Che l’industria alimentare sia sempre più intenta a fornire risposte concrete ai consumatori alla ricerca di prodotti vegetali non è una novità. Da un lato, forti spinte etiche, legate alle scelte di vita vegan, ma anche alla crescente attenzione all’ambiente, alla sostenibilità e al futuro del pianeta. Dall’altro, la ricerca di salute e benessere e di prodotti in grado di soddisfare i consumatori alla ricerca di soluzioni adatte ad affrontare senza troppe rinunce i regimi alimentari più austeri, imposti ad esempio dall’ipertensione, dall’obesità e dall’ipercolesterolemia.
In questo quadro, il mercato della maionese senza uova sta assistendo a ottime performance, sostenute da un numero crescente di prodotti innovativi, sfiziosi e facilmente reperibili in formati che ne incentivano le occasioni di consumo, comprese le buste mono dose. Prezzo basso, facilità d’uso e una maggiore propensione all’attenzione a evitare i grassi saturi e il colesterolo, hanno contribuito ad aumentare le vendite di maionese senza uova, oggi commercializzata anche da grandi marchi storici e reperibile indistintamente in tutti i canali di vendita.
L’analisi del mercato globale delle maionesi vegan condotta da Future Market Insights per il periodo 2013-2018 e le proiezioni fino al 2028 parlano, in termini di valore, di un mercato mondiale del valore di 3.440 milioni di dollari nel 2018 che dovrebbe crescere con un CAGR di oltre il 6% durante il periodo di previsione.
Se il mercato è in forte espansione in Asia e nel Nord America, anche da noi, la maionese vegetale è in crescita. A livello di aree, il Nord Italia resta sempre il mercato principale, con oltre il 34% delle vendite (sia a volume che a valore) e con un andamento in salita rispetto all’anno precedente. Le ottime performance sono imputabili al prezzo medio, sempre più abbordabile, e alla disponibilità in una molteplicità di ricette a base
- di soia (la più classica)
- di mais
- di riso
- di legumi
e a un’offerta non solo declinata in vari gusti (aglio e erbe, curcuma, lime, curry, erba cipollina) ma che coniuga l’assenza di ingredienti di origine animale con altri free from di grande interesse, primo tra tutti l’assenza di glutine. Ricette che attraggono un numero sempre maggiore di consumatori, non solo vegani, promuovendo la crescita della categoria, fornendo nuove opportunità di crescita per le aziende che investono nel mercato delle salse vegetali
E quanto alla denominazione del prodotto?
Negli Stati Uniti, l’uso della denominazione mayonese o mayo è stata discussa in molti casi, a partire dal 2014 quando Unilever denenciò la start up Hampton Creek Food, azienda finanziata – tra gli altri- dal magnate dell’informatica Bill Gates, per aver commercializzato la sua salsa senza uova come Just Mayo. Il caso, si basava sull’ingannevolezza, si concluse con la rinuncia a procedere del colosso olandese, spinto dal biasimo dei consumatori che avevano visto nella causa un’eccessiva prova di forza della multinazionale, che finì per lanciare due anni dopo una salsa senza uova, senza colesterolo, senza glutine, del tutto analoga ad una maionese vegetale, all’insegna del “se non puoi batterli, seguine le orme”.
E in Europa? Da noi ‘La denominazione dell’alimento è la sua denominazione legale. In mancanza di questa, la denominazione dell’alimento è la sua denominazione usuale; ove non esista o non sia utilizzata una denominazione usuale, è fornita una denominazione descrittiva.’ (Reg. UE 1169/11, articolo 17)
Il ricorso a una denominazione legale garantisce al consumatore la corrispondenza del prodotto con i requisiti qualitativi e spesso anche quantitativi di composizione definiti dal legislatore europeo o nazionale. Nel caso della Maionese, manca una definizione legale, pertanto si fa ricorso alla denominazione usuale a cui ci si riferisce, in assenza di un’apposita disciplina, per gli alimenti tradizionalmente noti e compresi al consumatore medio. Si entra qui nel campo degli alimenti in cui un componente o un ingrediente che i consumatori presumono sia normalmente utilizzato o naturalmente presente (le uova) sia stato sostituito con un diverso componente o ingrediente. Il regolamento 1169, prevede espressamente che in tal caso l’etichettatura debba recare — oltre all’elenco degli ingredienti — una chiara indicazione del componente o dell’ingrediente utilizzato per la sostituzione parziale o completa: in prossimità della denominazione del prodotto e in caratteri pari ad almeno il 75 % di quella utilizzata per la denominazione del prodotto. Utilizzabili quindi i termini Maionese vegetale, Majo, e analoghi, purché nel rispetto delle indicazioni del legislatore.
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