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Moncler dice addio alle pellicce. LAV: “Grande traguardo, ma non ci fermiamo”

Il brand italiano di abbigliamento segue la scia di altri grandi marchi: l'acquisto di pelliccia verrà interrotto quest'anno e, dopo la collezione Autunno/Inverno 2023, il brand diventerà ufficialmente fur free.

Anche Moncler dice addio alle pellicce: seguendo l’esempio di altri grandi marchi del mondo della moda, lo storico brand italiano eliminerà le pellicce dalle proprie collezioni. Una svolta importante per il settore della moda, sempre più orientato verso l’impiego di tessuti etici e sostenibili, e che segna un ulteriore traguardo per l’industria del fashion luxury.

Moncler, aderendo standard internazionale Fur Free Retailer, si impegna dunque a rimuovere la pelliccia animale dalle proprie collezioni dopo l’Autunno/Inverno 2023. Un traguardo che rientra all’interno del Piano di Sostenibilità 2020-25 del brand, che si focalizza su diversi aspetti, tra cui la lotta ai cambiamenti climatici.

Gli obiettivi aziendali prevedono anche l’impiego del 50% di nylon sostenibile nelle collezioni Moncler entro il 2025, nonché il riciclo di oltre l’80% degli scarti produttivi di nylon entro il prossimo anno, l’abolizione della plastica convenzionale monouso, il 100% di energia rinnovabile in tutti i siti aziendali nel mondo oltre alla riduzione, entro il 2030, delle emissioni di CO2 in base ad obiettivi science-based.

LAV: “Traguardo importante, ma c’è ancora del lavoro da fare”

Siamo molto soddisfatti di questo risultato – dichiara ai nostri microfoni Simone Pavesi, responsabile LAV per l’Area Moda Animal Free – non solo perché è frutto di un confronto con l’azienda che LAV ha avviato dal 2019, ma anche per quello che rappresenta. Questa decisione avrà un impatto enorme sulla vita di milioni di animali che vengono sfruttati ogni anno dall’industria della moda e della pellicceria, anche perché Moncler ha sempre fatto uso di pellicce e inserti provenienti da due filiere particolarmente critiche. Da una parte, quelle “classiche” provenienti dagli allevamenti di visoni e di volpi, dall’altra pellicce di coyote e procione catturati in natura con l’uso di tagliole”.

Il fatto che Moncler abbia assunto consapevolezza su questo argomento, quindi, è per LAV un doppio traguardo, ma  il lavoro dell’associazione animalista prosegue: come tanti altri marchi, anche Moncler continuerà a utilizzare piume d’oca nella propria filiera produttiva. Anche se l’azienda sostiene di fare uso esclusivamente di piuma certificata da Down Integrity System & Traceability (DIST.) – che richiede l’impiego di piumino ricavato da oche allevate per la loro carne, ed è dunque un sottoprodotto dell’industria alimentare – si tratta comunque di un materiale eticamente inaccettabile.

Il futuro della moda è animal – free

Da qualche anno stiamo assistendo a grandi cambiamenti nel settore dell’abbigliamento, con il 2019 ad aver segnato un punto di svolta decisivo nella storia della moda. A Los Angeles si è tenuta la prima Vegan Fashion Week, con il claim “cruelty-free is the nex luxury” e il nuovo trend è diventato l’animal free: i tessuti bandiscono lo sfruttamento animale per rispondere alle richieste di un mercato sempre più attento alla questione etica.

La pelliccia è considerata ormai un capo obsoleto e crudele, e sono tanti i grandi stilisti e le case di moda ad averla bandita dalle proprie collezioni. Qualche esempio? Armani, Michael Kors, Stella McCartney (in foto), Prada, Gucci, Versace e Jimmy Choo, mentre tra le aziende della moda “fast” sono fur free Zara, Mango, H&M, The North Face, Asos e l’italiana OVS (l’elenco completo è consultabile qui).

Il futuro della moda è appena iniziato e, magari, vedrà la pelliccia creata in laboratorio come la tecnologia in grado di dare una svolta decisiva verso una moda etica.


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