Marca 2019: il prodotto “vegetale”, “vegan” e VEGANOK

Il Marca, alla sua quindicesima edizione, si è dimostrato essere l'evento cardine nel settore della private label. A fronte di questo aumento, abbiamo voluto osservare lo spazio occupato dal vegan. Ciò che abbiamo rilevato, è che tendenzialmente, quasi tutte le aziende propongono prodotti 100% vegetali. Il prodotto proteico è la vera star di questa edizione e il target di riferimento è il cliente flexitarian. Moltissime aziende che propongono prodotti vegetali o che hanno intenzione di aprire una linea di prodotto, sono interessate al marchio VEGANOK a garanzia di una qualità etica della referenza sulla quale molti consumatori si riconoscono.

Il Marca, alla sua quindicesima edizione, si è dimostrato essere l’evento cardine nel settore della private label. Nel precedente articolo dedicato all’evento, abbiamo introdotto il tema principale di questa edizione: l’ascesa dei prodotti a marca del distributore: un giro d’affari di 10,3 miliardi di euro all’anno destinato a crescere ad 11 miliardi nel 2020. Leggi l’articolo qui: “Marca 2019: uno sguardo da vicino al mondo della private label

A fronte di questo aumento, abbiamo voluto osservare lo spazio occupato dal vegan. Ciò che abbiamo rilevato, è che tendenzialmente, quasi tutte le aziende propongono prodotti 100% vegetali. Escludendo quelle che trattano solo ed esclusivamente carne e insaccati, la maggior parte di coloro che offrono un parco prodotti diversificato, intercettano la domanda del mercato con in genere, almeno una referenza: dal fresco al confezionato fino al surgelato.

Quali sono i prodotti proposti dalle insegne della grande distribuzione? Il prodotto proteico è la vera star di questa edizione. Grandissimo interesse del mondo della private label allo sviluppo di alternative vegetali alle proteine di derivazione animale.

É stato presentato il “filetto vegano” 100% vegetale di una nota azienda olandese e già distribuito nei Paesi Bassi e nel Regno Unito. Il filetto si presenta come un prodotto altamente innovativo poiché somiglia ad un vero e proprio filetto di carne per aspetto, struttura, gusto e consistenza. É realizzato con soia, proteine del frumento arricchito con ferro e con vitamina B12.

I referenti aziendali raccontano:

“Nella prima settimana del lancio del filetto vegano in 400 punti vendita della catena britannica Tesco ne sono state vendute circa 40.000 unità, con un conseguente incremento della produzione di 100.000 unità a settimana.”  Numeri che sperano di replicare anche su territorio italiano. Accanto al filetto, propongono anche degli straccetti di soia che vogliono richiamare il sapore delle carni bianche e anche un burger la cui esperienza gustativa, ricorda molto quella del pesce.

Anche dal mondo della produzione dei latticini, passi avanti verso l’universo vegetale. Le aziende che producono latte e latticini da generazioni, propongono referenze vegetali. Abbiamo incontrato un’azienda che da ben 3 generazioni, lavora sul prodotto spalmabile: formaggi vaccini o di latte di capra. Sono degli specialisti del settore e da quest’anno, puntano molto su un prodotto spalmabile 100% vegetale: una ricetta innovativa e versatile di hummus che può essere usata come alternativa al formaggio spalmabile.

Ultime ma non meno importanti, le proposte di pasta a base di legumi: piselli, lenticchie, ceci o fagioli mung. Offrono una alternativa di consumo alla pasta tradizionale con un valore aggiunto: sono proteiche e gluten free.

Ma chi è il target di questi prodotti MDD?

Ciò che abbiamo rilevato è che, nonostante il numero delle referenze aumenti, il target di riferimento invece è in parte cambiato. I prodotti plant-based non si riferiscono ad una clientela specificamente vegana ma ad un pubblico più vasto: la proteina vegetale ha un appeal molto forte sul cliente flexitarian. Una percentuale sempre più alta di consumatori sta abbracciando il “flexitarianism” facendo spazio a più prodotti vegani come parte di una dieta” flessibile“ volta al benessere, alla salute e all’attenzione verso la sostenibilità ambientale. Da questo punto di vista, questi prodotti quindi si affiancano alle numerose referenze “free from” o “less in” già presenti nei supermercati.

É questo il trend confermato da molti dei rappresentanti delle insegne della gdo presenti in fiera ma c’è un altro elemento di interesse crescente: la propensione al consumo etico. Moltissime aziende che propongono prodotti vegetali o che hanno intenzione di aprire una linea di prodotto, sono interessate al marchio VEGANOK a garanzia di una qualità etica della referenza sulla quale molti consumatori si riconoscono.

“Ho rilevato un interesse costante in linea con il trend che stiamo osservando in questi ultimi due anni: un interesse che non è calato, non sta avendo picchi ma rimane stabile e consolidato. Si consolida anche la consapevolezza di ciò che il marchio VEGANOK significa: una garanzia non solo sotto il profilo dell’ingredientistica ma un’attenzione a tutto tondo che va dal packaging fino alle colle usate per gli imballaggi. Ecco perché chi ci sceglie, è interessato anche all’aspetto etico del nostro disciplinare di riferimento. Alessandro Tulli (Sales and Marketing Manager VEGANOK Network)

VEGANOK infatti, si propone di diventare l‘anello di connessione tra il prodotto vegetale e quello vegano attraverso l’affermazione di un concetto: esiste un contenuto etico all’interno del prodotto plant-based che tutela un modello di consumo sostenibile.

Leggi anche: “Vegano” e “vegetale” non significano la stessa cosa

 

 


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