Su europarl.europa.eu si legge che la Mutilazione Genitale Femminile (MGF) si riferisce a procedure che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili o altre lesioni ai genitali femminili per motivi non medici. Di solito vengono eseguite da un circoncisore tradizionale con una lama e senza anestetico. Sebbene sia internazionalmente riconosciuta come violazione dei diritti umani, si calcola che siano circa 68 milioni le ragazze in tutto il mondo che rischiano di subire questa pratica prima del 2030.
Parliamo di numeri da capogiro, ma il fatto che in Sudan si parli della possibilità che la pratica diventi illegale fa sperare in un futuro meno crudele. Anche se sono tanti i paesi che la praticano e saranno tanti gli anni per debellare una simile crudeltà.
Ad annunciare la lieta notizia per il Sudan è stato il governo di transizione entrato in carica lo scorso anno, specificando che le nuove norme saranno in linea con una dichiarazione costituzionale sui diritti e le libertà.
Secondo il ministero degli esteri di Khartoum, la decisione rappresenta “uno sviluppo positivo importante”. Il riferimento, sul piano legislativo, con un nuovo articolo nel codice penale, sarebbe al capitolo 14 della dichiarazione cosituzionale sui diritti e le libertà approvata nell’agosto 2019.
Se in Sudan si fanno passi avanti qual è la situazione nel mondo sulla mutilazione dei genitali femminili?
Sempre su europarl.europa.eu si legge che la MGF viene praticata principalmente in circa 30 paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ma anche in alcuni paesi dell’Asia e dell’America Latina e tra comunità provenienti da queste regioni.
Anche se illegale nell’UE, e alcuni stati membri la perseguono anche quando viene eseguita fuori dal paese, si stima che circa 600mila donne che vivono in Europa siano state vittime di questa pratica, e che altre 180mila siano a rischio in 13 paesi europei.
Le motivazioni della pratica MGF?
Le mutilazioni genitali femminili sono praticate principalmente su ragazze tra l’infanzia e i 15 anni. Le motivazioni sono collegate a una serie di ragioni culturali e sociali come la pressione sociale e la tradizione, insieme all’idea che sia una pratica sostenuta dalla religione e collegata a ideali di bellezza e purezza – ma in realtà la mutilazione genitale femminile precede la diffusione del Cristianesimo e dell’Islam e riflette profonde disuguaglianze tra i sessi.
A questo punto la riflessione resta una e purtroppo sempre la stessa. Gli uomini hanno cercato da sempre e in ogni dove di essere padroni del corpo delle donne. E ancora oggi le donne sono costrette a dover subire pratiche così assurde. Non si può ben comprenderne il perché, ma resta il fatto che anche quando non si parla di pratiche così barbare esistono ancora altre forme di violenza fisica e psicologica, in ambito lavorativo e anche familiare, in “paesi sviluppati”.
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Dominio
dice:La mostruosità dell’essere umano riesce a non avere limiti sia verso altre specie, sia verso la sua stessa specie
Betty Barbieri
dice:E’ illegale. PUNTO.
Renata Balducci
dice:il Riconoscimento dei diritti è materia storica e sempre in corsa da che mondo è mondo !
Le azioni di coloro che si credono più forti , migliori si chi è differente da loro , sono combattute da sempre e pian piano la storia ci ha insegnato che le torture stanno identificandosi sempre più come tali per tutti , questo è ciò su cui contare !
Per un mondo migliore e di pace ed amore la lotta è ancora lunga ma sempre più sentita e diffusa!
Francesca Ricci
dice:Verso un mondo migliore… torture nel 2020, a volte pensi che non esistano solo perché sono lontane da noi.
Nicolina La Ciura
dice:Leggere di queste cose ti fa venire i brividi, per noi è impensabile che esistano cose di questo genere e così diffuse. Ci vuole un’illuminazione universale altro che pandemia!
Laura Di Cintio
dice:Il fatto che nel 2020 si possa anche solo pensare di mettere in pratica queste atrocità ci dice che abbiamo ancora un cammino lunghissimo prima di raggiungere davvero la parità di diritti…