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UE: oltre 1 milione di firme per fermare il commercio di pinne di squalo

Grande successo per la campagna lanciata per mettere fine al commercio di pinne di squalo nell'Unione Europea: raccolte più di un milione e 200 mila firme, con 17 Paesi - tra cui l'Italia - andati ben oltre la soglia minima richiesta.

I cittadini europei chiedono lo stop al commercio e al transito delle pinne di squalo sul territorio UE: come riporta l’associazione Sea Shepherd, l’iniziativa STOP FINNING – STOP THE TRADE ha portato a raccogliere oltre un milione e 200 mila firme per chiedere la modifica della legislazione attuale. L’Europa si appresta quindi a seguire le orme del Regno Unito, che lo scorso settembre è stato il primo Paese al mondo a vietare il commercio di pinne di squalo, ma anche quello di prodotti che le contengono.

Come riporta l’associazione, impegnata da sempre nella tutela degli oceani, ogni anno oltre 70 milioni di squali muoiono per mano dell’uomo, molto spesso uccisi proprio per recuperare le loro pinne. Basti pensare che, annualmente, 3.500 tonnellate di pinne vengono esportate dall’Europa verso l’Asia e tre Stati europei sono tra le prime 20 Nazioni a livello mondiale in fatto di pesca degli squali, Spagna in testa. Il motivo? La volontà di soddisfare la richiesta dettata dalla tradizione orientale, che non solo contempla il consumo alimentare di pinne di squalo, ma anche il loro impiego in (discutibili) rimedi della medicina tradizionale.

Una pratica anacronistica

Lo shark finning (cioè lo spinnamento degli squali) è una pratica aberrante, crudele nei confronti di questi animali ormai a rischio estinzione, ma anche pericolosa per la sopravvivenza degli ecosistemi marini; gli squali, in cima alla catena alimentare, sono essenziali per la vita negli oceani. In generale, non va dimenticato che la scomparsa di una qualunque specie determina la rottura di un equilibrio perfetto, che è quasi impossibile da ripristinare.

pinne di squalo Europa

A questo si aggiunge la questione etica: il finning prevede che gli squali vivi vengano privati delle pinne direttamente sui pescherecci, per poi essere gettati in mare agonizzanti, dove moriranno per asfissia o dissanguati. Questa pratica è ufficialmente vietata in Europa, con una direttiva che dal 2013 prevede che gli squali pescati debbano essere portati a terra interi. Però, l’introduzione di questa legge non ha portato ai risultati sperati: l’iniziale diminuzione delle catture si è tradotta in un aumento negli anni successivi. In più, non è raro che vengano scoperte anche pinne di specie protette provenienti dalla pesca in Europa.

I cittadini europei, dunque, si schierano nettamente a tutela di questi animali, ma bisognerà attendere attende il pronunciamento della Commissione Europea per mettere un punto sulla questione.

Leggi anche: Hawaii nella storia: primo Stato al mondo a bandire la pesca di squali

Laura Di Cintio


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