Non rompeteci gli scogli

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DATTERI DI MARE? NO GRAZIE! Il dattero di mare è un mollusco bivalve con conchiglia molto caratteristica, di foma ovale e allungata, di colore marrone scuro. La superficie delle valve è lucida e presenta evidenti strie di accrescimento. Tra i bivalvi, il dattero di mare è quello che cresce più lentamente: dopo 3 anni misura […]

DATTERI DI MARE? NO GRAZIE!
Il dattero di mare è un mollusco bivalve con conchiglia molto caratteristica, di foma ovale e allungata, di colore marrone scuro. La superficie delle valve è lucida e presenta evidenti strie di accrescimento.
Tra i bivalvi, il dattero di mare è quello che cresce più lentamente: dopo 3 anni misura appena 1 cm, dopo 15-20 anni le sue dimensioni raggiungono i 5 cm, ma ci vogliono 80 anni perchè un dattero di mare arrivi a 8 cm di lunghezza.
Vive scavando nicchie profonde dentro pietre e rocce del litorale, da cui il nome scientifico Lithophaga lithophaga.
I fori provocati dal dattero di mare nella roccia presentano un\’apertura che ha un diametro inferiore a quello del bivalve, per cui per estrarre l\’animale è necessario frantumare le rocce.

Il prelievo del dattero di mare comporta la distruzione delle scogliere in cui vive e la completa desertificazione dei fondali per decenni.
Le tecniche di immersione subacquea consentono oggi a chiunque di accedere ai banchi, senza difficoltà e senza limitazioni per tempo e profondità.
Per prelevare i datteri di mare vengono utilizzati piccozze, scalpelli, martelli pneumatici e persino piccole cariche esplosive, una vera catastrofe ambientale, uno dei più gravi fenomeni di erosione della biodiversità nel Mediterraneo paragonabile solo ai disastri ecologici causati dal naufragio delle petroliere.
Il prelievo, la detenzione e il commercio del dattero di mare sono vietati nel nostro paese già dal 1988. Più recentemente, per salvaguardare le coste dell\’intero bacino del Mediterraneo, è stata vietata anche ogni forma di importazione.
Di conseguenza non solo chi offre datteri di mare, sia in pescheria che al ristorante, ma anche chi li detiene è punibile per legge.
Gli ambienti più minacciati dalla cattura del dattero di mare sono quelli litoranei di falesia calcarea, risultato di processi evolutivi particolarmente lunghi e complessi.
Le zone più battute dai datteri nel nostro paese sono le coste della penisola sorrentina, in particolare i fondali dell\’area marina protetta di Punta Campanella, le coste pugliesi dove oggi vengono frantumanti finanche i moli foranei, quelle delle Cinque Terre e del litorale spezzino e le cose sud orientali della Sicilia.

LE CIFRE DEL DISASTRO
15-25 kg: il prelievo giornaliero da parte di un datteraio \”professionista\”;
500 kg: il prelievo giornaliero di datteri di mare lungo la penisola sorrentina 30.000 mq: i fondali desertificati dai datterai ogni anni nel Salento;
70.000 mq: i fondali desertifica ogni anno lungo la penisola sorrentina;
4-5 cm: la taglia massima dei datteri di mare sequestrati allo sbarco nella provincia di Bari;
1.000 cmq: le dimensioni dell\’area distrutta per un piatto di linguine ai datteri di mare;
2 milioni di euro: il giro d\’affari criminoso dei datterai nella sola penisola sorrentina in 1 anno.

COSA DICE LA LEGGE
Il divieto di raccolta, detenzione e commercio de dattero di mare vige nel nostro Paese sin dal 1988.
Più recentemente il decreto 16 ottobre 1998 ha prorogato questo divieto. Una circolare del Ministero delle Politiche Agricole (21.12.1994) ha chiarito infine che è perseguita allo stesso modo anche l\’importazione dall\’estero di datteri di mare.
Ma cosa recita testualmente questo decreto?
Art. 1 Il divieto di raccolta dei molluschi litofagi con l\’impiego di martelli pneumatici o di altri attrezzi a percussione, stabilito dal regolamento del Consiglio della Comunità Europea n. 1626/94 del 27 giugno 1994, è esteso, in tutte le coste italiane, con divieto di pesca del dattero di mare (Lithophaga lithophaga) e del dattero bianco (Pholas dactylus) con qualsiasi attrezzo. E\’ prorogato fino al 30 settembre 2007 il divieto di detenzione e commercio del dattero di mare (Lithophaga lithophaga) e del dattero bianco (Pholas dactylus) di cui al D.M. 26.9.1996
Art. 2 Chiunque viole le disposizioni del presente decreto sarà perseguito ai sensi delle vigenti leggi LE SANZIONI La pena prevista per chi pesca, detiene e commercia i datteri di mare varia da un\’ammenda di 516 Euro a 3.098 Euro, ma è previsto anche l\’arresto da un mese ad un anno: una sentenza della Corte di Cassazione (21.4.1993) ha sancito infatti la natura penale dei comportamenti illeciti. Più recentemente in Campania un\’operazione condotta dai Carabinieri ha portato all\’arresto di quattro datterai colti in flagranza di reato, nei confronti dei quali è stato ipotizzato, per la prima volta in Italia, il \”reato di associazione a delinquere finalizzata al danneggiamento aggravato e continuato del patrimonio ecomarino dello Stato\”.

DIFENDI IL TUO TERRITORIO, FAI L\’ECOVIGILE!
Chi consuma datteri di mare si rende complice di un grave reato ambientale. Molto spesso il consumatore non si rende conto del prezzo pagato dall\’ambiente per un sauté o per un piatto di linguine ai datteri di mare. E\’ necessario informare il maggior numero di persone e dissuaderle dal consumo di datteri di mare.
Ma è possbile anche pretendere l\’intervento delle forze dell\’ordine in presenza di reato, che sia il prelievo, la detenzione o la commercializzazione dei datteri di mare. Segnaliamo i ristoranti che servono piatti a base di datteri di mare, le pescherie che li vendono sottobanco e i subacquei che distruggono i nostri fondali.
Numeri di Pronto Intervento GRATUITI (anche da cellulare): 112- 113- 117- 1530.

L\’ECOVIGILE DIFENDE IL MARE E LA LEGALITA\’
IN MARE: se verifichiamo la presenza di datterai in azione possiamo rivolgerci a una qualsiasi delle forze dell\’ordine che agiscono in mare (Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Provinciale) per chiedere un intervento tempestivo segnalando il luogo esatto dell\’operazione.
A TERRA: pescherie e ristoranti che commercializzano datteri di mare, acquirenti e consumatori stanno compiendo sicuramente un reato. Anche in questo caso è possbile richiedere l\’intervento delle forze dell\’ordine, compresi i Vigili Urbani.

Tratto da: digilander.libero.it/legambientespezia

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