Abbiamo già dato notizia la scorsa settimana nella nostra rassegna stampa delle
\”giornate nazionali contro la caccia\”
che la LAV sta portando avanti in questi
giorni: in 450 piazze italiane, è stata presente lo scorso fine settimana e lo sarà anche il
prossimo (12 e 13 aprile) per raccogliere firme a sostegno di due petizioni popolari in cui si
chiede \”lo stop alla liberalizzazione selvaggia delle doppiette, il rispetto delle normative
europee e il diritto alla vita degli animali selvatici\’\’.
\”Abbiamo aperto la caccia all\’uovo – ha detto Ennio Bonfanti, responsabile LAV settore
caccia – l\’unica che ci piace e che vogliamo mantenere in Italia\”. L’allusione è al fatto che
contestualmente alla raccolta di firme si venderanno delle uova di Pasqua biologiche per
finanziare le attività della LAV.
Di tutto ciò, dicevamo, abbiamo già dato ampiamente notizia. Aggiungiamo ora
qualche commento.
Domenica scorsa sono andato in una di queste 450 piazze, ho chiesto alle volontarie presenti
al tavolo di poter leggere il testo delle due petizioni, ho firmato. Dopo di che si è svolta fra
me e le volontarie la seguente conversazione:
Io: Vorrei farvi alcune domande.
Una volontaria: Dica.
Io: Voi sapete quanti morti causa ogni anno fra le persone la caccia?
Tutte le volontarie hanno per qualche istante delle espressioni un po’ interdette, come di
fronte a una domanda del tutto inattesa. Poi rispondono negativamente.
Io: Sapete quante migliaia di persone vivono ogni anno assediate in casa dalle
fucilate?
Le volontarie: Possiamo immaginarlo.
Una di esse aggiunge di sapere genericamente dell’esistenza di incidenti di caccia ma di non
avere informazioni quantitative in merito. Un’altra, intervenuta nel frattempo, aggiunge di aver
sentito parlare di questi morti al telegiornale.
Io: Lo hai sentito al telegiornale?
Lei: Sì, al telegiornale.
Io: Quest’anno ci sono stati circa 50 morti e oltre 80 feriti…
Una volontaria: E’ importante saperlo. Grazie, ci ha dato una buona idea.
Io: Io vi ho dato l’idea?
Una volontaria: Sì.
Io: Ma alla LAV ne avete mai sentito parlare?
Le volontarie: No, mai.
Io: Pensate che se questi dati fossero resi noti alla gente il numero delle firme
sulla petizione sarebbe minore, uguale o maggiore?
Le volontarie: (dopo qualche istante di esitazione – riflessione? – ) Maggiore.
Io: Grazie.
Dopo qualche minuto sono tornato indietro avendo dimenticato di prendere il depliant che era
in distribuzione al tavolo.
Una volontaria, che in quel momento lo aveva in mano e lo stava leggendo, vedendomi mi dice con
evidente (e io credo sincera) soddisfazione: \”Guardi, ne parla, ne parla qui!\”. Ho preso il
depliant. Era vero, ne parlava. Ne parlava così: «La caccia … (segue mezza pagina in cui si
elenca una serie di danni all’ambiente e alla fauna)… è occasione di delitti e incidenti. Solo
nella stagione venatoria 2002, ad esempio, ha causato 172 incidenti con 54 morti, 89 feriti e 7
invalidi.» Fine. Due righe e mezza su 4 facciate di testo. Un dettaglio, nulla più che un
dettaglio timidamente e fugacemente citato, tanto timidamente e fugacemente che neppure le
volontarie che distribuivano il depliant lo avevano notato.
Quanto alle petizioni, lo avrete già capito, neanche un cenno. Nulla. Silenzio assoluto.
Petizioni ineccepibili, beninteso, in ció che dicono: non una parola in esse che non sia immediatamente e totalmente condivisibile. Ma inaccettabili in ció che omettono. Poiché, come
è noto, uno dei piú efficaci e perniciosi modi di mentire è quello di dire la verità solo in parte.
Eppure in un messaggio inviatomi l’8 luglio 2002, Ennio Bonfanti, presumibile autore dei
testi delle petizioni, si era detto d’accordo con \”molte delle tesi\” che io sostengo. In realtà
di tesi io, o meglio noi di Promiseland, ne sosteniamo una sola: che i dati sui danni sociali
della caccia, e primi fra tutti sulla caccia come problema di pubblica sicurezza, debbano
essere portati a conoscenza della gente in maniera eclatante, sia perché la gente ha il
diritto di sapere (e da chi se non da noi puó aspettarsi di venire a conoscenza di queste
cose?), sia perché questo è un elemento cruciale dell’intera questione.
Questa importante iniziativa della LAV era un’ottima occasione per aprire una breccia nel
muro di silenzio che occulta alla vista questo cumulo di cadaveri ogni anno piú alto, quel
muro grazie al quale l’italiano che forma l’87% del \”no-alla-caccia\” continua a credere che
essa sia solo un problema di coscienza, un problema che in fondo non lo tocca. Quel muro
insomma il quale fa sí che quell’87% di \”no-alla-caccia\” detti come inerte risposta a un
sondaggio non si trasformi in un 87% di \”no-alla-caccia\” come efficace risultato referendario o
elettorale.
Quel muro dunque è ancora in piedi, e in piedi resterà. Ancora una volta dunque di
questi morti non si deve parlare. Il perché non lo sappiamo. Speriamo che ce lo dica ad esempio
Ennio Bonfanti.
Nell’attesa, che fare? Firmare le petizioni LAV? Non firmarle? Firmarle, senza dubbio, è
la proposta di Promiseland, firmarle per ció che affermano, ma manifestare nel contempo il
proprio dissenso per ció che tacciono rifiutandosi di acquistare l’uovo di Pasqua e motivando
con quanto sopra detto il proprio rifiuto. Questa è la proposta che facciamo ai nostri
lettori: affinché anche di questi morti si parli, anche della paura di chi vive assediato nelle
campagne fra le scariche di pallini si parli, del fatto che chi è pericoloso per l’ambiente lo
è anche per gli uomini si parli. E affinché io non debba piú scrivere, parlando della LAV, del
WWF o di un’altra qualsiasi Associazione ambiental-animalista: l’UNAVI ringrazia.
Articolo di: Filippo Schillaci
Redazione Promiseland Italia.
I testi delle petizioni sono consultabili sul sito LAV agli indirizzi:
Petizione italiana
Petizione europea
In questa pagina è invece presente l\’elenco dei luoghi in cui si svolgerà la
raccolta di firme.
Lista piazze
Le petizioni possono comunque anche essere firmate on line nelle pagine sopra indicate.
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.