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In UK si studiano mangimi speciali destinati ai bovini per bloccare le emissioni di metano

Entro il 2025, il Regno Unito potrebbe rendere obbligatorio l'uso di particolari mangimi per i bovini, per limitare le emissioni di metano pur continuando ad allevare animali e produrre carne e derivati.

Somministrare ai bovini negli allevamenti dei “mangimi speciali” in grado di bloccarne la produzione di metano, in modo da mitigare le emissioni: una trovata quantomeno discutibile che arriva dal Regno Unito e che, secondo il Guardian, fa seguito a una consultazione iniziata lo scorso agosto sulla possibilità di ridurre le emissioni degli allevamenti intervenendo su quello che mangiano gli animali.

L’iniziativa rientra all’interno del più ampio piano di riduzione delle emissioni del Regno Unito, il Net Zero Growth Plan, che ha come obiettivo l’azzeramento della dipendenza da combustibili fossili del Paese e secondo il quale questi prodotti, ancora in fase di test, potrebbero arrivare sul mercato entro il 2025. Se dovessero risultare efficaci, il Governo non esclude la possibilità di renderne l’impiego obbligatorio per legge. Non senza polemiche, dal momento che si tratta di una decisione che – senza sorprese – non ha trovato l’approvazione di ambientalisti e animalisti, che ritengono si tratti di un tentativo di mettere una toppa su un problema enormemente più complesso di così. Gli allevatori, invece, hanno accolto favorevolmente i piani del Governo.

I governi e l’industria adorano le loro soluzioni tecnologiche come i soppressori del metano per l’alimentazione del bestiame, che possono aiutare un po’ – ha dichiarato al Guardian Vicki Hird, responsabile dell’associazione Sustain – ma non risolveranno i gravi danni associati alla nostra enorme fissazione per il bestiame, che vanno dalla deforestazione legata alla produzione di mangimi e pascoli, all’inquinamento dei fiumi, ai danni alla fauna selvatica… tutti elementi che inibiscono anche l’azione sul clima“.

Anche Elisa Allen, vicepresidente PETA dei Programmi e delle Operazioni del Regno Unito, è dello stesso avviso e ha dichiarato che l’idea è “sciocca e assurda”: “Nutrire le mucche con ‘bloccanti del metano’ continuando ad allevarle è come applicare un cerotto su un osso rotto. È un atto disperato che non riesce assolutamente a mitigare l’incubo ecologico causato dalla sporca, vecchia abitudine di allevare e uccidere animali per il cibo”.

Il problema è il modo in cui pensiamo

Secondo il Guardian, solo nel Regno Unito vengono allevati 9,4 milioni di mucche e vitelli e il metano che emettono durante i processi digestivi è considerato uno dei principali responsabili dell’emissione di gas serra nel Paese. A livello globale, le mucche e altri animali da allevamento sono responsabili, secondo la FAO, di circa il 14% delle emissioni climatiche di origine antropica.

L’idea di trovare un mangime in grado di modificare le normali funzioni fisiologiche degli animali pur di continuare a rinchiuderli negli allevamenti intensivi, è la misura della stortura del pensiero della nostra società: la scienza ci dice che possiamo vivere senza carne e derivati animali, restando in salute e contribuendo con una dieta plant-based a salvare il Pianeta, eppure questo sembra non interessarci. Continuiamo a pensare all’allevamento come a una parte indispensabile del nostro sistema alimentare globale, in barba alla questione etica e climatica che, con sempre più forza, le associazioni animaliste e ambientaliste ci mettono davanti agli occhi ormai da anni.

Finché non saremo in grado di guardare agli animali negli allevamenti e al consumo di carne e derivati come a un’aberrazione, vivremo nella consapevolezza di essere a un passo dal baratro e nell’illusione che qualsiasi misero tentativo di arginare il problema, possa bastare per continuare su questa strada. Restiamo troppo ancorat* alle tradizioni e assuefatt* al pensiero dominante da comprendere che stiamo distruggendo il Pianeta con le nostre stesse mani.

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