Si chiama Weganool ed è un tessuto che promette di rivoluzionare il mondo della moda: si tratta di una nuova alternativa 100% vegetale al cashmere prodotto dalla lavorazione del pelo di Capra hircus, da sempre considerato un tessuto di lusso per la sua estrema morbidezza. Faborg, l’azienda che lo produce, ha sede in India e dal 2015 lavora per creare alternative animal-free e 100% plant-based alla lana. Attualmente la Cina produce il 60% del cashmere al mondo e nel 2019 si stima che la produzione sia stata di 15.437,8 tonnellate, con una riduzione di circa il 13,5% rispetto al 2018. Per via del calo della domanda nel 2019, nel 2020 la produzione si è ridotta del 10% rispetto allo scorso anno. Si tratta di un tessuto considerato molto prezioso (e, per questo, molto costoso) perché la sua lavorazione richiede molto tempo e la quantità di pelo che si può ricavare da ogni animale è molto ridotta. A questo proposito va ricordato lo sfruttamento animale legato alla produzione di cashmere, che ha portato diverse aziende di abbigliamento nel mondo a rinunciare al suo impiego. Ha fatto scalpore in particolare la decisione del brand di fast fashion H&M, che lo scorso anno ha detto no al cashmere dopo aver visto un video di PETA che documenta i metodi di produzione estremamente cruenti di questo tessuto.
Weganool, invece, è creato localmente utilizzando le fibre delle Calotropis Gigantea e Calotropis Procera, due piante perenni molto comuni in queste zone; la loro particolarità risiede soprattutto nel fatto che non necessitino di particolari attenzioni o cure per crescere rigogliose, già 6 mesi dopo la raccolta. Le fibre necessarie per creare Weganool sono prelevate sia dai baccelli che dagli steli di queste piante; nel primo caso si ottengono fibre cave molto morbide e leggere, paragonabili al cashmere di origine animale. Nel secondo caso, invece, si ricavano fibre estremamente resistenti, che vengono lavorate insieme alle altre per ottenere un tessuto che sia al contempo resistente e dalle caratteristiche pressoché identiche a quelle del cashmere. Il tessuto finale contiene il 70% di cotone organico e il 30% di fibre Weganool.
Perché una lana vegana?
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Oltre all’aspetto etico, l’azienda – che ha presentato a inizio anno questo tessuto al Future Fabric Expo di Londra, la più grande vetrina mondiale di materiali sostenibili – sottolinea sul proprio sito i vantaggi dal punto di vista ambientale nell’impiego di Weganool:
- la produzione di questo tessuto non produce scarti;
- la coltivazione della pianta non richiede l’intervento umano, acqua, fertilizzanti o pesticidi;
- Weganool è colorato esclusivamente con coloranti naturali e di origine vegetale;
- non vengono impiegate sostanze chimiche in nessuna fase di produzione;
- la produzione di 1 kg di filato consente di risparmiare 9000 litri di acqua potabile pulita rispetto al 100% di filato di cotone;
- l’impiego di questa materia prima aiuta l’economia delle zone locali.
Moda: vegan e animal-free sono il “new normal”
Weganool è solo uno dei tanti esempi di prodotti realizzati da aziende che scelgono di seguire le richieste di un mercato sempre più attento alla questione animale e ambientale. Sono numerose le piccole e medie aziende internazionali, che con il loro lavoro stanno apportando un contributo importante a questo mercato in costante espansione, ma anche i grandi nomi che sfilano sulle passerelle si stanno adeguando, così che la moda risulti sempre più vegan e abbigliamento, scarpe e accessori cruelty-free siano ormai il new normal nel mercato del fashion.
Tra i paesi leader del cambiamento troviamo Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia, che risultano i principali investitori del settore, con aumenti significativi dei prodotti segnalati come vegani. Recenti analisi di mercato parlano di un +75% di prodotti segnalati come vegani nel Regno Unito rispetto agli anni precedenti, mentre la Francia segue con un +12% destinato ad aumentare considerevolmente visto l’impegno di Parigi a diventare la capitale della moda sostenibile entro il 2024. Per gli Stati Uniti la crescita registrata è solo dell’11%, ma si tratta del paese con l’assortimento di prodotti animal-free più ampio rispetto ad altri mercati.
In Italia troviamo aziende del calibro di Carrera e Bata che hanno scelto la certificazione VEGANOK per alcune linee dei propri prodotti, a conferma della totale assenza di derivati animali nei tessuti e nelle colle impiegati nella produzione. In un mercato sempre più attento alla sostenibilità ambientale e all’etica, sempre più aziende internazionali scelgono di orientare la produzione verso quella che a tutti gli effetti potremmo definire “la moda del futuro“.
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