Nomi piatti vegani

“Vegani, chiamate le cose con il loro nome”: ok, ma allora vale anche per i prodotti non vegan?

I nomi dei piatti vegani sono spesso controversi e al grido di "chiamate le cose con il loro nome", molte persone puntano il dito sulla scelta vegan: ma cosa dire, allora, sui nomi dei prodotti di origine animale?

Tra le crociate più in voga tra i detrattori della scelta vegan, quella legata all’uso di termini afferenti alla cucina “tradizionale” onnivora in quella vegetale tiene banco da sempre e – ahinoi – non sembra trovare soluzione. Se persino i Governi, come quello del nostro Paese o quello francese in passato, ritengono fuorvianti i nomi dei piatti vegani, definire una “cotoletta” di soia con questo nome, la situazione diventa davvero ostica. La cosa divertente è che ai vegani viene rinfacciato il nome dei loro piatti e l’uso di termini che poco hanno a che fare con la pietanza che stanno portando a tavola.

Al grido di “chiamate le cose con il loro nome”, chi segue questo stile di vita a quanto pare si macchia di reati indicibili mistificando un panetto di tofu o un disco di seitan chiamandolo nugget, cotoletta, fettina, polpetta e via dicendo.  Una domanda però sorge spontanea: non è la stessa cosa che si fa da sempre con la carne?

I termini “onnivori”: perché non si possono utilizzare nella cucina vegan?

Bistecca, polpetta, hamburger, arrosto: non sono tutti termini che rendono meno violenta la realtà che si cela dietro il principale ingrediente di ciascuno di questi piatti, rendendolo più appetibile?

Ok, ci sarà chi sostiene che siano termini che rendono palese le modalità di preparazione della carne per ciascuna pietanza, ma questo cosa c’entra? Se seguiamo questo ragionamento, allora non ci dovrebbero essere problemi a utilizzare questi nomi anche per i piatti plant-based: una polpetta lo è per la sua forma, a prescindere dal fatto che sia vegetale o abbia al suo interno formaggio, carne o pesce, giusto? 

Parliamo dei nomi dei piatti vegani, ma tu chiameresti “vacca ai ferri” la tua bistecca?

Eppure non è così: la verità dietro questo uso esclusivo sembra quasi aver a che fare con la volontà di celare cosa c’è dietro una specifica preparazione: pezzi di animali tagliati o tritati per creare alimenti dal nome molto meno cruento di quello che sono veramente. Perciò ci chiediamo: perché mai non potremmo chiamare una preparazione vegetale con un nome che, a tutti gli effetti, con gli ingredienti che lo originano non ha nulla a che fare?

Noi siamo anche disposti a chiamare tempeh, tofu e seitan con il loro nome originale, ma ci chiediamo se la stessa cosa vada bene anche per chi segue una dieta onnivora.  Sarebbero tutti disposti a chiamare palline di carne di animali tritati le polpette? Sarebbero tutti d’accordo a definire una cotoletta  “pezzo di carne di manzo impanata”?Non darebbe fastidio a nessuno definire “pezzo di pancia di manzo arrostita” un arrosto? Forse è arrivato il momento di riflettere attentamente sulla questione.

Leggi anche: ABC Vegan: l’alfabeto della scelta etica a tavola e non solo


Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!


SCOPRI
VEGANOK CHANGE

Leggi altri articoli