Margherita Tancini VEGANOK CHANGE

CHANGE: Margherita Tancini ti invita a partecipare al VEGANOK CHANGE

Margherita Tancini risponde alle nostre domande per spiegarci perché ha deciso di aderire al VEGANOK CHANGE

Il VEGANOK CHANGE sta per arrivare e Margherita Tancini ha risposto alle nostre domande per spiegarci quanto sia necessario un cambiamento e come questo influenzi le dinamiche sociali e culturali, invitandoti a partecipare alla più grande rivoluzione vegan di sempre.

Margherita Tancini: Mi chiamo Margherita, sono laureata in lingue ed economia, lavoro nel turismo e al momento sto portando a termine un lavoro di dottorato in antropologia sociale e culturale all’Università Autonoma di Barcellona, ma questo dice gran poco su di me. Per quanto ci abbiano insegnato a identificarci con i nostri studi e con il lavoro, e se non lo facciamo le persone possono percepire una sensazione di incompletezza rispetto al nostro profilo, io preferisco descrivermi come attivista, individuo in cambiamento che non crede che tutto ciò che ci è stato insegnato sia da prendere come “oro colato” ma che debba essere messo in discussione. Per questo oggi sono qua per supportare il progetto VEGANOK CHANGE.
Come scrivo nel mio libro per bambini “Il santuario di Arturo”: “…Mi piace ricordare che il cambiamento fa parte di noi ed è essenziale per la nostra evoluzione, un cambiamento gentile, che ci porti presto a vivere in armonia con i nostri amici animali. Per un pianeta libero dalle gabbie”. Oggi, qua, facciamo riferimento al tema vegan e al rispetto per gli animali, ma in generale le persone temono il cambiamento, in qualsiasi ambito. Perché lo temono? Perché il cambiamento comporta una modifica delle proprie abitudini. Cambiamento è movimento, è andare al di fuori della propria zona di confort. Il cambiamento all’inizio ci dà fastidio, sembra difficile, e per questo abbiamo questa tendenza a posticiparlo, o allontanarlo. Senza cambiamento però restiamo immobili e domani non saremo diversi dalle persone che siamo oggi. Noi, come esseri umani, possiamo cambiare ogni giorno, e non solo dal punto di vista fisico ma anche nelle nostre abitudini, nel modo di agire.

Margherita Tancini

VEGANOK CHANGE: Margherita, in qualità di antropologa, come hai visto influenzare le scelte alimentari vegan sulle dinamiche sociali e culturali?

Margherita Tancini: Quello che ho notato è che, nello specifico dell’ambito vegan, le persone tendono ad agire in due modi: o rifiutano il passaggio a uno stile di vita vegan perché non viene capito, non si empatizza con la causa che spinge una persona ad abbracciare questa realtà, o la comprendono ma non fanno loro questa scelta (se di scelta si tratta) perché sembra essere troppo difficile. È importante capire, però, che ogni cambiamento comporta delle difficoltà in un primo momento, per il semplice fatto che la nostra quotidianità viene in qualche modo modificata. È scomodo il cambiamento, all’inizio, e talvolta si giudica un comportamento come “estremo” per il semplice fatto che non viene compreso (estremo per chi? Rispetto a cosa?). Poi però, quando queste nuove abitudini verranno acquisite, non sembrerà più così difficile, perché quella che prima sembrava una realtà così lontana e inarrivabile ora fa parte di te. Ecco cosa accade quando scegli di diventare vegan, ed ecco cosa rispondo quando mi chiedono sorpresi: “Sei vegana? Ma non è difficile? Io non potrei mai”: “Ogni cosa sembra difficile e lontana quando non fa parte della tua routine. È molto più semplice di quanto tu, ora, stia pensando. Anche quando non correvo mi pareva impossibile poter correre una maratona e chi lo faceva mi sembrava pazzo, eppure, ad oggi, ne ho corse tre. La stessa cosa vale per lo stile di vita vegan”.
Ci inculcano fin da piccolini che “dobbiamo mangiare un po’ di tutto per stare bene” e che la carne è la miglior fonte per poter introdurre le proteine nel nostro corpo. Questo in forma generale, per non parlare di come la carne venga associata, in forma più o meno esplicita, alla virilità. E immediatamente un uomo che non mangia carne non è più uomo, e una donna che non mangia più carne è “estremamente sensibile”, (quest’ultima situazione, seppur criticata, è molto più accettata nella società rispetto alla prima). Qua ci sarebbe da aprire una parentesi infinita sul tema di genere e su come nell’educazione ci vengano inculcati dei modelli di comportamento che ci rendono più o meno uomini o più o meno donne, ma per ora lascio questo tema in sospeso.
Da quando ho smesso di mangiare animali, circa tredici anni fa, e successivamente sono diventata vegana, quasi otto anni fa, ho osservato un notevole aumento di consapevolezza generale. Questo lo dimostra anche l’incremento dei prodotti vegani disponibili nei supermercati che riflettono la domanda in aumento di questi cibi. D’altra parte, però, seppur molte persone non si sorprendono più quando sentono la parola “vegano”, la disinformazione rispetto a questo stile di vita non manca. Si crede ancora che, come dieta, non sia completa, si crede che le persone vegane non siano in grado di poter creare massa muscolare, che debbano prendere un sacco di integratori o che sia uno stile di vita estremamente costoso. Nulla di più sbagliato. Quando cerco di rompere questi stereotipi noto spesso resistenza da parte di chi ha già deciso che non vuole ascoltare, o da chi diventa nervoso perché molto legato a quella che, in teoria, è la “nostra” tradizione culinaria. Perché alla fine di questo si tratta, perché per noi Paesi occidentali non esite la necessità di nutrirci di carne, latte e derivati per sopravvivere ma lo facciamo per tradizione, gusto e abitudine. La cosa positiva è che la tradizione non è un oggetto statico che non può cambiare, sennò ci troveremmo ancora ai tempi dei gladiatori. Lo stesso vale per le abitudini, come ho già osservato all’inizio della mia riflessione, esse possono essere modificate, sebbene ciò richieda uno sforzo iniziale. E per il gusto, niente paura! Il mondo vegetale è così ricco e ampio che difficilmente non incontrerà i gusti delle persone. Certo, all’inizio si tratta di aggiustare i nostri pasti e informarci su qualche ricetta nuova, ma questo non dev’essere un freno, bensì uno stimolo a essere parte creativa e attiva della nostra alimentazione.

VEGANOK CHANGE: Perché sei diventata vegana?

Margherita Tancini: A 16 anni sono diventata vegetariana dopo aver visto una conferenza su YouTube tenuta da Gary Yourofsky, un noto attivista animalista americano. Durante la sua presentazione, ha proiettato un video di un mattatoio e ha provocatoriamente chiesto al pubblico: “Chiedetevi perché, se non va bene ai vostri occhi, va bene però per il vostro stomaco”. Questo momento ha segnato una svolta nella mia vita, portandomi a diventare vegetariana. Successivamente, all’età di 22 anni, durante la mia esperienza come au pair in una famiglia vegana a Londra, ho compreso ulteriormente l’importanza di un’alimentazione senza prodotti di origine animale. La madre di questa famiglia, Antonia, è stata un esempio illuminante per me, aprendomi gli occhi su un modo di vivere e percepire il mondo diverso rispetto a quello a cui ero abituata. Uno dei momenti che ricordo con più chiarezza di quel periodo è stato quando Will, il figlio maggiore della famiglia, all’epoca di 8 anni, mi ha chiesto perché fossi vegetariana e non vegana, dicendo: “Quindi ti preoccupi per i maiali ma non per le mucche e per i loro cuccioli?”. Quella domanda mi ha spiazzata e mi sono sentita spoglia di qualsiasi risposta. Da quel momento ho scelto di abbracciare completamente lo stile di vita vegano e ho cominciato letteralmente a passeggiare per Londra con il latte di soia in borsa (“Non si sa mai che vada a casa di qualche amico e che l’unico latte che ha da offrirmi con il caffè sia quello di mucca” pensavo).

VEGANOK CHANGE: Supporto VEGANOK CHANGE perché…

Margherita Tancini: Penso che il mio sostegno a VEGANOK CHANGE emerga chiaramente dal contenuto di questo articolo. Nonostante il mondo stia ancora progredendo troppo lentamente verso questo stile di vita, noto che un numero crescente di individui sta abbracciando il cambiamento per un mondo più compassionevole nei confronti degli animali, e non mi riferisco solo a quelli che siamo abituati a categorizzare come animali di serie A, come cani e gatti, ma anche quelli che, purtroppo, sono ancora considerati animali di serie B, gli “animali della fattoria”. Si tratta quindi di rompere queste categorie e di rispettare la vita di ogni animale, per quanto possibile. E tu, prendi parte al progetto VEGANOK CHANGE?

Partecipa anche tu al VEGANOK CHANGE come Margherita Tancini e sii parte del cambiamento.

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