Passante autostradale di Mestre: lutto per l\’ambiente

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Comunicato di giovedì 9 dicembre 2004 L\’11 dicembre, a Bonisiolo (TV), Berlusconi inaugura l\’avvio del cantiere del passante autostradale di Mestre. Una giornata di lutto per tutto il mondo ambientalista, che segnerà l\’inizio di un autentico scempio ambientale evitabile con il tunnel. Quella di sabato 11 dicembre 2004, data di inaugurazione da parte del Presidente […]

Comunicato di giovedì 9 dicembre 2004

L\’11 dicembre, a Bonisiolo (TV), Berlusconi inaugura l\’avvio del cantiere del passante autostradale di Mestre. Una giornata di lutto per tutto il mondo ambientalista, che segnerà l\’inizio di un autentico scempio
ambientale evitabile con il tunnel.

Quella di sabato 11 dicembre 2004, data di inaugurazione da parte del
Presidente del Consiglio Berlusconi dell\’avvio del cantiere del passante di
Mestre a Bonisiolo, nel comune di Casale sul Sile (TV), sarà una giornata di
lutto per tutto il mondo ambientalista, perché sarà l\’inizio di uno scempio
ambientale di imponenti dimensioni.

Il passante di Mestre, con il suo tracciato di 32,30 chilometri di lunghezza
e 32,50 metri di larghezza ed i vari svincoli, comporterà l\’annientamento e
la distruzione di circa un milione e centotrentamila metri quadrati di
campagna. Durante i 1320 giorni di opere di cantiere previsti, ogni giorno

verranno eliminati sotto le ruspe e l\’asfalto 860 metri quadrati di terreno.
A farne le spese non saranno solo i terreni agricoli, ma anche ambiti
naturalistici di elevato interesse ambientale come le Ex cave Villetta di
Salzano, in provincia di Venezia, protette dalla Comunità Europea
attraverso ben due direttive comunitarie. Questo sito è infatti tutelato
come zona di protezione speciale, ovvero ZPS, dalla Direttiva \”Uccelli\”
(la 409/79/CEE), e come sito di importanza comunitaria, ovvero SIC, dalla
Direttiva \”Habitat\” (92/43/CEE), ed è stato individuato con il codice
IT3250008.

In questa area si trovano uccelli rari come l\’Albanella reale (un rapace
diurno della famiglia dei falchi) e i più comuni Nitticora, Tarabusino,
Averla piccola e Martin pescatore, ci sono anche il Tritone crestato e la
Tartaruga palustre, tutte specie che tra poco saranno costrette ad
abbandonare questo sito per il gravissimo disturbo e distruzione arrecata
dal viadotto del passante.

Sembra che la Regione del Veneto non abbia rispettato le rigide procedure
previste, omettendo di effettuare la \”valutazione di incidenza ambientale\”
delle opere in progetto, tanto che sulla questione è intervenuta anche la
Direzione Ambiente della Commissione Europea che, con una lettera del
28/04/04, ha richiesto all\’Ambasciatore Rocco Cangelosi, rappresentante
permanente d\’Italia presso l\’Unione Europea, informazioni e chiarimenti in
merito all\’applicazione delle direttive \”Uccelli\” e \”Habitat\” relativamente
al progetto del passante.

Il tracciato del passante andrà inoltre a interessare dei corsi d\’acqua
sottoposti a vincolo idrogeologico, come il Fiume Zero, il Fiume Dese, il
Fiume Marzenego, il Rio Roviego, il Rio Cimetto e altri di minor rilevanza.
Uno scempio parallelo a quello della distruzione delle centinaia di migliaia
di metri quadri di ambiente naturale sarà quello causato dai nuovi crateri
delle cosiddette \”cave di prestito\”, necessarie per l\’escavazione del
materiale necessario per la realizzazione della fondazione e delle
pavimentazioni stradali pari alla bellezza di addirittura 1.100.000 metri
cubi; l\’individuazione di tali siti non sarebbe ancora di dominio pubblico
per paura di plausibili rivolte popolari.

\”Sabato ci sarà chi festeggerà con sorrisi a trentasei denti\” ha commentato
Andrea Zanoni presidente della Lega Abolizione Caccia del Veneto \”mentre
per il popolo degli ambientalisti e per molti cittadini sarà un giorno di
lutto. Per la durata di tre anni e mezzo ogni giorno, inesorabilmente,
verranno distrutti la bellezza di 860 metri quadrati di campagna ed ambiente
naturale, perché qualcuno ha voluto il passante al posto del tunnel. Sarà
un\’opera che distruggerà campagne, siepi, che richiederà nuove cave, che
metterà in ginocchio molte imprese agricole e che farà cessare molte
coltivazioni biologiche sotto la scure delle polveri sottili, che porterà
smog, inquinamento acustico e luminoso, che deturperà un importante sito
naturale protetto dalla Comunità Europea.

Fonte: www.lacveneto.it

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