Diffondiamo anche noi l’appello lanciato da Le Iene durante l’ultima puntata andata in onda.
Dopo il grande riscontro mediatico che ha avuto la storia del povero Angelo, un cane randagio ammazzato violentemente quest’estate da quattro ragazzi, si è aperta una petizione online per chiedere pene più severe a chi maltratta e uccide gli animali.
La nostra legislazione, viste le pene irrisorie, attualmente, non previene l’insorgenza di questi fenomeni, purtroppo, non isolati. Sono moltissimi, infatti, i casi di maltrattamento nei confronti degli animali filmati e poi condivisi sul web, da parte degli stessi assassini.
La petizione, che potete firmare a questo LINK, chiede la “modifica del titolo IX bis del codice penale, non più rubricato come “Dei delitti contro il sentimento per gli animali” ma come “Dei delitti contro gli animali” – Introduzione di modifiche volte a dare maggiore efficacia concreta alle norme al fine di prevenire e reprimere episodi di crudeltà contro gli animali – Previsione di norme che puniscano la pubblicazione in rete di immagini ritraenti scene di violenza o maltrattamento contro gli animali – Richiesta di introduzione nel pacchetto sicurezza 2016.
Queste situazioni, infatti, provocano una forte presa di posizione, a volte anche violenta, da parte di altri cittadini, indignati per la mancanza di giustizia anche di fronte all’evidenza di chi sia il colpevole.
“Che la legge sia ancora lontana dalla coscienza sociale è dimostrato dal fatto che nel diritto italiano gli animali sono ancora relegati nel rango delle cose.
Anche l’attuale titolo del codice penale nel quale sono inseriti i reati di crudeltà verso gli animali la dice lunga: la legge tutela il sentimento per gli animali e non la loro vita!
E invece vorremmo vedere scritto in una legge che gli animali sono «autonomi esseri viventi, dotati di sensibilità psicofisica, e capaci di reagire agli stimoli del dolore», e non che sia tutelato il nostro sentimento nei loro confronti.”
La vendetta fai-da-te non è di sicuro la forma di giustizia sperata in un paese democratico e civile. Proprio per questo si sente forte il bisogno della presenza delle istituzioni, affinché episodi come quelli di cui si continua a riempire il web non accadano più.
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