Emanuele Perico, 33 anni, il cacciatore che era stato colpito accidentalmente alla testa dal padre durante una battuta di caccia, non è sopravvissuto. È morto all’ospedale Manzoni di Lecco.
Tragico epilogo per la vicenda che ha visto coinvolto il giovane cacciatore a Villa d’Adda (Bergamo). Riassumiamo la vicenda, di cui potete trovare l’approfondimento qui:
Nella notte del 27 Maggio, Emanuele con il padre e il fratello stavano partecipando ad una battuta di caccia al tasso. Il padre ha fatto partire un colpo dalla sua carabina 22 e ha colpito accidentalmente il figlio ad una tempia. Il fratello ha immediatamente chiamato i soccorsi che con l’elicottero, lo hanno portato all’ospedale di Lecco. È morto dopo giorni di agonia.
L’epilogo drammatico della vicenda ha avuto ripercussioni anche sul piano giudiziario: l’errore tragico del padre è oggetto di analisi della magistratura che farà luce sulla vicenda ma intanto il pm Pelosi ha cambiato l’accusa da lesioni gravissime ad omicidio colposo.
Ad aggravare la situazione, il fatto che l’incidente sia avvenuto a caccia chiusa; la caccia al tasso inoltre è illegale come illegale è anche l’arma che ha usato per sparare: una carabina calibro 22, vietata per la caccia.
La caccia non è un hobby, nè uno sport:è una pratica crudele che genera morte; mette a repentaglio i delicati equilibri della natura e comporta gravi rischi anche per l’uomo. Ribadiamo il nostro NO ALLA CACCIA!
Fonte: www.promiseland.it
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