenesimo e psicologia. Si parlava fra l’altro di un certo Dottor Haleakala Hew Len che, utilizzando tale pratica, era riuscito a curare un intero reparto di pazzi criminali dell’ Hawaian State Hospital senza averne conosciuto neanche uno! La […]

Tempo fa mi imbattei in un libro che parlava di una pratica spirituale hawaiana che mescolava misticismo, shamenesimo e psicologia. Si parlava fra l’altro di un certo Dottor Haleakala Hew Len che, utilizzando tale pratica, era riuscito a curare un intero reparto di pazzi criminali dell’ Hawaian State Hospital senza averne conosciuto neanche uno!
La mia curiosità non poteva non essere stuzzicata. Si imponeva una ricerca approfondita. Allora scoprii su internet un’intervista fatta al dott. Len. Il reparto dove lavorava, per la violenza dei pazienti, metteva a dura prova psicologi ed infermieri, che infatti si dimettevano dopo poco tempo. La paura regnava sovrana. Il pericolo di essere aggrediti era molto alto.

Grazie all’intervento del dott. Len i pazienti cominciarono a migliorare, tanto che il reparto alla fine chiuse. Ma quale speciale e misteriosa tecnica aveva usato il dott. Len per raggiungere risultati così meravigliosi?

Per spiegare cosa accadde, dobbiamo fare un passo indietro e capire il concetto di responsabilità totale. Oggi siamo abbastanza consapevoli, soprattutto grazie ai numerosi best seller sulla crescita personale e di auto-aiuto, che la nostra vita sia una nostra responsabilità. Abbiamo scoperto come il nostro subconscio indirizzi in modi a volte misteriosi le nostre esistenze, attirando tutto ciò che corrisponde alle nostre idee profonde. Così, ciò che siamo ed abbiamo, alla fine, risulta essere una nostra creazione, un riflesso dei nostri modi di pensare noi stessi e il mondo.

Fin qui possiamo capire come funziona, anche se a volte è dura accettare il fatto che le malattie che ci affliggono o i conflitti che quotidianamente dobbiamo affrontare siano una nostra scelta, una creazione della nostra mente. Nell’Ho’oponopono si fa un ulteriore passo avanti. Noi siamo totalmente responsabili di tutto quello che fa parte della nostra vita, compreso tutto quello di cui siamo a conoscenza, come guerre,conflitti, violenze.  Tutto quello che entra nella nostra vita, sotto qualsiasi forma, è nostra responsabilità, perchè è una nostra creazione. Se così non fosse, non si spiegherebbe il fatto che noi siamo sempre presenti a ciò che creiamo e di cui siamo consapevoli. Il ragionamento può sembrare paradossale, ma non fa una grinza.

Torniamo adesso al nostro reparto di criminali. Cosa aveva fatto il dott. Len per guarire i suoi pazienti, senza neanche averli mai incontrati di persona? Semplice: aveva guarito se stesso.

Se tutto ciò che entra nella nostra vita è una nostra creazione, dobbiamo capire quale parte di noi è così poco consapevole da creare qualcosa che non ci piace. Se vogliamo, è un’estensione del concetto di "specchio" conosciuto in psicologia. Ciò che non ci piace degli altri è in realtà una parte di noi che non vogliamo vedere e che teniamo, perciò, ben nascosta. Ovviamente, quando qualcuno ci stuzzica questa parte, non tardiamo ad attribuirgli la causa dei nostri moti interni. Così facendo deleghiamo ad altri la responsabilità dei nostri stati d’animo e, a ben vedere, della nostra vita. Consegnamo il potere di creare la nostra vita ad altre persone o ad eventi esterni. E così facendo fuggiamo da noi stessi.
Se il concetto di specchio può essere più o meno compreso ed accettato, molto meno facile da capire è quello di reasponsabilità totale, perchè è sempre molto più facile biasimare gli altri e condannare qualcosa di esterno a noi piuttosto che cambiare noi stessi e i nostri schemi comportamentali e di reazione. La nostra responsabilità non copre più soltanto la sfera del nostro benessere, ma si estende a tutto quello che entra nella nostra vita. Perchè tutto fa parte di noi, anche se apparentemente è ‘là fuori’. Un mondo esterno non esiste come qualcosa di separato, ma solo come nostra creazione, come riflesso dei nostri pensieri. Se i nostri pensieri sono malati, anche il mondo non può non essere malato.

E cosa aveva fatto il dott. Len per guarire se stesso?

Aveva usato un semplice mantra: "Mi dispiace. Ti amo". Nient’altro.

Ripetendolo continuamente, aveva guarito quella parte di se stesso che aveva creato la malattia di quel paziente il quale, essendo una creazione della mente del dott. Len, era a sua volta guarito.
Guarire se stessi ed amarci, quindi, è il miglior sistema per guarire ed amare il mondo intero.

Una volta letto l’articolo decisi di acquistare il libro Zero limits, di Joe Vitale, che spiegava dettagliatamente i miracoli che è possibile materializzare grazie a questa semplicissima tecnica, che ripulisce il nostro subconscio da tutti quei programmi negativi che creano un mondo che non ci piace. Questi programmi, o immagini, determinano tutto quello che fa parte della nostra vita. Una volta che siamo riusciti a ripulirci, la nostra vita attirerà spontaneamente ricchezza e amore. Il procedimento è semplicissimo. Basta ripetere dentro di noi: "Mi dispiace. Ti amo". La forma completa riportata nel libro Zero limits è questa: "Mi dispiace… Ti prego, perdonami…Ti amo… Grazie".
Ogni parte di questo ‘mantra’ attiva una particolare energia di guarigione. Pentimento, Perdono, Amore, Gratitudine. Energie potentissime capaci di cambiare per sempre il nostro mondo interiore

Il processo di guarigione, in effetti, è più un ‘investimento in perdita’. Perdita, o pulitura, di tutti quegli schemi limitanti che ci portiamo dentro da tempo immemore e che ci costringono ad una vita spesso infelice. Il concetto di responsabilità totale ci riconsegna in mano il totale potere di cambiamento della nostra vita e, con essa, del mondo. Quel potere che cerchiamo di fuggire continuamente incolpando gli altri dei nostri mali.

Tutto ciò non può non ricordarci la bellissima frase di Gandhi:

"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".

 

Nel prossimo articolo vedremo come questo processo di ‘perdita’ sia alla base dell’antica arte cinese chiamata Tai Chi Chuan.

 Per approfondire:

Joe Vitale, The Key  Ed.Punto d’incontro

Autore: David Ciolli – Redazione di Promiseland
 

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