Migliaia di animali bruciati

Promiseland -

I boschi di tutta l’Europa stanno andando in fumo e l’anidride carbonica emessa nell’atmosfera da questa immensa combustione, aumenta l’effetto serra, per cui ci arrostiamo al calore delle fiamme, e, nel contempo, agonizziamo per le temperature di questo torrido agosto che ci regala l’ormai inconfutabile mutamento climatico. E’ consuetudine, mi piace segnalarlo, definire gli incendiari […]

I boschi di tutta l’Europa stanno andando in fumo e l’anidride carbonica emessa nell’atmosfera da questa immensa combustione, aumenta l’effetto serra, per cui ci arrostiamo al calore delle fiamme, e, nel contempo, agonizziamo per le temperature di questo torrido agosto che ci regala l’ormai inconfutabile mutamento climatico.

E’ consuetudine, mi piace segnalarlo, definire gli incendiari di questi roghi, quasi sempre di origine dolosa, come dei piromani, un aggettivo del tutto improprio, se non addirittura fuorviante. Il piromane, infatti, se consideriamo il vocabolo nel suo significato più proprio, è un uomo in preda ad una singolare perversione, che ama il fuoco, e gode ad appiccarlo, mentre i responsabili degli incendi sono spesso non dei malati di mente, ma dei sicari di qualcuno che vuole sostituire il bosco con un insediamento turistico, o che desidera, in taluni casi, far crescere i pascoli per le greggi, e così via. Lo si sa, ma spesso si trascura di mettere il dito nella piaga e non si fanno le indagini del caso.

Inoltre, altra circostanza curiosa, quando scoppia un incendio, tutti lamentano quel pino maestoso e quella quercia centenaria ridotti in cenere, e ben pochi si preoccupano di tutti gli animali che finiscono, poveri loro, in graticola. Si deplora, in altre parole, la morte degli alberi, senza pensare che i boschi ospitano una costellazione di animali che periscono tra le fiamme. Credo sia perché le piante sono immobili, e devono affrontare, volenti o no, l’ecocidio del fuoco, mentre gli animali possono fuggire, restando incolumi. Ma sarà proprio così?

La fauna che vive nel suolo non ha, di solito, questa possibilità di spostarsi celermente, e finisce inevitabilmente per essere cotta al forno. Inoltre, le fiamme spesso formano dei circoli infernali e chi resta preso in trappola, soffocato dal fumo, e rosolato per bene, condivide la stessa sorte degli alberi messi a fuoco, ed è successo più volte anche a degli esseri umani, turisti o personale addetto a controllare gli incendi. Ricordo che tanti anni fa, membro di un comitato del Cnr, visitando una zona di interesse naturalistico messa a fuoco, mi sono imbattuto nelle carcasse di molte volpi e di rettili, bisce e lucertole perite in un rogo che si era esteso per qualche centinaio di ettari. Che gli animalisti, e non solo gli ambientalisti, prendano la parola contro questo triste fenomeno che non minaccia soltanto le piante ma anche la ricca complessità faunistica che vive in associazione con loro e che non riesce a superare la prova del fuoco. Durante quella ispezione scoprii anche dei corpi contratti di due poveri gatti che erano stati presi in trappola dalle fiamme. Si stilano leggi sul maltrattamento degli animali. C’è forse un maltrattamento peggiore di bruciarli a fuoco lento?

Testo di Giorgio Celli

Tratto da: www.ilmessaggero.caltanet.it

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