Hai mai sentito parlare di oil pulling? Si tratta di un rimedio naturale che promette una bocca sana e un sorriso smagliante, semplicemente con l’impiego di un olio (di solito, olio di cocco). Ma di cosa si tratta esattamente? E, soprattutto, quali sono i suoi benefici e i possibili effetti collaterali?
Oil pulling: cos’è e come si fa
L’oil pulling è un rimedio popolare indiano che consiste nel risciacquare la bocca per 15-20 minuti con un olio vegetale, almeno una volta al giorno, per eliminare batteri e tossine, ottenendo denti più bianchi e una bocca più sana. L’olio più utilizzato è quello di cocco, ma non mancano siti che suggeriscano l’impiego di olio di sesamo o di olio di girasole in alternativa.
Tra i suggerimenti più diffusi c’è quello di praticare l’oil pulling la mattina, ancora prima di colazione; l’olio non va ingerito – perché, secondo chi consiglia questo metodo, l’olio si carica di batteri e germi – ma sputato nel lavandino, per poi procedere all’abituale lavaggio dei denti con spazzolino e dentifricio.
Un trend nato oltreoceano ma che riprende in realtà i principi della medicina ayurvedica, che mira a curare disturbi e malattie in modo del tutto naturale, seguendo i ritmi dell’organismo ed evitando medicinali e prodotti di sintesi.
Oil pulling: benefici e controindicazioni
In rete si dicono meraviglie riguardo a questa pratica, ma quanto c’è di vero rispetto alla sua efficacia? Lo spiega la dottoressa Erica Congiu – coordinatrice e responsabile di BioDizionario.it – nel libro “BioDizionario – Guida al consumo consapevole di cosmetici, detergenti e prodotti alimentari”.
“Non esiste alcuno studio scientifico che dimostri l’efficacia di questa pratica, né nel migliorare alito e aspetto dei denti, né nel proteggerli dall’erosione dentale. Al contrario, andando a interferire con il naturale film protettivo lipoproteico derivante dalla saliva, l’oil pulling sembra peggiorare l’erosione dentale“.
“Che dire poi sulle sue presunte proprietà antitumorali? Anche qui, nulla di scientificamente dimostrato: qualsiasi studio condotto a regola d’arte (ovvero con un gruppo di controllo) non ha riscontrato benefici significativi. Al contrario, l’American Dental Association sconsiglia questa pratica per il rischio di sviluppare polmonite lipoide, una particolare forma di polmonite che viene scatenata dall’inalazione di sostanze liquide, molto diffusa quando le mamme usavano la vaselina mentolata come rimedio contro l’influenza“.
“Per finire – conclude la dottoressa Congiu – non dimentichiamo che l’olio di cocco, come tutti gli oli, se “sputato” nel lavandino può essere altamente inquinante. Dallo scarico del lavandino l’olio raggiungerà gli impianti di depurazione e, da lì, i corsi d’acqua. Un solo litro di olio è in grado di formare una pellicola inquinante grande quanto un campo da calcio e di rendere non potabile un milione di litri di acqua (pari a circa la quantità consumata da un individuo in 14 anni)“.
Leggi anche:
Creme solari: la guida definitiva per la protezione della pelle e del nostro pianeta

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!