Avocado e cocco, oltre a essere frutti tropicali sempre più apprezzati anche in Italia – come dimostrano le ultime indagini dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy – sono anche la materia prima da cui si ricavano oli vegetali largamente diffusi, utilizzati non solo a scopo alimentare ma anche in cosmesi.
Olio di avocado: un mercato in espansione
L’olio di avocado si ottiene dalla spremitura a freddo dei frutti della Persea Gratissima (gli avocado, appunto), che vengono lavati, sbucciati e privati del grosso nocciolo interno. Segue una pressatura che varia a seconda dei metodi utilizzati dall’azienda, così come la quantità di olio che si ottiene alla fine del procedimento, influenzata non solo dalla qualità degli avocado impiegati ma anche dal loro grado di maturazione.
La maggiore attenzione da parte dei consumatori verso uno stile di vita sano ha portato negli ultimi anni a una forte espansione del mercato dell’olio di avocado: dati recenti parlano di un 40% in più di aziende che hanno aumentato la produzione in risposta alla richiesta dei consumatori, e lo stesso si può dire della produzione globale di questi frutti. Secondo Vegeconomist, infatti, uno studio ha rivelato di recente che la produzione globale di avocado ha raggiunto i cinque milioni di tonnellate e che la produzione annuale dovrebbe aumentare di quasi 200.000 tonnellate. Il Messico risulta tra i paesi produttori più proficui con i suoi 1,8 milioni di tonnellate di avocado all’anno, ma anche paesi come Colombia, Perù, Cile, Kenya e Indonesia hanno aumentato la loro capacità produttiva.

Parliamo di un mercato globale con un’ampia disponibilità di materie prime, che spingerà ulteriormente la produzione di questa tipologia di olio. Ma quali sono gli impieghi dell’olio di avocado? Questo prodotto viene usato sia nell’industria alimentare che in quella cosmetica, sfruttando le molteplici proprietà di questo frutto:
- A livello alimentare l’olio di avocado è considerato una valida alternativa all’olio di oliva specialmente in frittura, dal momento che possiede un punto di fumo decisamente più elevato; quest’olio è una buona fonte di nutrienti come vitamine e minerali, ma anche di acidi grassi monoinsaturi utili nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Anche se non contiene colesterolo ed è ricco di nutrienti, l’olio di avocado contiene anche acidi grassi saturi e va quindi consumato con moderazione, in sostituzione e non in aggiunta a grassi di origine animale
- Anche la cosmesi sfrutta a pieno le molteplici proprietà dell’avocado: l’olio ricavato da questo frutto è un ingrediente di shampoo e bagnoschiuma con proprietà idratanti, ma anche e soprattutto di creme per il viso e per il corpo come la crema olio di avocado del marchio Méndhuà e la crema all’olio di avocado Germoglio del marchio Teina Adam: entrambe hanno aderito al rigido standard di certificazione VEGANOK, che prevede che i prodotti cosmetici siano vegani ma anche a base di ingredienti naturali.
Ma non basta: l’olio di avocado viene impiegato anche puro su pelle e capelli, per sfruttarne a pieno le proprietà idratanti e nutrienti.
Olio di cocco: sempre più richiesto, non solo nella cosmesi
Anche l’impiego dell’olio di cocco ha subito un’impennata negli ultimi anni, accanto agli oli “tradizionali” o addirittura in loro sostituzione. I dati parlano chiaro: il leader mondiale nella produzione di olio di cocco è l’Indonesia, con circa 180 milioni di tonnellate annuali. Nel 2017 le Filippine (con una produzione di circa 150 milioni di tonnellate) e l’India (115 milioni di tonnellate) hanno ottenuto il secondo e il terzo posto al mondo per la loro produzione di noci di cocco.
Attualmente quella della noce di cocco è una coltivazione diffusa in oltre 80 paesi con una produzione globale stimata a circa 55 milioni di tonnellate in un anno. Indonesia Filippine e India sono i tre principali produttori di cocco in tutto il mondo. Per quanto riguarda l’olio di cocco, se ne distinguono diverse tipologie: quello puro e non raffinato, estratto dal cocco fresco senza aver subìto alcun tipo di intervento artificiale di raffinazione; l’olio di cocco raffinato, ricavato dalla polpa della noce di cocco essiccata e trattata con determinati procedimenti industriali, che privano il prodotto finale del gusto e dell’aroma di cocco rendendolo al contempo più durevole nel tempo; quello biologico, che può essere o meno raffinato perché questa dicitura riguarda i metodi di coltivazione, che devono rispettare i criteri previsti per il biologico.

Così come l’olio di avocado, anche l’olio di cocco trova largo impiego sia nell’industria alimentare che in quella cosmetica:
- Nella produzione alimentare l’olio di cocco ha via via sostituito l’olio di palma, considerato dannoso sia per la salute che per l’ambiente e per questo non ammesso dai rigidi standard di certificazione VEGANOK. Secondo il nostro disciplinare, infatti, “da Gennaio 2015 non è più possibile utilizzare il marchio VEGANOK su prodotti alimentari contenenti olio di palma. I prodotti alimentari contenenti olio di palma e certificati prima di Gennaio 2015 potranno essere immessi sul mercato fino a loro esaurimento, ma non oltre Dicembre 2015”. Questo perché è fondamentale certificare che la produzione di olio di palma rispetti i principi della scelta etica vegan e ciò avviene raramente: per la produzione di questo olio vengono rase al suolo intere foreste, con la conseguente perdita della biodioversità dei luoghi coinvolti.
- In cosmesi l’olio di cocco ha un largo uso come idratante per pelle e capelli, ma viene impiegato anche come struccante naturale e come impacco per la pelle secca e i capelli sfibrati. Attenzione, però, all’Oil pulling: parliamo di un rimedio che consiste nel risciacquare la bocca per 15-20 minuti con olio di cocco per ottenere denti più bianchi e gengive sane, ma che non ha alcun fondamento scientifico.

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