Bologna premia cinque campioni della biodiversita’, impegnati nella lotta contro l’omologazione dei cibi.
Il riconoscimento e’ stato assegnato nel corso della prima edizione del premio inventato dallo “Slow Food” di Carlo Petrini e da “Bologna 2000”.
Tredici i finalisti, selezionati da 600 esperti di 40 nazioni.
Ai supercampioni, che sono stati scelti nell’Aula magna del Centro congressi “Santa Lucia” da una giuria di 400 membri, sono stati consegnati un riconoscimento di 10.000 euro (pari a 20 milioni di lire), una medaglia e un diploma.
I premi sono stati attribuiti alla biologa russa Marija Mikhailovna Girenko, allo spagnolo Jesus Garzon, al turco Velic Gulas, al messicano Raul Manuel Antonio e all’inglese Nancy Jones che vive e lavora in Mauritania.
Ognuno di loro ha una storia davvero singolare:
Velic Gulas, che e’ originario di Anzer, in Anatolia, da tempo produce miele ricavato dalle api Hamsen, che sono piu’ grosse di quelle “normali” e piu’ resistenti alle basse temperature. Queste api possono lavorare in un raggio di 5 km (contro gli 800 metri delle api “normali”), ma hanno bisogno di alveari di faggio che fabbrica lo stesso Gulas.
Non meno straordinaria e’ la storia di Marija Girenko, 70 anni, direttrice dell’istituto di botanica applicata di San Pietroburgo.
Nell’istituto esiste un sorta di grande banca del “germoplasma”, una collezione di 341 mila genotipi. Insieme ai ricercatori del dipartimento conosciuto come “Accademia Vavilov”, Marija Girenko presidio’ questa collezione straordinaria anche quando, dal ’41 al ’44, la citta’ (allora Leningrado) era assediata dai tedeschi.
In migliaia morirono di fame (anche nove ricercatori) per “non intaccare quel tesoro”, bramato anche dai topi.
Nancy Jones ha invece creato a Nouakchott, in Mauritania, un caseificio che lavora 16 mila litri di latte di cammella, capra e vacca. Il prezioso liquido arriva da 800 pastori nomadi, lontani anche 100 km.
Lo spagnolo Jesus Garzon ha riportato in auge in Spagna la transumanza di lunga distanza: migliaia di pecore attraversano centinaia di chilometri, ricostruendo una solidarieta’ e una cultura di relazioni tra pastori e abitanti ormai sconosciuta.
Il messicano Raul Manuel Antonio, infine, si e’ dedicato alla coltivazione di vaniglia di alta qualita’ nella comunita’ di Rancho Grande, nello stato di Oaxaca. Porta avanti la sua attivita’ dal 1989 e da’ appoggio a 20 comunita’ indigene, per un totale di 500 coltivatori.
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