I nuovi casi di peste suina africana in Italia pongono un brusco stop alle esportazioni di salumi e carni suine made in Italy. Il blocco dell’import, di cui dà notizia Confagricoltura, arriva principalmente da Paesi asiatici o mediorientali, ma anche dalla vicinissima Svizzera. Un danno milionario, che può essere stato scatenato dall’attività venatoria che le istituzioni non hanno bloccato per tempo, anche se la peste suina circola in Europa e in Asia da mesi.
La peste suina blocca l’export di carni suine made in Italy
Una malattia contagiosissima tra suini e cinghiali, a quanto pare non trasmissibile all’uomo, che negli scorsi mesi ha già imposto un brusco stop alla produzione di carne suina in Cina a causa di un diffuso focolaio che ha richiesto al Gigante asiatico, oltre all’abbattimento di milioni di suini, di rivolgersi all’export per colmare la domanda interna con salumi e carne suina provenienti da Paesi stranieri, tra cui l’Italia.
Ora, però, sembra che la malattia si stia diffondendo in alcune regioni settentrionali del nostro Paese, tra cui Piemonte e Liguria, e arriva lo stop all’export di prodotti derivati da carne suina proprio dalla Cina e da altri Paesi asiatici come Giappone e Taiwan, a cui si aggiungono per ora anche Kuwait e Svizzera. Ne dà notizia Confagricoltura, che ha immediatamente convocato la propria Giunta per far fronte ai possibili danni economici alla filiera delle carni suine made in Italy: lo stop per il momento sembra essere circoscritto alle Nazioni appena menzionate.
La caccia possibile assist alla diffusione della malattia
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, parla di agire “con la massima tempestività” per la protezione degli allevamenti. Cuore del problema legato alla peste suina, per Giansanti, la proliferazione della popolazione di cinghiali, che stando al presidente di Confagricoltura sarebbe stato meglio contrastare preventivamente. Ma come? Con la caccia o con l’abbattimento di migliaia di capi?
Ma molto probabilmente è proprio a causa della caccia al cinghiale, non regolamentata o bloccata per tempo dalle istituzioni nonostante la diffusione del virus in Europa, che la peste suina sta ora preoccupando in Italia. Ne è certa e si batte da tempo per sensibilizzare il pubblico a riguardo la giornalista Sabrina Giannini, giornalista investigativa Rai, che su Instagram scrive: “La caccia non soltanto veicola virus aviari (pericolosi per l’uomo) ma anche quelli della peste suina africana con la caccia al cinghiale. Temono per i suini, i prosciutti, ma non hanno bloccato la caccia nonostante sia dilagante in Europa e nonostante le indicazioni della scienza. Eppure gli scienziati sono chiari da anni. La caccia spande virus. Poi arriveranno gli abbattimenti a spese nostre. Paradossale che questa classe politica e le irresponsabili associazioni venatorie non blocchino la caccia. Anzi, niente di più facile che esaltino la caccia al cinghiale. […] La lobby della caccia è più forte della logica e della salute. E di una peste che massacra cinghiali e quando infetta i suini distrugge le loro membra facendoli morire con dolori atroci“.
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