Rachel Corrie, giovane pacifista nonviolenta americana, nata a Olympia (Washington) nel 1979, impegnata nell’associazione umanitaria International Solidarity Movement come osservatrice per i diritti umani e in azioni di accompagnamento ed interposizione nonviolenta, il 16 marzo 2003 veniva uccisa da un bulldozer dell’esercito israeliano a Rafah, nella striscia di Gaza, mentre cercava di impedire l’abbattimento di una casa interponendo il proprio corpo.
Aveva 23 anni.
Pubblichiamo l’ultima lettera che Rachel scrisse al padre, qualche giorno prima della sua scomparsa.
12 Marzo, 2003
Ciao, papà, grazie della e-mail. A volte ho l’impressione di passare tutto il tempo a catechizzare la mamma, dando per scontato che ti passerà lei le notizie, così finisco col trascurarti. Non preoccuparti troppo per me, al momento quello che mi preoccupa di più è che non siamo abbastanza incisivi. Non mi sento ancora particolarmente in pericolo. Recentemente Rafah ha l’aria di essere più calma, forse perché i militari sono presi dalle incursioni a nord –ancora spari e demolizioni di case- che io sappia un morto solo questa settimana, ma niente grandi incursioni. Tuttavia non ti so dire come questo cambierà se e quando arriverà la guerra con l’Iraq.
Grazie anche per il lavoro in più che stai facendo contro la guerra. So che non è facile, forse è ancora più difficile dove siete voi che qui dove mi trovo io. Mi interessa molto parlare con il giornalista di Charlotte –fammi sapere come fare per accelerare un po’ i tempi.
Sto tentando di immaginarmi che cosa farò quando verrò via da qui, e quando succederà. Al momento penso che potrei rimanere fino a giugno, per quanto riguarda i soldi. Non ho nessuna voglia di tornare ad Olympia, ma devo proprio andarci per sgombrare il garage e parlare delle mie esperienze di qui. Invece, ora che ho attraversato l’oceano, ho proprio una gran voglia di cercare di rimanere da questa parte per un po’ di tempo. Sto prendendo in considerazione l’idea di guadagnare qualcosa insegnando inglese –mi piacerebbe proprio mettermi seriamente a studiare l’arabo. Mi hanno anche invitata a visitare la Svezia al ritorno, che credo non mi costerebbe un granché. Inoltre non vorrei andarmene da Rafah senza avere la prospettiva concreta di ritornarci.
Domani deve partire un membro del nostro direttivo, e guardarla salutare la gente mi fa capire quanto sarà difficile. La gente di qui invece non può andarsene, e questo complica le cose. In più molto realisticamente ti dicono che non sanno se saranno ancora vivi quando torneremo qui. Davvero non voglio vivere con questo gran senso di colpa per quanto riguarda questo posto –poter andare e venire così facilmente- o anche non tornare affatto. Ritengo molto importante assumersi delle responsabilità verso i luoghi, perciò vorrei riuscire a progettare di fare ritorno qui entro un anno più o meno. Credo che la cosa più probabile sia che vada in Svezia perlomeno per qualche settimana sulla via del ritorno –posso cambiare il biglietto e prendere un aereo da Parigi fino in Svezia andata e ritorno spendendo in tutto circa 150 dollari. So bene che dovrei cercare di stare un po’ con la famiglia francese ma non penso davvero che lo farò. Credo che mi farei solo del nervoso e non sarei molto divertente. Inoltre al momento mi sembrerebbe di passare ad una eccessiva opulenza –proverei anche una specie un senso di colpa di classe.
Fammi sapere se hai idea di che cosa dovrei fare della mia vita futura. Ti voglio tanto bene. Se vuoi puoi scrivermi come se io fossi in vacanza in campeggio su un’isola delle Hawaii ad imparare a tessere. Una cosa che faccio per semplificare le cose qui è di perdermi completamente in fantasie tipo trovarmi in un film o in uno sceneggiato con Michael J.Fox. Perciò inventati pure qualcosa ed io sarò felice di assecondare il gioco.
Con tanto affetto, papy.
Vedi articoli precedenti:
Ciao amici, famiglia e tutti gli altri del 07-04-2003
Tratto da: Centro per la pace e la nonviolenza dell’ovadese “Rachel Corrie”
Per commentare questo articolo:
forum di promiseland dedicato a pacifismo e nonviolenza
Inserito da: Antonella Corabi
Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!

Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.