Dopo la cittadina di Haywards Heath ed Edimburgo, la prima capitale europea a prendervi parte, anche la città inglese di Norwich dedice di aderire al Plant Based Treaty, un vero e proprio trattato che invita cittadini, amministrazioni locali e istituzioni ad impegnarsi concretamente, con soluzioni efficaci e quantomai urgenti, a contrasto dei danni ambientali causati dal sistema alimentare odierno favorendo la diffusione di uno stile di vita plant-based.
Il consiglio cittadino chiede che anche il Governo britannico si impegni ad aderire al Trattato, in quella che sarebbe una svolta epocale e un esempio per tanti altri Paesi che ancora non sembrano manifestare la stessa attenzione all’impatto ambientale della nostra alimentazione (Italia compresa).
Norwich terza città britannica ad abbracciare il Plant Based Treaty
La mozione per aderire al Plant Based Treaty è stata presentata dal consigliere Alex Catt che come esempio, per convincere i colleghi sull’impatto insostenibile del consumo di prodotti animali, ha citato la produzione di carne bovina: essa produce 12 volte più CO2 di un chilo di proteine a base di soia, come il tofu.
Il consiglio comunale di Norwich ha dunque approvato l’adesione al Trattato, prevedendo misure per migliorare “l’accessibilità e la disponibilità di alimenti a base vegetale in tutta la città”, ma anche che a tutti gli eventi del consiglio comunali vi sia una larga scelta di opzioni 100% vegan.
Il consiglio comunale vuole incalzare il Governo
Ma l’impegno di Norwich non sembra volersi fermare ai confini cittadini, visto che i consiglieri della città affermano di voler scrivere presto al Segretario di Stato per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali Thérèse Coffey affinché anche il Parlamento valuti l’approvazione di tutto il Regno Unito del Plant Based Treaty, a supporto degli impegni per l’ambiente presi in occasione dell’Accordo di Parigi per il clima del 2015.
Nella lettera, i consiglieri chiederanno al Governo di prendere seriamente in considerazione le emissioni generate delle industrie di carne e latticini, valutando misure sono state prese e quali siano da implementare per arrivare all’obiettivo di “zero emissioni” entro il 2030. “Non possiamo ignorare l’enorme peso dei nostri sistemi alimentari sull’ambiente, così come l’urgente necessità di cambiamenti istituzionali per eliminare il contributo che la produzione alimentare svolge nel cambiamento climatico e nella deforestazione globale”, ha dichiarato il consigliere Alex Catt davanti al Consiglio comunale. “L’agricoltura , la silvicoltura e l’uso del suolo contribuiscono per una percentuale molto più elevata alle emissioni globali rispetto a tutti i trasporti messi insieme. Il cibo che consumiamo è in realtà la causa di tutto questo ed è ora di cambiare: non abbiamo più tempo per agire”.
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