Oatly, il gigante svedese del latte vegetale, torna a far parlare di sé, questa volta con una provocazione diretta al settore lattiero-caseario: l’azienda offre degli spazi pubblicitari gratuiti accanto ai propri, se l’industria del latte vaccino sarà pronta a rendere pubblici (esattamente come Oatly) i dati sull’impronta ambientale della sua produzione.
Parliamo di spazi pubblicitari importanti su testate del calibro del New York Times, Los Angeles Times e Washington Post, insieme a enormi cartelloni pubblicitari a Times Square e Hollywood, sui quali Oatly ha reso noti i dati ottenuti dall’analisi dell’impronta ambientale delle sue linee produttive. Per fare un esempio, l’azienda dichiara che il suo latte Barista Edition ha un impatto climatico inferiore del 44-76% rispetto al latte vaccino.
Fin qui, una campagna pubblicitaria come tante altre prima di ora, se non fosse che accanto a questi spazi occupati da Oatly, l’azienda ne ha acquistati altri da regalare all’industria lattiero casearia. E così, su un’inserzione di due pagine, una è pura pubblicità del marchio, ma l’altra è una sfida aperta all’industria del latte vaccino: “Abbiamo acquistato queste pagine per dirvi che abbiamo deciso di segnalare sui nostri prodotti la loro impronta ambientale. E regaleremo questa pagina al settore lattiero-caseario, così potranno fare la stessa cosa anche loro.”
Per accettare questo insolito e provocatorio regalo da parte di Oatly (del valore di 50mila dollari!), il settore lattiero-caseario dovrà calcolare il proprio impatto ambientale utilizzando un sito web dedicato, dove dovrà rispondere a 68 domande, le stesse a cui ha risposto Oatly per ottenere i dati pubblicati nella campagna e la sua certificazione climatica già presente sui prodotti venduti negli USA.
Un confronto diretto da cui Oalty ha ovviamente la certezza di uscire vincitrice, visto che è ormai ampiamente noto l’impatto devastante che la produzione di latte vaccino ha sull’ambiente, con evidenze scientifiche sempre più aggiornate. Proprio per questo motivo, è molto probabile (anzi, potremmo dire certo) che l’appello dell’azienda svedese cadrà nel vuoto, anche perché la trasparenza rispetto a queste tematiche non è mai un punto forte quando si parla dell’industria zootecnica.
Sicuramente, Oatly segna l’ennesimo punto a favore della propria strategia di marketing, da sempre nota per essere irriverente, provocatoria e incredibilmente efficace. Nel corso del tempo, l’azienda ha infatti saputo giocare con claim stravaganti e irriverenti, che attirano l’attenzione del consumatore: ne è un esempio la campagna pubblicitaria lanciata nella metropolitana di Londra. “È come il latte vaccino, ma fatto per gli umani” è uno degli slogan che, ormai qualche anno fa, l’hanno resa celebre nel mondo.

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